Pencey Sloe – Don’t believe, watch out (Prophecy Records, 2019) di Gianni Vittorio
Interessante proposta quella dei Pencey Sloe, trio parigino che ha appena pubblicato il suo primo album – Don’t believe, watch out – per l’etichetta Prophecy Productions. Lo stile della band si accosta alla shoegaze oscura, con richiami anche marcati al dream pop à la Mazzy Star. Già ad un primo ascolto si nota una certa omogeneità di fondo che non è mai un difetto. La prima parte del disco segue una direzione più gotica, le atmosfere sono prettamente dark come nel singolo Lust of the dead; invece Buried them all è tirata con un un'ottima linea di basso. Ma già…
Score
Artwork
Potenzialità
Concept
78
Voto Utenti : 2.2 ( 1 voti)
Interessante proposta quella dei Pencey Sloe, trio parigino che ha appena pubblicato il suo primo album – Don’t believe, watch out – per l’etichetta Prophecy Productions. Lo stile della band si accosta alla shoegaze oscura, con richiami anche marcati al dream pop à la Mazzy Star. Già ad un primo ascolto si nota una certa omogeneità di fondo che non è mai un difetto.
La prima parte del disco segue una direzione più gotica, le atmosfere sono prettamente dark come nel singolo Lust of the dead; invece Buried them all è tirata con un un’ottima linea di basso. Ma già da All ok in avanti il registro cambia, le linee sonore si fanno più morbide e melodiche, mentre le chitarre si insinuano tra le trame dei synth. Gold and souls è il pezzo più dreamy del lotto, il sound è rarefatto tanto da confondersi con la voce angelica di Diane Pellotieri. Da citare infine Empty mind per la sua bella sezione ritmica a tratti nervosa e asimmetrica.
Il sottobosco shoegaze e dark ci sta offrendo negli ultimi tempi ottimi esempi come i Pencey Sloe, così da farci sperare per il futuro delle nuove generazioni di artisti che suonano questo genere musicale, in passato sottovalutato dalla critica musicale.