Warmhouse – 1984 (Spazio Dischi, 2020) di Giuseppe Grieco
Interessante connubio quello creato dai Warmhouse, band pugliese che ha scelto di farsi conoscere con 1984, un EP che funge da biglietto da visita e manifesto d’intenzioni. Nei cinque brani troviamo un sound molto vicino al brit-rock, in particolar modo per quanto riguarda l’uso delle chitarre e di certe sferzate dei synth. I testi, anch’essi anglofoni, trattano di rapporti umani, delusioni, difficoltà nelle relazioni umane. Interessane connubio dicevamo, questo perché la matrice rock è sporcata e deformata dall’uso della drum machine (1984), l’elettronica si insinua inquieta (Molko Monday), ma troviamo anche momenti di rock più classico e puro (Marble).…
Score
ARTWORK
POTENZIALITA'
CONCEPT
70
Voto Utenti : 4.64 ( 13 voti)
Interessante connubio quello creato dai Warmhouse, band pugliese che ha scelto di farsi conoscere con 1984, un EP che funge da biglietto da visita e manifesto d’intenzioni.
Nei cinque brani troviamo un sound molto vicino al brit-rock, in particolar modo per quanto riguarda l’uso delle chitarre e di certe sferzate dei synth. I testi, anch’essi anglofoni, trattano di rapporti umani, delusioni, difficoltà nelle relazioni umane.
Interessane connubio dicevamo, questo perché la matrice rock è sporcata e deformata dall’uso della drum machine (1984), l’elettronica si insinua inquieta (Molko Monday), ma troviamo anche momenti di rock più classico e puro (Marble).
I Warmhouse hanno gettato delle buone basi per la loro carriera, 1984 assolve dignitosamente come accattivante presentazione. Vedremo cosa ci diranno in futuro.