CRYING STEEL+THE SIGN OF THE JACKAL +ROGUE DEAL
Sabato 15 Febbraio 2020@The Factory-S.Martino B.A. (Verona)
Dopo averci deliziato con i GOBLIN in occasione della prima data inaugurale della nuova location, il Factory torna all’assalto e più carico che mai, ribadendo e bissando il grande successo dello scorso week-end, in maniera decisamente più incisiva e “violenta”, organizzando per l’occasione speciale una serata all’insegna del Metal italiano più classico e viscerale, di vecchio stampo e pura attitudine ottantiana . Vengono scelti come headlinear e testa di serie, gli storici CRYNG STEEL di Bologna, monicker che, (almeno per molti speriamo), non necessita di grandi presentazioni, in particolare per chi è nato più di qualche annetto fa o più semplicemente si è formato musicalmente con l’HM. Ad affiancare gli emiliani, ci sono i trentini THE SIGN OF THE JACKAL, (che mancavano da un bel po’ di tempo da queste parti), preceduti dai “padroni di casa”, i veronesi ROGUE DEAL, freschi del loro nuovo EP. Il pubblico presente è stato sufficientemente in linea con i numeri per questo tipo di eventi, ma (cosa fondamentale), anche sufficientemente casinista e rumoroso, facendosi sentire in modo persistente e continuo dall’inizio alla fine, contribuendo ad alzare in modo considerevolmente il livello di gradimento e divertimento generale di tutti, in un clima di pura festa ed amicizia, che ha unito fans e bands ! Un vero Metal Party insomma, e fatto con i contro cazzi, per riassumere in breve…Un ringraziamento speciale infine, da parte nostra e di Relics-Controsuoni, va fatto agli amici Matteo, Carola e Bruce per averci gentilmente ospitati, che si sommano ai nostri personalissimi complimenti per aver messo a segno un altro e riuscitissimo evento a Verona, dando continuità positiva al progetto! Suoni e luci ottime, come già consolidato ed appurato. Avanti così Raga!
ROGUE DEAL
The Factory -21:30… “Poche ciacoe..tanti fatti”! Tradotto per chi non è Veneto “Poche chiacchiere e molti fatti”! E in effetti con la loro miscela superclassica di puro NWOBHM i ROGUE DEAL, lasciano poco spazio all’immaginazione, facendo capire bene di che pasta sono fatti. Il loro sound è debitore in egual misura tanto ai primi Tygers Of Pan Tang , quanto ai vecchi Tokyo Blade, con una buona dose di Maiden alla “Killers”. Velocità, buona tecnica individuale, ma soprattutto tanta attitudine! Tutto qua? Sarebbe in realtà più che sufficiente, ma dalla loro mettono in campo anche personalità, determinazione e “agitazione” headbangers ,che genera un bel “pogo” sotto il palco. “Night Ranger”, “Condemned O Power”, “I’Ve Been To Hell”, sono veri assalti alla diligenza, diretti e senza fronzoli, incalzati e sostenuti dalle urla provenienti dall’ugola di Michele “Turk” Turco, un vero mattatore, agghindato a tema british NWOBHM con tanto di bracciale con borchie killer, con tanto di cappellino da baseball e occhiali da sole, portati con la giusta irriverenza e arroganza, in abbinamento con lo smanicato di preziose patch d’annata! Graffiano pure le ritmiche di “Ciosky” al basso e Nicola Danese alla batteria, particolarmente pungenti in “Genghis Ghatto” e in “Victims Of Ourselves”! Matteo Finato non è però il “terzo incomodo” e i ROGUE DEAL, devono spesso passare per le sue trame e i suoi servigi chitarristi per creare questa combustione incendiaria, altamente infiammabile. “(You’re Gonna) Take Me Higher”, e’ l’ultimo atto conclusivo, che congeda i Metallers veronesi tra applausi meritatissimi, consapevoli di aver suonato bene e di aver fatto una gran bella figura tra le “mura amiche” del Factory!
