Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT
Il disco è un mashup di sperimentazione varia, identificare un genere risulta molto complicato. La tendenza si sente punta ad una contaminazione presa un po’ qua e un po’ la tra Verdena, Bluvertigo, Afterhours ma anche Finley e alcune tendenze più vicine all’emo dei primi anni 2000. Il risultato tuttavia, soprattutto sul piano delle sonorità non riesce a tenere il livello dei riferimenti citati e stenta un po’ a poter reggere nel panorama musicale attuale.
Aldiquà è forse il brano meglio riuscito dell’album sia per compattezza sonora anche se anche questo rimanda ad un sapore 2007 e non 2020. Il démodé non è certo mai un errore, ma in questo momento viene da chiedersi più che altro se non rischi di diventare un limite per la possibilità di diffusione dei nuovi brani di Thisage. Molto curiosa la scelta di Tra noi stessi e la Luna, un recitato senza musica di stampo completamente teatrale, che porta il progetto dell’album completamente in un’altra dimensione meta-musicale (ma che forse sarebbe dovuta arrivare prima e non come penultima traccia, forse addirittura come intro).
Per quanto riguarda le elaborazioni testuali la scrittura è buona, quasi tutti i brani non hanno una narrazione lineare ma partono da un sentimento personale già vivo in medias res e si sviluppano attorno ad esso, una scelta un po’ ermetica che rende i brani poco universalizzabili ma ciò non è negativo perché questa non è la storia di tutti ma la storia di Thisage.
Tracklist:
- In gabbia
- Il vuoto davanti
- Sorprenditi
- Aldiquà
- Tenera è la lotta
- La fine del mondo
- Tra noi stessi e la luna
- Astronauti