Keb’ Mo’ – Oklahoma (Concord Records, 2019) di Paolo Guidone

 Molte persone ritengono che il Blues sia ormai una vena esaurita, e che tutto si riduca oggi ad un’ipocrita imitazione del grande sound del secolo scorso, ma si sbagliano. E di grosso. Una prova è l’ultimo splendido lavoro dello statunitense Keb’ Mo’ – al secolo Kevin Moore – che dopo aver vinto ben 4 Grammy nel 2017 col suo bellissimo disco Tajmo, torna ad impressionarci col suo nuovo album Oklahoma, in cui è ampiamente riuscito nell’impresa di dimostrarci che il Blues è ancora ben lungi dal poter essere messo in soffitta. Un album aperto, moderno ed esplorativo, con 10…

Score

Concept
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Potenzialità

Voto Utenti : 4.55 ( 1 voti)

 Molte persone ritengono che il Blues sia ormai una vena esaurita, e che tutto si riduca oggi ad un’ipocrita imitazione del grande sound del secolo scorso, ma si sbagliano. E di grosso.

Una prova è l’ultimo splendido lavoro dello statunitense Keb’ Mo’ – al secolo Kevin Moore – che dopo aver vinto ben 4 Grammy nel 2017 col suo bellissimo disco Tajmo, torna ad impressionarci col suo nuovo album Oklahoma, in cui è ampiamente riuscito nell’impresa di dimostrarci che il Blues è ancora ben lungi dal poter essere messo in soffitta.

Un album aperto, moderno ed esplorativo, con 10 brani molto diversi tra di loro e che spaziano su sonorità le più disparate, dal country – al funky –  all’ R&B, ma che magistralmente mantengono allo stesso tempo ben salde e distinguibili le radici blues da cui provengono. Senza dubbio la bellissima esperienza di Keb’ Mo’ di aver suonato nel 1996 nel grande progetto artistico internazionale Play for Change ha notevolmente ampliato i suoi orizzonti di ricerca e di commistione artistica.

L’album Oklahoma vede anche la collaborazione di altri grandi artisti quali Robbie Brooks Moore, Taj Mahal e Rosanne Cash che offrono il loro importante contributo “esterno” a questo genere blues, sublimandone il risultato.

Il brano Oklahoma oltre a dare il nome all’album ne è forse il più rappresentativo, ricco di fascino e di cupa energia, con la commistione di strumenti tipici del Blues più puro, ovvero la chitarra di ferro e la tastiera Hammond, a strumenti elettronici e tecniche di tapping tipiche del funky; il risultato è un ritmo sincopato ed incalzante che sembra suggerire il galoppo in un ampia radura senza però scadere nei classici cliché d’un tempo.

Gli ospiti di Keb’ Mo’ entrano in punta di piedi nel disco, offrendo il loro contributo senza mai stravolgere l’impianto artistico del brano ma allo stesso tempo caricandolo di un senso e risultato innovativi: il brano Put a Woman in Charge è per esempio un vero capolavoro di come Rosanne Cash sia riuscita ad integrarsi appieno nel progetto di Mo’ pur provenendo essa da sonorità abbastanza diverse.

Il brano Ridin’ on a Train è un chiaro omaggio alla versione più classica del Blues, sia nella scelta del titolo che degli strumenti, ma ancora una volta Keb’ Mo’ riesce a stupirci unendo un tipico – e bellissimo – arpeggio con la chitarra di ferro ad una batteria che suona invece costantemente in controtempi con le bacchette che friggono senza sosta sui piatti charleston: il risultato è strepitoso e molto interessante.

Cold Outside è una vera perla di R&B, in assoluto tra i brani più belli dell’album, assieme ai romantici e riflessivi arpeggi acustici di This is my Home, mentre il brano di chiusura è una calda ed avvolgente ballad in coppia con Robbie Brooks Moore dal titolo Beautiful Music.

La calda e profonda voce di Keb’ Mo’, ovviamente, fa tutto il resto.

Questo album doveva inizialmente essere un progetto assai diverso da quello che possiamo ascoltare oggi, ma per stessa ammissione di Keb’ Mo’ esso è andato stravolto nel corso delle registrazioni quando, affascinato dai preziosi contributi artistici dei suoi ospiti, Keb’ Mo’ ha deciso di lasciarsi andare a quelle nuove influenze e a re-inventarsi il grande Blues.

Un album dunque da avere assolutamente nelle nostre discoteche e da consigliare senza esitazione a coloro che ancora pensino che il Blues sia “finito”.

Il Blues è dunque vivo più che mai, ascoltare per credere.

Tracklist:

  1. I Remember You
  2. Oklahoma
  3. Put a Woman in Charge (feat. Rosanne Clash)
  4. This is My Home
  5. Don’t Throw It Away (feat. Taj Mahal)
  6. The way I
  7. Ridin’ On a Train
  8. I Should’ve
  9. Cold Outside
  10. Beautiful Music (feat. Robbie Brooks Moore)


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Paolo Guidone

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