Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT

Da alcuni anni, infatti, gli Opeth si sono cimentati in un percorso artistico finalizzato ad emanciparsi del genere death metal – di cui sono stati negli anni â90 tra i maggiori protagonisti – ed in generale anche dal mondo progressive, che è stato il loro successivo noto marchio di fabbrica.
I loro recenti esperimenti per reinventarsi allâinterno del genere progressive metal hanno avuto alterne fortune, creando spesso piĂš confusione che consenso tra i propri fan, fino al suddetto Pale Communion che parve finalmente convincere il pubblico.
Il leader della band Mikael Ă
kerfeldt, ha però imposto al gruppo di continuare tale percorso esplorativo, generando non pochi malumori tra i suoi supporters che hanno infatti accolto assai tiepidamente gli ultimi due lavori degli Opeth, facendo temere lâesaurimento della sua vena artistica.
I testi dei brani sono stati registrati originalmente solo in lingua svedese ma, per ovvie ragioni commerciali, sono state poi cantate anche in inglese ottenendo, però, la vendita di entrambe le versioni dellâalbum: swedish version ed english version.
Tornare indietro su un ormai ben rodato genere progressive puro, oppure spingersi ancor di piĂš verso nuove sonoritĂ con il rischio di aggravare una giĂ latente crisi di identitĂ artistica?
Questa era la domanda che tutti si ponevano per il nuovo album In Caude Veneneum e la risposta offerta dagli Opeth è stata sorprendente.
Ă kerfeldt e compagni hanno infatti conclamato la genesi di un loro nuovo stile, ormai maturo dopo i precedenti tentativi.
Le sue caratteristiche sono un definitivo abbandono dei capisaldi esecutivi del death metal come il cantato growl ed il cosiddetto muro di suono che doveva letteralmente travolgere lâascoltatore, preferendo adesso lâinserimento frequente di strumentistica acustica nonchĂŠ di tastiere e piano Hammond. Altro elemento distintivo è lâinfluenza sempre maggiore del Jazz Fusion nei suoni degli Opeth. Le atmosfere di In Cauda Venenum riecheggiano la cultura ancestrale ed esoterica tipica dei paesi nordici, permeate da una costante introspezione che spesso trascende in melanconia: un stile gotico moderno si direbbe, per quanto tale categorizzazione appaia piuttosto vaga e semplicistica, ma il senso di questo album è questo.
I brani son suonati con notevole capacitĂ tecnica elemento che, ad avviso di chi scrive, è la croce e delizia di questo lavoro: senza dubbio infatti gli Opeth riescono con il loro talento a suonare partiture davvero complesse e ad intrecciare tra loro gli strumenti in maniera quasi piratesca, con risultati davvero affascinanti per lâascoltatore, il tutto accompagnato da un cantato impeccabile del loro leader che cura voce e partiture come mai prima. Lâaspetto negativo di tutto ciò è che a volte il loro virtuosismo li porti a scadere in mero tecnicismo, dove la foga di âdimostrareâ superi quella di âcomunicareâ.
Il brano The Garroter ne è un esempio lampante: lâintro è quello di una di una chitarra classica spagnola, con i suoi arpeggi tipici del grande Andres Segovia, ma poi arriva, improvviso, un piano jazz fusion che oblia del tutto il precedente intro, e fa da tappeto alla voce melodica di Ă kerfeldt, accompagnato da una batteria suonata con le spazzole e addirittura da un oboe, mentre sullo sfondo suona una tastiera elettrica.
Anche nel brano Charlatan i cambi di ritmo improvvisi, il sincopato della batteria spesso al limite del controtempo ed in contrappunto ad un cantato epico e pulito, sembrano voler sottolineare piĂš le loro abilitĂ tecniche che un vero messaggio artistico.Â
In definitiva lâultima opera degli Opeth non è male, anzi è dallâascolto tutto sommato piacevole, ma risulta un poâ troppo psichedelica e a tratti confusa, quasi forzata, un album che forse si è spinto un poâ troppo oltre le originali intenzioni del quartetto svedese.
Se siamo di fronte alla conclamata crisi dâidentitĂ di gruppo che ha fatto la storia del progressive metal, oppure se si tratti della genesi di una loro interessante avanguardia artistica che stupirĂ tutti, è ancora presto per dirlo: attendiamo con ansia il loro prossimo album.
Tracklist:
- Garden Of Earthly Delights (Intro)
- Dignity
- Heart In Hand
- Next Of Kin
- Lovelorn Crime
- Charlatan
- Universal Truth
- The Garroter
- Continuum
- All Things Will Pass