THE SIGN OF THE JACKAL
Era da un bel po’ di tempo che ne avevamo perso le tracce dei trentini THE SIGN OF THE JACKAL, e per quanto visto stasera sul palco del Factory, direi che è stato un vero peccato. La band formatasi a Rovereto nel 2008, è dedita ad un Heavy/Speed di evidente estrazione ottantiana, con molti rimandi ai primi Warlock, Accept, Black Knight e Malteze. Con all’attivo due 7” e due album di ottima fattura, hanno nel tempo ricevuto molti consensi anche all’estero, dove in passato hanno calcato il palco di prestigiosi festival Europei quali quelli del Keep It True (Germania), Heavy Sound Festival (Belgio), Mountain Of Madness (Austria), oltre agli ex (purtroppo) prestigiosi festival italiani, quali l’Heavy Metal Night e il Play It Loud. Direi quindi, che gli ingredienti per mettere ossa nel tritacarne e a “ferro e fuoco “tutto e tutti ci sono alla grande, senza sconti per nessuno! Già solo a livello scenico vedere sul palco questi cinque defenders, difensori del verbo”true” è una libidine per gli occhi, in cui si assiste ad un esplosione di toppe vintage su smanicati ricchi di spille, cinture borchiate, cartucciere, capelli lunghi sostenuti da fascette, nastri, leggings, catene, scarpe da ginnastica alte…se a tutto questo, aggiungiamo la rabbia ,la potenza e la velocità esecutiva, direi che l’orgia Metallica è completa! La setlist sarà stasera maggiormente incentrata sul bellissimo e ultimo lavoro intitolato “Breaking The Spell” (2018), senza trascurare il precedente “Mark Of The Beast “(2013), dal quale sentiremo “Paura nella città dei morti viventi”, la corrosiva “Night Of The Undead”, e la tagliente “Heavy Metal Demons” che non risente affatto il confronto con il materiale più recente. Si parte con le mitraglie protese e i cannoni disposti in prima linea, con il trittico iniziale “Night Curse”, “Class Of 1999”, “Mark Of The Beast”, dove non può che sobbalzare subito all’orecchio la voce squillante e potente di Laura “Demons Queen”, una vera Lady Metal “Denim & Leather” (per dirla alla Saxon), aggressiva e padrona della scena, dove i rimandi stilistici a Doro Pesch (epoca Warlock) e Leather Leone si sprecano. Bob “Harlock” e Max, formano una coppia d’asce granitica e solida, ottimamente sostenuti da Nik “Devildrunk” al basso e da Corra “Hellblazer” , che a loro volta dimostrano di possedere e trasmettere grande sicurezza e coscienza dei propri mezzi. “Nightmare” è forse quella che ha maggior impressionato in setlist tra i proposti da “Breaking…”, ma non da meno lo sono certamente “Heavy Rocker” ed “Headbangers”, un vero tributo e ovazione del metallaro defender! C’è stato anche il tempo di sentire un pezzo nuovo di zecca, completamente inedito, prima del gran finale a sorpresa: Trick Or Treat dei FASTWAY, dove già dall’introduzione delle prime note, le transenne hanno iniziato pericolosamente a vibrare e barcollare, con i fans in preda ad un’esaltazione collettiva in simbiosi perfetta a tre, Fans- Sign– The Factory! Concerto magistrale ed impeccabile, che mette un punto esclamativo per i THE SIGN OF THE JACKAL, indiscutibilmente oggi tra i maggiori esponenti del Metal Italiano, senza se e senza ma! TOTALI!
