Andrea Cassetta – Di Cattivo Gusto (Autoproduzione, 2019) di Mr. Wolf

Nuovo album fresco fresco per Andrea Cassetta che ha appena rilasciato il 9 settembre il  suo ultimo lavoro Di cattivo gusto. Il cattivo gusto scelto per il titolo non rappresenta tanto l'album stesso quanto piuttosto la metafora per niente nascosta dell'ambito musicale dal quale prende vita l'opera. Solidamente forgiato dalle lunghe lotte di chi bazzica nell'ambiente musicale da prolungate decadi e non sicuro come novellino. Si sentono molta rabbia e molta consapevolezza. Tuttavia non una rabbia giovanile bensì una rabbia consapevole e matura, che sa bene di non avere difronte un semplice nemico ma piuttosto un intero contesto ostile.…

Score

ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT

Voto Utenti : 4.75 ( 1 voti)
Nuovo album fresco fresco per Andrea Cassetta che ha appena rilasciato il 9 settembre il  suo ultimo lavoro Di cattivo gusto.

Il cattivo gusto scelto per il titolo non rappresenta tanto l’album stesso quanto piuttosto la metafora per niente nascosta dell’ambito musicale dal quale prende vita l’opera. Solidamente forgiato dalle lunghe lotte di chi bazzica nell’ambiente musicale da prolungate decadi e non sicuro come novellino. Si sentono molta rabbia e molta consapevolezza. Tuttavia non una rabbia giovanile bensì una rabbia consapevole e matura, che sa bene di non avere difronte un semplice nemico ma piuttosto un intero contesto ostile.

Il tema, quello della musica e del musicista del 2019, sono l’anima di tutto l’album, affrontati con grande autoironia e con profonda disillusione che però non portano assolutamente l’artista ad attaccare la chitarra al chiodo, ma probabilmente ad aver preso coscienza di potercela benissimo fare da solo.

Si nota anche tanta stanchezza nei confronti di tutti i vecchi e nuovi escamotages che sembra sia necessario affrontare per poter arrivare a livelli di un certo rilievo. Stanchezza per il mondo della musica in generale, con tutte le sue fatiche e le sue false promesse che di giorno in giorno si evolvono magari passando da fatiche fisiche a digitali, ma non per questo minori.

Si sente lo spirito di chi ha girato l’italia con un furgone magari sottopagato per i locali con la classica gavetta e che ora giunto ad una maturità superiore deve anche fare i conti con le webzine, Spotify, Youtube e company… (e con i locali che restano sottopaganti); ma come ben si nota in La scena underground che riceve una menzione speciale per il testo :”adesso zitti comando io“.

Questo finale riporta il tragicomico percorso della canzone ad un lieto fine di sacrosanto menefreghismo dannunziano. Notevoli le sonorità molto attuali ma assolutamente fedeli al Rock più tradizionale. Inoltre tutti gli strumenti e le traccie dell’album sono state registrate dallo stesso Andrea, il ché dà ulteriore slancio alla chiara autonomia e maturità del musicista.

Ascolto consigliato soprattutto a tutte le band che magari scontente delle proposte di booking dei propri produttori o editori stanno andando in macchina al locale dove si terrà il concerto per l’esorbitante cifra di €50, che però hanno ancora paura di muoversi da soli, il disco di Andrea vi può aiutare a riflettere facendo una risata.

Unico piccolo punto di critica sulla pronuncia inglese dell’unica traccia non in italiano Owls ma non inficia assolutamente un disco solido e diretto che in ogni caso parla proprio d’Italia e d’Italia ne sa parecchio… quindi perdonato!

Tracklist:

  1. Ipocriti di merda
  2. Clown
  3. Owls
  4. Metamorfosi
  5. Schiavi di libertà
  6. La scena underground
  7. Quello che penso
  8. Shock
  9. Radio Feccia


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