Petricor – First Breath (Fluttery Records, 2019) di Giuseppe Grieco

I pugliesi Petricor si uniscono alla schiera dei post-rockers italiani con il loro primo disco, intitolato First Breath. Guardando ai capisaldi del post-rock internazionale, la band così ci introduce al disco: “Con questo disco quasi interamente strumentale, abbiamo voluto lasciare ampio spazio alla dimensione sensoriale ed emozionale dell'uomo. Vogliamo che chi lo ascolta, dia una personale ed intima interpretazione ad ogni brano. Ed è esattamente con questo criterio che abbiamo composto l'album, partendo dal nostro stato d'animo ed emozione”. Il titolo di questo full-lenght di debutto “non è altro che un richiamo alla sfera sensoriale dell'olfatto, così come evidenziato…

Score

ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT

Voto Utenti : 4.75 ( 1 voti)
I pugliesi Petricor si uniscono alla schiera dei post-rockers italiani con il loro primo disco, intitolato First Breath. Guardando ai capisaldi del post-rock internazionale, la band così ci introduce al disco: “Con questo disco quasi interamente strumentale, abbiamo voluto lasciare ampio spazio alla dimensione sensoriale ed emozionale dell’uomo. Vogliamo che chi lo ascolta, dia una personale ed intima interpretazione ad ogni brano. Ed è esattamente con questo criterio che abbiamo composto l’album, partendo dal nostro stato d’animo ed emozione”.

Il titolo di questo full-lenght di debutto “non è altro che un richiamo alla sfera sensoriale dell’olfatto, così come evidenziato dall’immagine di copertina, che rimanda anche al significato del nome della band, dove il petricor non è altro che l’odore della pioggia a contatto con la terra”.

L’opera è quasi del tutto strumentale, a parte la traccia omonima, che presenta l’incursione della voce maschile. Le sei tracce che compongono il disco si ancorano saldamente sugli stilemi del genere, senza uscirne più di tanto.

Anche se non ci sono dei veri e propri azzardi, tuttavia la band tricolore riesce ugualmente a risultare piuttosto personale, creando atmosfere intimiste e riflessive che riescono a lasciare favorevolmente il segno.

Eccezione fa l’ultima traccia, un remix a opera di Kuroi del pezzo di apertura: qui non ritroviamo tanto il post-rock, quanto le sonorità sintetiche molto vicine a quelle dei synth anni ’80. Una scelta azzeccata, che fa terminare questo onirico viaggio in maniera diversa e inaspettata.

First Breath può essere considerata una delle uscite migliori nel panorama del post-rock italiano di quest’anno. Con la giusta attenzione e dedizione, il successivo disco può essere ancora più valido, lo attenderemo con interesse.

Tracklist:

  1. 8
  2. People
  3. Naked
  4. Last Breath
  5. Unbroken Horses
  6. Saudade
  7. Super 8 (Kuroi Remix)


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Giuseppe Grieco

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