SMITH/KOTZEN: Smith/Kotzen

di Edoardo Latini

Una delle notizie più liete di questo venerdì 26 marzo 2021 è l’uscita dell’album Smith/Kotzen, dell’omonimo duo formato dal leggendario chitarrista degli Iron Maiden, Adrian Smith, e da Richie Kotzen, in forza ai Poison e al supergruppo Mr. Big, e che recentemente si è distinto soprattutto per una brillante carriera solista. Il passato e il presente delle due divinità della chitarra si intrecciano in questo album dal suono duro ma orecchiabile, con molte influenze anni’70, ma che allo stesso tempo lascia in bocca un sapore di fresco per allietare sia l’orecchio dei più tradizionalisti, legati al passato del duo, sia chi, invece, è alla ricerca di rock più fresco e moderno.

Smith/Kotzen Artwork

Smith/Kotzen si apre con Taking my chances, uno dei tre singoli estratti finora dall’album, vuoi anche per le melodie cantabili del pezzo. Il brano è una cavalcata rock che vede alternarsi alle voci Smith e Kotzen e che si chiude con le chitarre dei due che si rincorrono in un mix di talento e virtuosismo.

Sulla stessa linea di Taking my chances, la seconda traccia Running propone ancora un rock duro e incalzante, impreziosita dalle splendide note che escono dalle sei corde del duo. Dopo aver attivato nell’ascoltatore la modalità “headbanging”, a calmare gli animi ci pensa Scars, una ballata elettrica carica di emozioni che attinge a piene mani dal repertorio più blues dei due. Blues protagonista anche delle due tracce successive Some People e Glory Road.

In Solar Fire Richie Kotzen prende in mano il microfono e fa ritornare l’album sui ritmi duri e spinti dell’inizio, arricchendo il tutto con preziosissimi assoli. Da notare è la comparsa alle pelli di Nicko McBrain, venuto a dar man forte al compagno di gruppo Adrian Smith.

La successiva You don’t know me di circa sette minuti è il brano più lungo del disco, per via delle diverse parti strumentali che ben si fanno ascoltare grazie alla maestria dei due chitarristi, i quali cullano l’ascoltatore e lo proiettano verso la successiva I wanna stay, il brano sicuramente più dolce del disco, lasciando, ancora una volta, spazio ad un turbine di emozioni.

Smith/Kotzen si chiude in maniera del tutto circolare con il ritorno al rock pesante di inizio album: ‘Til tomorrow si ricorda soprattutto per i magnifici intrecci di chitarra che riempiono tutta la spina dorsale del pezzo, passando, tramite un brivido, a quella dell’ascoltatore.

Adrian Smith e Richie Kotzen

Mettere insieme due grandi personalità, soprattutto con queste abilità nella sei corde, è sempre difficile: se non si crea la giusta alchimia tra i due artisti, il rischio di tirare fuori un album privo di voce interiore è alto. Smith/Kotzen, però, è un prodotto non soltanto destinato al successo commerciale ma in grado anche di emozionarsi ed emozionare:

l’alternanza tra suoni più spinti e dolci ballate a sfumature blues raccoglie i consensi di tutti gli ascoltatori, a partire da quelli che possono essere i fan più integralisti degli Iron Maiden, fino ad arrivare a chi è abituato ad un ascolto meno spigoloso e con melodie più orecchiabili. Smith/Kotzen si candida ad essere una luce nel buio che tiene viva la speranza degli ascoltatori legati al genere e un punto di riferimento per giovani, artisti e non, che per ovvie ragioni anagrafiche non hanno potuto vivere gli anni d’oro del rock.

Tracklist:

Taking My Chances

Running

Scars

Some People

Glory Road

Solar Fire

You Don’t Know Me

I Wanna Stay

‘Til Tomorrow

Facebook Richie Kotzen: https://www.facebook.com/richiekotzenmusic


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Edoardo Latini

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