Fargas – Città animale (Private Stanze, 2019) di Francesco Sermarini

I modenesi Fargas devono conoscere bene il cantautorato italiano in tutte le sue forme, da quelle più recenti tendenti alla cosiddetta scena “indie” a quelle del passato che hanno costituito la storia della musica nostrana. Non a caso quando si parla dei Fargas vengono spesso citati nomi come quelli di Rino Gaetano o i due Vasco, sia Rossi che Brondi, come principali influenze del suond del gruppo. Dopo aver ascoltato questo Città animale viene spontaneo il dubbio se siano solamente delle influenze oppure delle vere e proprie appropriazioni degli stili appartenenti ai nomi precedentemente citati. Tutte le tracce del…

Score

Artwork
Potenzialità
Concept

Conclusione : Pieno di clichè

Voto Utenti : 4.85 ( 1 voti)
I modenesi Fargas devono conoscere bene il cantautorato italiano in tutte le sue forme, da quelle più recenti tendenti alla cosiddetta scena “indie” a quelle del passato che hanno costituito la storia della musica nostrana. Non a caso quando si parla dei Fargas vengono spesso citati nomi come quelli di Rino Gaetano o i due Vasco, sia Rossi che Brondi, come principali influenze del suond del gruppo. Dopo aver ascoltato questo Città animale viene spontaneo il dubbio se siano solamente delle influenze oppure delle vere e proprie appropriazioni degli stili appartenenti ai nomi precedentemente citati.

Tutte le tracce del disco non riescono a far emergere una personalità di quello che sono i Fargas, e mentre scorre la tracklist la sensazione di già sentito si fa sempre più preponderante. Il cantato di Luca Spaggiari, per quanto roca e calda, ricorda in troppi momenti quella di Vasco Rossi, i testi sono pieni di retorica e cliché del cantautorato degli anni ’10 (rappresentativa in questo caso Nina e le parole, con continui riferimenti alle strade di Bologna).

Strumentalmente parlando il disco non risulta mal arrangiato ma non riesce neanche ad eccellere, usando unicamente due registri come quelli della ballata e del rock semi acustico con inserti blues nel mezzo che rendono più ritmati alcuni brani come La fame o Signorina anarchia. In conclusione Città animale è un disco nato vecchio, con poca ispirazione e che presenta all’interno diversi stereotipi di questo tipo di musica. Adatto per chi impazzisce solamente al citar nominare Il Blasco.

Tracklist:

  1. Città animale
  2. Inverno d’Italia
  3. Corpi Santi
  4. La fame
  5. Io vorrei tu morissi ora
  6. Nina e le parole
  7. Modena
  8. Mappe
  9. Signorina anarchia


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Francesco Sermarini

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