Dubioza Kolektiv – #fakenews (Menart, 2020) di Francesco Sermarini

Nati nel 2003 in Bosnia-Erzegovina, i Dubioza Kolektiv sono un gruppo senza pretese artistiche e intellettuali, figli di quel misto fra ska, punk rock e reggae che sicuramente trova riscontri positivi in tutti coloro che prediligono avere un sottofondo musicale mentre sono impegnati nel rollarsi una canna. A distanza di quattro anni dal precedente Happy Machine, i Dubioza Kolektiv sono tornati con questo #fakenews, disco che fin dal titolo fa presagire il mood politico che trascina le canzoni che compongono il disco. Per quanto sia sempre cosa ben accetta il voler andare contro la disinformazione che aleggia oggigiorno internet…

Score

Artwork
Potenzialità
Concept

Conclusione : Già sentito

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Nati nel 2003 in Bosnia-Erzegovina, i Dubioza Kolektiv sono un gruppo senza pretese artistiche e intellettuali, figli di quel misto fra ska, punk rock e reggae che sicuramente trova riscontri positivi in tutti coloro che prediligono avere un sottofondo musicale mentre sono impegnati nel rollarsi una canna.

A distanza di quattro anni dal precedente Happy Machine, i Dubioza Kolektiv sono tornati con questo #fakenews, disco che fin dal titolo fa presagire il mood politico che trascina le canzoni che compongono il disco. Per quanto sia sempre cosa ben accetta il voler andare contro la disinformazione che aleggia oggigiorno internet e i conseguenti estremismi che porta, bisogna dire che i temi vengono trattati con superficialità, con delle lyrics banali e mai veramente cattive nei confronti del “sistema”. Per quanto riguarda la parte prettamente strumentale, come accennato a inizio recensione i nostri suonano un punk rock con forti influenze reggae, basti ascoltare brani come Don’t Stop, Dumb o Wild Wild East. Oltre a questo si aggiunge anche una componente elettronica presente in molte delle canzoni, come nell’iniziale Cross the Line oppure in Minimal. C’è da sottolineare che queste parti EDM non aggiungono niente di originale alla composizione delle canzoni, limitandosi ad essere esclusivamente dei drop che vanno a rimpiazzare i classici ritornelli.

Per quanto i Dubioza Kolektiv abbiano avuto qualche idea interessante nella composizione di questo #fakenews (fra i tanti feat troviamo Robby Megabyte, il primo robot con sembianze umanoidi ad essere entrato nel mondo della musica), essi non riescono ad emergere fra i migliaia di gruppi simili dediti a suonare ininterrottamente nei maggiori festival europei dediti alla legalizzazione delle droghe leggere. Musica senza pretese, ovviamente, e per molti potrà anche essere divertente, ma alla lunga risulta solo noiosa.

Tracklist:

  1. Cross the Line (feat. Manu Chao)
  2. Space Song (feat. Earl Sixteen)
  3. Minimal (fest. Soviet Suprem)
  4. Hoy Marijuana (feat. Los de Abajo)
  5. Take My Job Away (feat. Robby Megabyte)
  6. Don’t Stop
  7. French Song
  8. Dumb
  9. Wild Wild East


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Francesco Sermarini

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