ERIC GALES: Crown

Crown,  e’ l’ultimo lavoro dell’eclettico e celeberrimo bluesman Eric Gales, un vero e proprio suggestivo e divertente viaggio nel mondo blues/rock degli ultimi 30 anni. Prodotto da Joe Bonamassa e Josh Smith per la Provogue/Mascot Label Group, Crown  è un album che contiene con sapiente destrezza  blues, rock, soul, R&B, fusion jazz e funk , il tutto interpretato dalla virtuosissima chitarra e calda voce di Gales. Il disco è compost da ben 16 tracce, spesso assai diverse tra di esse per stile ed intensità, e di cui ben 13 son state scritte da Gales, assieme a Bonamassa e Smith, noché…

Score

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potenzialità
espressione

Voto Utenti : 4.31 ( 1 voti)

Crown,  e’ l’ultimo lavoro dell’eclettico e celeberrimo bluesman Eric Gales, un vero e proprio suggestivo e divertente viaggio nel mondo blues/rock degli ultimi 30 anni. Prodotto da Joe Bonamassa e Josh Smith per la Provogue/Mascot Label GroupCrown  è un album che contiene con sapiente destrezza  blues, rock, soul, R&B, fusion jazz e funk , il tutto interpretato dalla virtuosissima chitarra e calda voce di Gales.

Il disco è compost da ben 16 tracce, spesso assai diverse tra di esse per stile ed intensità, e di cui ben 13 son state scritte da Gales, assieme a Bonamassa e Smith, noché con ulteriori marginali ma efficaci contributi di importanti artisti del mondo blues contemporaneo, quali Tom Hambridge, James House, Keb’ Mo’ e LaDonna Gals.

Eric Gales non abbandona del tutto il suo tipico stile fusion, con le sue note influenze psychedeliche e di sapore Hendrixiano, tuttavia in Crown egli pare voler fare un ulteriore passo di crescita stilistica, sfruttando appieno il potenziale delle collaborazioni artistiche del disco.

Ascoltando le 16 tracce, infatti, pare di attraversare una serie di distinti album, tanto diversi quanto simili tra di loro, e ciò la dice lunga sul talento di Gales: si va dal soul di Keb’mo / Bomassa del brano “Put that Back” al tributo funky a James Brown in “Take me just as i am” per finire in un brano dall’inconfondibile sapore del leggendario Steve Ray Vaughan in “Too close to the fire”.

E’ invece la opening song “Death of Me” ad avere un sound più sinceramente blues, seguita addirittura dal una traccia in cui Gales canta a cappella in stile R&B di “The Storm”.

Ogni traccia del disco ha una propria anima, una propria intensità, una propria precisa posizione nel progetto artistico, che risulta dunque tutt’altro che confuso, anzi un piccolo capolavoro di sperimentazione, capacità tecnica e, perché no, coraggio espressivo.

Eric Gales è infatti uno dei più importanti quanto contrversi rinnovatori del genere blues, che troppo frettolosamente era dato ormai per esauritosi circa 25 anni fa. Ebbene Gales, come altri suoi collaboratori di questo bel disco, hanno avuto il coraggio e la eccezionale lungimiranza di contaminare il “vecchio blues” con generi ben più moderni quali il funk, l’R&B, il soul, il fusion jazz, riuscendo a creare un vero proprio “nuovo blues” che ben poco ha da invidiare alle proprie antiche origini.

La chitarra di Gales urla, ride, piange, si diverta, ostenta.

La chitarra di Gales è inzuppata di stupendo Blues.

In Crown troviamo passione, frustrazione, rabbia, spensieratezza, gioia, vizio e redenzione, il tutto condito da impressionante virtuosismo chitarristico: insomma troviamo dell’ottimo rock/blues.

Ascoltare per credere.

Track List:

1. Death of Me
2. The Storm
3. Had to Dip
4. I Want My Crown (feat. Joe Bonamassa)
5. Stand Up
6. Survivor
7. You Don’t Know the Blues
8. Rattlin’ Change
9. Too Close To The Fire
10. Put That Back
11. Take Me Just As I Am (feat. LaDonna Gales)
12. Cupcakin’
13. Let Me Start with This
14. I Found Her
15. My Own Best Friend
16. I Gotta Go


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Paolo Guidone

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