Clipping – There Existed an Addiction to Blood (Sub Pop, 2019) di Francesco Sermarini

Partiamo dal presupposto che se i vari assassini dell’immaginario orrorifico come Micheal Myers, Jason o Leatherface avessero un disco hip hop preferito, quest’ultima fatica dei Clipping potrebbe essere uno fra i maggiormente papabili. Il trio proveniente da Los Angeles, nel corso degli anni, si è distinto per una proposta musicale terremotante, unendo, in una sintesi perfetta, hip hop e harsh noise, seguendo le orme dei precursori Dalek ma alzando, e non di poco, il livello di estremizzazione sonora. Anche a questo giro i nostri hanno voluto fare le cose in grande e basarsi su un concept ben specifico, come…

Score

ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT

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Partiamo dal presupposto che se i vari assassini dell’immaginario orrorifico come Micheal Myers, Jason o Leatherface avessero un disco hip hop preferito, quest’ultima fatica dei Clipping potrebbe essere uno fra i maggiormente papabili. Il trio proveniente da Los Angeles, nel corso degli anni, si è distinto per una proposta musicale terremotante, unendo, in una sintesi perfetta, hip hop e harsh noise, seguendo le orme dei precursori Dalek ma alzando, e non di poco, il livello di estremizzazione sonora.

Anche a questo giro i nostri hanno voluto fare le cose in grande e basarsi su un concept ben specifico, come fecero con il precedente Splendor & Misery. Sotto certi punti di vista ne risulta un continuo di quest’ultimo, ma soprattutto una limatura a regola d’arte. Il concept su cui si basa questo There Existed an Addiction to Blood è semplice e primitivo: il sangue, la paura, la violenza nella sua manifestazione più maligna. Mentre si ascolta il disco è facile immaginare ogni tipo possibile di morte brutale, gente che corre terrorizzata dal proprio carnefice e organi strappati da corpi agonizzanti.

I Clipping mescolano sapientemente beat dal gusto carpenteriano e old sci-fi con il loro stile intricato e maniacale. Nella tracklist sono presenti momenti di estrema qualità, come l’apripista Nothing is Safe, La Mala Ordina con le sue dettagliate descrizioni di smembramenti, Run for Your Life e il suo feat con La Chat (artista affiliata con pesi massimi del horror-core come i Three 6 Mafia) oppure i synth acidi e distorti di Blood of the Fang. Per non parlare poi della finale Piano Burning, 18 minuti nel quale si sente esclusivamente il rumore di un piano mentre brucia, andando nel puro field recording e musica concettuale.

Le frecce a disposizione di questo There Existed an Addiction to Blood sono numerose e puntano tutte ad un unico scopo, far aumentare esponenzialmente la claustrofobia all’ascoltatore mentre i chiodi presenti in copertina cadono gradualmente in faccia. E il risultato è centrato in pieno.

Tracklist:

  1. Intro
  2. Nothing Is Safe 
  3. He Dead (featuring Ed Balloon)
  4. Haunting (Interlude)
  5. La Mala Ordina (with The Rita featuring Elcamino & Benny The Butcher)
  6. Club Down (with Sarah Bernat)
  7. Prophecy (Interlude)
  8. Run for Your Life (featuring La Chat)
  9. The Show
  10. Possession (Interlude)
  11. All in Your Head (featuring Counterfeit Madison & Robyn Hood)
  12. Blood of the Fang
  13. Story 7
  14. Attunement (with Pedestrian Deposit)
  15. Piano Burning


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Francesco Sermarini

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