BLACK COUNTRY, NEW ROAD: Ants from up there

Se For The First Time può essere considerato un debutto col botto, il secondo disco del collettivo britannico andrebbe inserito certamente tra i migliori album del 2022, naturale prosecuzione di una evoluzione musicale per una band che mostra delle peculiarità fuori del comune. Fino a qui tutto bene ma, purtroppo, a pochi giorni dall’uscita di Ants from up there viene annunciata l’uscita di scena del cantante e chitarrista Isaac Wood. Ma forse anche questo rientra nello stato delle cose in ambito artistico. Dal punto di vista stilistico questo nuovo lavoro risulta molto diverso dal primo, se prima l’hype era…

Score

Artwork
Potenzialità
Concept

Voto Utenti : 4.56 ( 1 voti)

Se For The First Time può essere considerato un debutto col botto, il secondo disco del collettivo britannico andrebbe inserito certamente tra i migliori album del 2022, naturale prosecuzione di una evoluzione musicale per una band che mostra delle peculiarità fuori del comune.

Fino a qui tutto bene ma, purtroppo, a pochi giorni dall’uscita di Ants from up there viene annunciata l’uscita di scena del cantante e chitarrista Isaac Wood. Ma forse anche questo rientra nello stato delle cose in ambito artistico.

Dal punto di vista stilistico questo nuovo lavoro risulta molto diverso dal primo, se prima l’hype era post punk, ricco di ritmo e del tutto illogico (non seguiva una direzione, ma per questo motivo sorprendente), ora tutto è molto più omogeneo e compatto, con maggiori inserti melodici e con un approccio più vicino alla forma canzone.

Se l’intro è strumentale, il singolo Chaos space si presenta come un brano post rock, ricco di fiati e piano, e qualcuno lo ha giustamente accostato agli Arcade Fire, ma le sorprese non finiscono qui.

La successiva Concorde ha un incedere molto lento, ma poi diventa potente e dinamica nella seconda parte; anche se molte rimangono le coordinate di riferimento (ci sono influenze che rimandano al prog dei Genesis, Gabriel e King Crimson), il mood è più rilassato e ambient, come la bellissima Snow Globes, ballad tutto chitarra e batteria.

Ma l’apice viene raggiunto con la conclusiva suite Basketball shoes, eseguita magistralmente dall’orchestra al completo, summa di quello che è diventato in pochissimo tempo il black country sound.

Si passa da sperimentazioni jazzistiche, a momenti lirici e introspettivi.
Un variegato mix di suoni, sensazioni ed emozioni che faranno diventare Ants from up there uno dei dischi più interessanti dell’alternative rock britannico odierno.

TRACKLIST:

01. Intro (00:55)

02. Chaos Space Marine (03:37)

03. Concorde (06:04)

04. Bread Song (06:21)

05. Good Will Hunting (04:58)

06. Haldern (05:05)

07. Mark’s Theme (02:47)

08. The Place Where He Inserted The Blade (07:13)

09. Snow Globes (09:13)

10. Basketball Shoes (12:37)



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Gianni Vittorio

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