Jazzincase – The Second (Irma Records, 2019) di Paolo Guidone

In questi giorni di quarantena forzata, noi di Relics Controsuoni abbiamo pensato che ciascuno di noi abbia molto più tempo libero a disposizione, e quale migliore occasione, dunque, per proporvi alcune interessanti novità dell’attuale scenario musicale e di stimolare ascolti diversi e a 360 gradi ai nostri affezionati lettori! Oggi vi proponiamo il disco The Second, edito il 22 novembre scorso dai Jazzincase, giovanissimo progetto musicale italiano nato nel 2016 e composto dalla Kiki Orsini (voce) Luca Tomassoni (basso) e Claudio Trinolo (batteria). L’album The Second è tale di nome e di fatto, in quanto segue quello d’esordio intitolato Borbon…

Score

Potenzialità
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Concept

Voto Utenti : 3.8 ( 1 voti)
In questi giorni di quarantena forzata, noi di Relics Controsuoni abbiamo pensato che ciascuno di noi abbia molto più tempo libero a disposizione, e quale migliore occasione, dunque, per proporvi alcune interessanti novità dell’attuale scenario musicale e di stimolare ascolti diversi e a 360 gradi ai nostri affezionati lettori!

Oggi vi proponiamo il disco The Second, edito il 22 novembre scorso dai Jazzincase, giovanissimo progetto musicale italiano nato nel 2016 e composto dalla Kiki Orsini (voce) Luca Tomassoni (basso) e Claudio Trinolo (batteria).

L’album The Second è tale di nome e di fatto, in quanto segue quello d’esordio intitolato Borbon City (2018), ed è composto da 12 brani di cui i primi 5 inediti e gli altri 6 sono invece interessanti reinterpretazioni di celebri brani internazionali, oltre ad una finale seconda versione del brano inedito Beautiful Like Me.

Definire esattamente il genere di musica degli Jazzincase sarebbe forse un po’ riduttivo, tanto varia è la loro ispirazione e ricerca musicale, che infatti spazia dal pop al rock al lounge fino alla bossa: ma sicuramente è lo smooth jazz la vera anima del progetto, genere formatosi negli USA ma che, paradossalmente, viene spesso considerato un “non genere” dai critici statunitensi.

Lo smooth jazz ha infatti delle caratteristiche ibride tra il jazz-fusion ed il pop, con notevoli semplificazioni delle scale armoniche del jazz più puro, e l’uso di strumenti dalla timbrica che ben si sposa con ascolti rilassati e appunto smooth (cioè liscio).

Fedeli a questa definizione di smooth jazz, i Jazzincase ci regalano pertanto un disco dall’ascolto assai gradevole, felpato e pulito, in cui la splendida voce di Kiki Orse viene ben accompagnata dal delicato ma talentuoso basso di Tomassoni e dalla vitale e sempre impeccabile batteria di Trinolo.

L’album The Second è, inoltre, frutto di una intensa e davvero musicalmente notevole collaborazione con numerosi artisti del panorama jazz e pop italiano, cosa che ne ha permesso l’ampia spaziatura tra i suddetti generi e con risultati di tutto rispetto.

Il disco si presenta dunque come prodotto di un progetto musicale, piuttosto che di un vero e proprio gruppo, e questo se da un lato limita un pochino le attuali prospettive di successo commerciale degli artisti, ne scatena al contempo la creatività e la libertà espressiva.

Si respira immediatamente, e con nostro apprezzamento, la piena sintonia del trio, la passionalità della musica e la loro libertà espressiva, liberi da particolari ambizioni di vendita o di critica musicale e desiderosi solo di condividere col pubblico il piacere di suonare la loro musica.

 Certo, lo smooth jazz viene spesso, ingiustamente, considerato un genere “ruffiano”, morbido e carezzevole, ideale per i passaggi in radio ma non altrettanto per un concerto dal vivo o per ascolti particolarmente impegnati; proprio per le motivazioni indicate all’inizio di questo articolo, però, vi consigliamo lo stesso vivamente di ascoltarlo, poiché costituisce un valido primo passo per coloro che vogliano scoprire questo genere musicale e, in generale, che vogliano ampliare la propria cultura musicale.

Un modo diverso e piacevole di ascoltare reinterpretazioni di brani di Eric Clapton, Eurythmics, The Police, etc… oltre a risultare, anche per gli ascoltatori più scettici, un ottimo e piacevolissimo sottofondo musicale per una cena speciale o per un pomeriggio di studio e relax.

Insomma un disco senza grandi ambizioni artistiche ma che, proprio per questa sincera spensieratezza del trio, risulta genuino e davvero piacevole all’ascolto.

Tracklist:

01. The Game
02. Sing It Back
03. Mr Gorgeous (And Miss Curvaceous)
04. Beautiful Like Me (A Paper Doll)
05. Cover Me
06. Slave To The Rhythm
07. Sweet Dreams
08. C’Est Un Chat! (Probable)
09. Missis Hyde
10. Cocaine
11. Every Breath You Take
12. Beautiful Like Me (A Peper Doll) – Second Version

 


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Paolo Guidone

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