Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT

Le due nature del disco ne conferiscono la qualità distintiva, ma la convivenza non è certo facile. Il pregio di Autumnalia è di farsi riconoscere con un suono tutto suo, una pesantezza rarefatta che colpisce in maniera trasversale. In quanto a carattere quindi, il lavoro per fortuna non ne è carente.
Le difficoltà emergono quando andiamo ad identificare l’unione dei due stili musicali, in parte affini, in parte distanti tra loro. Le sonorità malinconiche post-rock dei cinque pezzi dell’album dovrebbero venir avvolte dalla corazza post metal, però un po’ troppo spesso ne vengono chiuse, quasi soffocate. Più che un equilibrio, sembra quasi una disputa tra due fazioni diverse.
Massicci riff, forti pennellate di sludge e arrangiamenti articolati rendono il disco corposo e denso, elemento apprezzabile ma che alla lunga comincia a fari sentire, complice la lunghezza dei brani, alle volte eccessiva.
Il coraggio c’è, il carattere pure. Quello che i Riah devono risolvere ora è l’equilibrio tormentato tra le due facce del disco, magari snellendo la struttura dei brani, senza ovviamente snaturarne l’essenza. Le basi per un secondo album più che valido ci sono tutte.
Tracklist:
1. Melancolia
2. Dastin
3. Il sogno del Buio
4. Luce
5. Taedium Imperat