Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT
Tuttavia, l’indefinitezza del genere che ondeggia tra folk/pop e rock rende leggermente difficile l’ascolto di un disco che in realtà non è un vero e proprio disco ma sembrerebbe più una raccolta di un gruppo che appunto trova la sua vocazione principale nel live.
I testi e la presenza sempre di questa sceneggiatura semi teatrale come nel Non ho tempo per i monologhi che in realtà è un monologo parlato con soltanto il piano sotto, è una pratica che non apprezzo, che ho già criticato in altre opere recensite e che trovo che appesantisca e renda autoreferenziale e leggermente intellettualistico il disco.
Lungi dall’essere un attacco al gruppo, qui mi viene richiesto di analizzare un disco come prodotto a se stante e onestamente come “Prodotto” da vendere o divulgare tramite i caratteri tradizionali della discografia penso che sia abbastanza limitato nel suo potenziale. Nonostante ciò credo che la band sia ben consapevole che la sua strada è quella dell’esibizione dal vivo, con il coinvolgimento del pubblico quindi non credo si offenderà per tale analisi, augurando a loro e a tutti i musicisti d’Italia di poter al più presto tornare liberamente a calcare i palchi davanti al pubblico.
Tracklist:
- Vecchio Frank
- Come scivola la notte dalle dita
- Piazza della Pioggia
- Il pane duro
- Piove a Parigi
- Un marinaio che non sa nuotare
- Camminavo e tu danzavi (Piazza della Pioggia Reprise)
- Non ho tempo per i monologhi
- Il Pane Duro (Instrumental)