CRYING STEEL
CRYING STEEL- BOLOGNA- HEAVY METAL- 1981! Basterebbe solo questo titolo (scritto volutamente in maiuscolo e a caratteri cubitali), per mettere di diritto nell’Olimpo del Metal Italiano gli inossidabili metallers bolognesi Franco Nipoti, Luca Ferri e Angelo Franchini (il fondatore), anime e corpi pulsanti dei CRYING STEEL! Nonostante i continui cambi di line-up e le rotazioni continue di cantanti che si sono avvicendate nel corso degli anni, che ne hanno minato inevitabilmente la stabilità e continuità sia in studio che in sede live.. Ma queste dinamiche non hanno né scoraggiato né’ mai piegato le ambizioni dei “ragazzi”, che invece di gettare la spugna, hanno semmai nel tempo trovato ancor maggiori motivazioni, e sempre la forza di rialzare la testa e con maggior determinazione, trovando nuovi stimoli ed essendo ora come ora, più forti che mai! Il merito della loro rinascita artistica e rilancio definitivo è stato indubbiamente da condividere con la solidità ritrovata grazie agli innesti dei talentuosi Luigi “JJ” Frati e Mirko Bacchilega, (rispettivamente bassista e vocalist), perni chiave ed assi portanti della formazione attuale dei CRYING STEEL. Forse perché galvanizzati e responsabilizzati del fatto di essere i protagonisti principali di questa serata Metal al Factory, o forse perché mancavano in Veneto da un po’ di tempo, hanno sfoderato una prestazione da veri “Defender” consumati (per stare a tema con un loro brano), come solo dei veterani sanno fare! Una scaletta incentrata molto sul bellissimo ultimo studio album “Stay Steel “del 2018, registrato con l’indimenticabile ex vocalist dei TNT e SHY, Tony Mills (R.I.P), che prima di lasciare questa terra per passar a miglior vita, ha prestato la sua meravigliosa ugola al servizio del Metal italiano, scegliendo di comporre un disco proprio coi C.S., fregio e premio meritatissimo, di cui si potranno vantare (giustamente) in eterno. E proprio con “Hammerfall “(da “Stay Steel”) inizia lo show, dove Mirko sembra non risentire minimamente il confronto con il suo illustre celebre collega e più in generale con tutti gli altri bravi ex vocalist del passato, cantando e interpretando magistralmente a suo modo tutti i pezzi, con naturalezza e disinvoltura disarmante. “Crank It Up”, “Blackout” riproposte live acquistano (se possibile) ancor maggior vigore e potenza, intervallate da “Shutdown “e “Beverly Hills”, estratti invece di “Time Stand Steel”del 2013. Per trovare le prime tracce del passato anni 80, bisogna attendere quasi metà setlist, ma quando parte “Alone Again” non è difficile trovare consenso incrociando gli sguardi dei più attempati ed ingrigiti supporters in sala. “Born In The Fire” , “Name Of Father” sono due gemme preziose, che rispecchiano di luce propria, e che non tarderanno diventare dei super classici della band. Franco e Luca “JJ”, sono una macchina perfetta e collaudata, che si muove anche in sincronia perfetta… Luca alla batteria e Angelo al basso due metronomi sincronizzati, figli del tempo e del metallo d’annata…pezzi vintage molto rari, pregiati e ricercati. Mirko, da vero leader e trascinatore dal canto suo invece, dimostra che non sa solo cantare Metal molto bene, ma pure di possedere un’innata capacità comunicativa, unita a spontanea e contagiosa simpatia. “Raptor” e’ l’unico pezzo presente da “The Steel Is Back”, mentre su “Time…” si punta ancora calando fiches vincenti quali “Defender” , “Rockin’Train”, “Heaven’s Rock”, cavalli di battaglia sempre vincenti e sicuri, che ci svelano anche un dettaglio particolare …la scelta di aver suddiviso in questi due tronconi specifici la scaletta, puntando sui brani del nuovo materiale e su “Time Stand Steel”, che è il disco più melodico del passato, porta inevitabilmente a farci pensare, riflettere e supporre che l’intenzione dei C.S. del futuro sia sempre quella di suonare del Metal puro “zero mode” (e ci mancherebbe !), ma con un occhio più attento alla melodia e alla ritmica che in passato.. tesi peraltro, che se fosse avvalsa, avrebbe non solo la mia approvazione, ma credo pure quella della stragrande maggioranza dei fans! Al passato comunque, a cui sono fortemente debitori, non possono certo voltare le spalle o trascurare, e per il gran finale eccoci sparate a razzo la corrosiva e metallosa “Running Like A Wolf” (dal primo EP omonimo), seguita senza respiro dalla storica “Thundergods” dal taglio decisamente più NWOBHM! Avercene di band come i CRYING STEEL.. la clonazione dei bolognesi dovrebbe essere votata come proposta di legge alla Camera e poi trasformarsi in LEGGE al Senato! Ma loro sono per noi comunque già’ dei Senatori a Vita dell’HM! IMMORTALI! Forever CRYING STEEL!!!!
Alessandro Masetto