Il 7 febbraio scorso l’Outstrider Tour, che vedeva protagonista Abbath, ha fatto tappa al Campus Music Industry di Parma.
A fare da spalla alla leggenda del black metal norvegese c’erano i suoi connazionali 1349, gli Vltimas e i cileni Nuclear.
Noi di Relics c’eravamo per raccontarvi questa serata con immagini e parole.
NUCLEAR
Gli orari al Campus si rispettano al secondo e alle 18:30 spaccate i Nuclear fanno la loro comparsa sul palco.
La sala non è molto gremita, ma il fatto che il concerto si sia svolto in un giorno lavorativo e per di più in un’ora di punta di uscitta da lavoro, ha reso l’arrivo del pubblico tardivo (noi compresi).
I Nuclear mettono in scena uno spettacolo tutto sommato godibile con il loro thrash metal veloce e preciso.
La matrice sudamericana si sente tantissimo e si notano tantissimo le sonorità che ci riportano ai Sepultura o al side project di Max, i Soulfly.
La platea seppur scarna sostiene i Nuclear con applausi e con partecipazione. Promossi.
VLTIMAS
I membri di questo gruppo non hanno certo bisogno di presentazioni, all’interno ci sono membri di Criptopsy, Morbid Angel e Mayhem.
La proposta degli Vltimas è una sorta di blackened death metal eseguito in maniera magistrale, le chitarre di Rune Eriksen aka Blasphemer e le pelli di Flo Mounier scuotono la platea, che nel frattempo conta più elementi.
Con un solo album all’attivo “Something wicked marches in” la scaletta è per forze di cose a senso unico, ma questa all star band mette tutta la sua esperienza a servizio dei presenti, che rispondono in maniera più che positiva.
Menzione speciale per il frontman degli Vltimas, David Vincent che oscura ogni spiraglio di luce con la sua voce cupa e glaciale, che rende il tutto ancora più apprezzabile.
1349
Sempre in perfetto orario salgono sul palco i 1349, uno tra i nomi più altisonanti della scena black metal norvegese più moderna.
Non ci sono mezze misure, nessun compromesso, lo show dei 1349 è caos puro, violento e crudo.
I 1349 non vi danno una terza opzione, o si metabollizzano i ritmi forsennati di questa band e di conseguenza si apprezza la spietata efferatezza musicale di questa proposta, o il nostro apparato uditivo lo catalogherà inevitabilmente ai margini del’inascoltabile.
L’impressione che ci lasciano i 1349 è quella che, se non ci fosse un fuoriclasse assoluto come Frost tra le loro fila, potrebbero benissimo perdersi nella massa di quelle band che si ascoltano una volta e poi si lascia perdere.
Il pubblico, tuttavia, apprezza e partecipa con grande entusiasmo e scoppia in una ovazione, quando Ravn annuncia la loro track di punta più famosa “I am abomination”.
Una performance degna di nota e veramente ben eseguita, benchè con riserva, come già anticipato prima in questo articolo.
ABBATH
Separato in casa in quella band leggendaria band che ha il nome di Immortal, il buon Olve si è oramai lanciato dal 2016 nel suo progetto solista.
I dubbi calati su Abbath dopo il disastroso esito del tour sudamericano, che ha visto il nostro Olve sprofondare a terra sul palco in preda alle conseguenze dell’alcolismo, vengono dissipati immediatamente.
Una forma invidiabile, una precisione vocale incredibile, che richiama alle nostre menti tutti i capolavori passati degli Immortal, che hanno portato, e tutt’ora portano, la sua firma.
Le pose sul palco sono quelle che hanno caratterizzato questo mostro sacro del black metal, e il pubblico rimane quasi tramortito dall’impatto sonoro.
La scaletta è incentrata sull’album Outstrider che dà il nome a questo tour europeo, ma paradossalmente il pubblico esplode letteralmente quando Olve annuncia “Warriors” tratta dal suo side project e ovviamente le 2 cover degli Immortal promesse in scaletta, “One by one” e “The rise of darkness”.
Ben felici della forma smagliante ritrovata dal nostro Abbath, ci congediamo soddisfatti e consci di aver assistito all’esibizione di una leggenda.