Vampire Weekend @CircoloMagnolia Segrate (MI) (testo e foto di Mauro Tomelli)

Mi ricordo il debutto dei Vampire Weekend in Italia più di dieci anni fa, al Circolo degli Artisti nel maggio del 2008 a supporto di Bill Callahan. Pochissima gente e forse anche poco interessata ad una band nuova ma che all’epoca era vista come la quintessenza dell’hipsterismo americano che stava delirando nel mondo dell’indie in quegli anni. Ma il tempo e il lavoro gli avrebbero dato ragione. Il loro art pop (se vogliamo dare una una definizione a tutto) ha vinto con merito resistendo alle mode passeggere. E se l’indie si impantanava e piano piano e perdeva significato e valore, i Vampire Weekend hanno mantenuto le loro coordinate artistiche e, cosa importante, senza mai sbagliare veramente un lavoro dimostrando disco dopo disco una maturità – non solo dovuta la fatto che non si ha vent’anni per tutta la vita – ma per aver saputo coltivare il proprio stile nel tempo. Anche l’ultimo album, a distanza di sei anni dal predecessore,  Father of the Bride è piaciuto parecchio anche se i timori che fosse lontano dalle aspettative erano dietro l’angolo. Invece dopo quattro dischi all’attivo sono ormai a tutti gli effetti dei veterani e punto di riferimento per tante band emergenti.

Ieri la band newyorkese di Ezra Koenig, Chris Tomson, Chris Baio e Chris Thomson ha suonato al Magnolia di Segrate per l’unica data in Italia per questo tour. E anche per questo di gente c’e n’era tanta per una delle date più attese della programmazione estiva del club milanese. alcuni poi sono arrivati  purtroppo in ritardo. La band infatti è salita sul palco una manciata di minuti dopo le 21 sulle note dell’intro di “Chasing Sheep” di Michael Nyman. Un’orario un po’ insolito per le abitudini italiane ma assolutamente in linea con gli show nel resto d’Europa.

Il concerto è iniziato con un pezzo dall’ultimo disco “Sympathy” e proseguito con “Cape Cod Kwassa Kwassa” e “Unbelievers”, per poi procedere con “White Sky” e “Holiday”. Il pubblico ha sempre risposto molto bene, decisamente coinvolto, ballando e cantando e ovviamente documentando il tutto con video e foto con lo smartphone che spuntavano tra la folla. Un pubblico ieri sera molto variegato, indefinito nell’età e dimostra che i Vampire Weekend sono una band che è riuscita ad unire nel tempo generazioni di ascoltatori e mantenere nello stesso tempo i fan della vecchia guardia. Se è così in Italia vuol dire che è così ovunque.

E’ certo che ieri sera la band non si è sicuramente risparmiata; due ore di concerto per una gruppo che ormai ha al proprio seguito una produzione molto importante per il loro sound. Ma non dimenticiamoci dei bravissimi tecnici del Magnolia che come sempre rendono tutti i concerti del club delle esperienze notevoli sia visive che acustiche. Tra i pezzi nel rientro per i bis la cover “Son of a Preacher Man” e a grande richiesta da parte del pubblico quella “Oxford Comma” che all’epoca, più di dieci anni fa, infiammava le collage radio di mezzo mondo. Che però a quanto pare è resistita nel tempo come gli stessi Vampire Weekend.

Vampire Weekend Magnolia 09-07-19:
1. Sympathy
2. Cape Cod Kwassa Kwassa
3. Unbelievers
4. White Sky
5. Holiday
6. M79
7. Sunflower
8. Run
9. How Long?
10. Bambina  (eseguita due volte)
12. Unbearably White
13. Step
14. Horchata
15. New Dorp. New York (di SBTRKT)
16. This Life
17. Hannah Hunt
18. Harmony Hall
19. Diane Young
20. Cousins
21. A-Punk
22. 2021
23. Jerusalem, New York, Berlin
Bis:
24. Obvious Bicycle
25. Son of a Preacher Man (Dusty Springfield cover)
27. I Think Ur A Contra
28. Oxford Comma
29. Worship You
30. Ya Hey

 

 


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Mauro Tomelli

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