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Questa volta si parte dalla fine: LTE3, il terzo album dei Liquid Tension Experiment, è uno dei migliori album del 2021, senza se e senza ma. Del resto, cosa vuoi dire a quei 4 ragazzacci che lo hanno composto, ovvero a John Petrucci, Jordan Rudess (entrambi militanti nei Dream Theater), Mike Portnoy (ex-Dream Theater, più svariate collaborazioni tra cui The Winery Dogs, Haken e Transatlantic) e all’inossidabile Tony Levin (King Crimson e Peter Gabriel, giusto per fare due nomi)?

La cosa più incredibile ascoltando questo disco è che sia stato concepito e registrato in gran segreto in sole 2 settimane, durante l’estate scorsa, ad oltre 20 anni di distanza dall’album precedente. Incredibile, perchè si potrebbe pensare ad un po’ di ruggine, ad un feeling da ritrovare ed invece niente, questi 4 mostri sacri si sono ritrovati, hanno messo mano agli strumenti, acceso gli amplificatori e via, riprendendo esattamente da dove si erano lasciati.
Non si fa tempo a schiacciare “play” che si viene subito presi letteralmente d’assalto, già dai primissimi secondi di Hypersonic, non una canzone, ma una vera e propria prova di forza, messa in atto dal dinamico duo Portnoy-Petrucci (chissà se avrà giovato la collaborazione tra i due durante la registrazione di “Terminal Velocity”, progetto solista di quest’ultimo), entrambi in grandissimo spolvero, in un alternarsi di riff, assoli, virtuosismi e tecnicismi di grandissimo effetto. I 20 anni cui si faceva riferimento poc’anzi svaniscono in un amen e di colpo ci si ritrova proiettati alla fine degli anni ‘90, quando il buon Mike suonava nei DT.
Ancora più indietro nel tempo si va con la traccia seguente, Beating the Odds, dove a prendersi la scena questa volta sono le tastiere di Rudess, dal suono vintage ed allegro, fedelmente accompagnate dalle chitarre del suo compagno di band.
Cambia totalmente il mood con Liquid Evolution, la più breve traccia dell’album, di fatto un intermezzo di 3 minuti dalle sonorità orientali in salsa jazz, piacevolissima all’ascolto, quasi una boccata d’ossigeno dopo un inizio in apnea.
Si riparte di gran carriera con The Passage of Time, la prima delle 4 tracce composte interamente dal gruppo (esattamente come nei due album precedenti), cui si accompagnano, in questo caso, 2 duetti, una improvvisazione ed una cover. Il pezzo risulta sostanzialmente equilibrato, seppur basato su schema e composizione “classici”, in cui ogni componente della band dà il suo contributo senza emergere troppo rispetto agli altri, un pezzo LTE al 100% il cui unico difetto, a voler essere pignoli, è la mancanza di un pizzico di fantasia.
Con Chris & Kevin’s Amazing Odyssey si ritorna prepotentemente all’avanguardia, in un ideale percorso cominciato con Chris & Kevin’s Excellent Adventure (dal primo album “LTE”) e proseguito con Chris & Kevin’s Bogus Journey (dall’album “Spontaneous Combustion”, registrato dalla band all’epoca priva di Petrucci – e ribattezzata Liquid Trio Experiment per l’occasione): il protagonista è finalmente Tony Levin, con il suo basso a metà tra l’ipnotico e lo psichedelico, mirabilmente supportato da Portnoy.

E ora, il coup de théâtre, ovvero la cover di Rhapsody in Blue di George Gershwin in chiave progressive, peraltro non nuova ai fan della band, in quanto presente nell’album “Liquid Tension Experiment Live in LA” registrato nel 2008. Se tecnicamente di cover si tratta, in realtà si potrebbe parlare di rivisitazione: Petrucci&co. sono infatti riusciti a ridare vita ad un’opera già particolarmente originale e all’avanguardia per l’epoca in cui fu scritta – metà degli anni ‘20 – rivedendo ciascuna parte e sostituendola in maniera efficace e convincente (basti pensare al clarinetto, rimpiazzato egregiamente dal chapman stick di Tony Levin).
Shades of Hope vede l’altro duetto in pista, Rudess/Petrucci, ovvero pianoforte/chitarra intrecciati in una apprezzabilissima ballad che punta più sulle emozioni che sulla tecnica, grazie anche all’affiatamento tra i due artisti, così forte che la registrazione del pezzo è stata fatta al primo tentativo.
A chiudere l’album è Key to the Imagination, 13 minuti di pura composizione griffata LTE, con i suoi cambi di ritmo e di tempo, il suo alternarsi di strumenti e di note, di assoli e di improvvisazioni, da gustare tutti d’un fiato fino alla fine, in un crescendo da suite d’orchestra, proprio come in Overture, tratta da “Six Degrees of Inner Turbulence”.

Si ribadisce il concetto: LTE3 è uno dei migliori album del 2021, senza se e senza ma. Un concentrato di tecnica e di bravura in poco più di 60 minuti (che diventano quasi 2 ore se si considera anche il bonus disc composto da jam-sessions), una testimonianza di bravura assoluta quanto spontanea, se si considera il fatto che, citando le parole dello stesso Tony Levin, “l’unica cosa a metterci pressione era cosa ordinare per cena”.
Tracklist:
1. Hypersonic
2. Beating the Odds
3. Liquid Evolution
4. The Passage of Time
5. Chris & Kevin’s Amazing Odyssey
6. Rhapsody in Blue
7. Shades of Hope
8. Key to the Imagination
Bonus Disc:
1. Blink of an Eye
2. Solid Resolution Theory
3. View from the Mountaintop
4. Your Beard Is Good
5. Ya Mon
L’album è disponibile nei seguenti formati:
– Digital album (2CD)
– Gatefold 2LP+CD
– Limited Edition 2CD Digipak
– Limited Edition 2CD+Blu-ray Artbook
– Limited Edition Deluxe hot pink 3LP+2CD+Blu-ray Box Set (comprendenti 4 stampe+ 1 poster – la versione Blu-ray contiene un mix 5.1 surround con visual e un’intervista alla band)
Se volete saperne di più sui singoli di LTE3, guardate QUI e QUI
MIKE PORTNOY: OFFICIAL SITE – FACEBOOK – INSTAGRAM
JOHN PETRUCCI: OFFICIAL SITE – FACEBOOK – INSTAGRAM
JORDAN RUDESS: OFFICIAL SITE – FACEBOOK – INSTAGRAM
TONY LEVIN: OFFICIAL SITE – FACEBOOK – INSTAGRAM