SNAER: Frozen Alchemy

Esordiscono con il loro primo full lenght gli americani Snaer, con il loro Frozen Alchemy.

La formula usata dal terzetto di Pittsfield è piuttosto basilare: un black metal un po’ atipico e perfettamente classificabile nella third wave del genere, ma con qualche spunto interessante e allo stesso tempo innovativo.

Anche se mai come in questo caso innovativo equivale a far storcere il naso.

Partiamo dal presupposto che questo album non verrà amato dai puristi del black metal dalle sonorità raw di inizio anni ’90, il disco infatti si snoda un po’ affannosamente in qualche virtuosismo di troppo.

Troviamo infatti voci narranti campionate in stile quantomeno discutibile, prodezze in assolo del basso e, oltretutto, un orecchio allenato riconoscerà distintamente diverse imprecisioni ritmiche.

Sembra quasi che la voglia del trio americano di sollevarsi dalla massa si sia trasformata in una eccessiva esuberanza.

Tutto questo ha contribuito a “impastare” le melodie con i riff, gli assoli di chitarra che sembrano uscire direttamente da un disco dei Pantera e confondersi con una sezione di batteria che a tratti sembra arrancare per tenere il passo.

Insomma ci siamo trovati più e più volte e esclamare “c’è davvero troppa roba”.

Un vero peccato, anche perchè una menzione speciale va al comparto vocale di Joe Doom: preciso e con uno screaming davvero convincente e ben eseguito.

Le cartucce buone vengono esplose nella prima parte del lavoro degli Snaer poi, andando avanti, lo stupore iniziale e lo spiazzamento lasciano il posto a un trascinarsi melodico francamente noioso, con rarissimi sobbalzi sulla sedia da parte di chi ascolta.

La sensazione è che sia un colpo sparato a salve questo disco, senza troppa infamia, ma con pochissime lodi e spunti interessanti e degni di nota.

https://www.facebook.com/snaer/

Tracklist:

1 Intro

2 Black Stain

3 Gholus of the sea

4 Black bear mauling

5 Endless suffering

6 Frozen alchemy

7 Snaer

8 March to the ovens

9 The return


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Luca Battaglia

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