Questa sera il popolo rocckettaro ha fatto tappa all’Alcatraz di Milano per un evento imperdibile, in quanto si esibirà un artista che non ha bisogno di presentazioni, colui che ha creato il connubio tra musica rock e l’horror influenzando con i suoi spettacoli artisti del calibro di Rob Zombie, Marylin Manson, Lordi e altri, colui che non esegue un semplice concerto ma mette in piedi un vero e proprio spettacolo, si tratta del leggendario ALICE COOPER pronto ad entusiasmare i suoi fedeli seguaci. L’onore di aprire il suo show spetta ad un artista di tutto rispetto, ovvero il grandioso MICHAEL MONROE ex cantante degli Hanoi Rocks forte dell’appena pubblicato nuovo disco solista I Live Too Fast To Die Young. Questa strabiliante doppietta renderà davvero speciale questa serata targata Vertigo, fuori dal locale è presente una lunga fila di fans e non appena aprono i cancelli scatta la tradizionale corsa per conquistare la prima fila.
Il tempo passa e man mano il locale si riempie ma ad un tratto le luci si spengono e parte l’intro, la tensione cresce e i musicisti prendono posizione acclamati dai presenti, ecco comparire Mr. MICHAEL MONROE che senza indugi attacca con One Man Gang facendo entrare subito l’audience nel vivo del concerto. Dall’ultimo disco solista I Live Too Fast To Die Young suona la title trackeMurder The Summer Of Love molto apprezzati, dopodiché attinge dal passato cavalli di battaglia come Trick Of The Wrist e Ballad Of The Lover East Side, ovviamente non potevano mancare pezzi degli Hanoi Rocks ed ecco che estrae dal cilindro Malibu Beach Nightmare e Motorvatin’, inoltre ci delizia con un paio di cover ovvero Around The Bend dei Creedence Clearwater Reviva e Nothin’s Alright dei Demolition 23, esaltando i fans che lo acclamano a gran voce ma senza scomporsi più di tanto in salti e balli. La band è in forma smagliante e tiene il palco con dinamicità e coesione mentre l’energia del loro rock’n’roll, dilaga sfociando dalle corde di Steve Conte e Rich Jones in una moltitudine di riff travolgenti e assoli spumeggianti, le marcate linee di basso ad opera di Sam Yaffa legano saldamente la ritmica, infine tutto è sostenuto dalle scalpitanti parti di batteria messe a punto da Karl Rockfist. Ogni componente funziona alla perfezione ma ovviamente il padrone della scena che funge da collante è il biondo crinito MICHAEL MONROE, che tiene in pugno la folla aumentata grazie alla sua voce frizzante e al suo ineguagliabile carisma, muovendosi ancora con l’agilità di un ragazzino tra salti e spaccate, salendo sugli amplificatori e sulla transenna aumentando il contatto diretto, e, come se non bastasse durante la performance lancia dei ventagli rossi per lasciare un’ulteriore ricordo, inoltre oltre alle sue doti di cantante e frontman dimostra il suo talento con l’armonica e il sassofono. Col procedere dell’esibizione l’entusiasmo è sempre stato costante sino alla conclusiva Dead, Jail Or Rock’n’Roll per un finale esplosivo, MICHAEL MONROE e soci si sono dimostrati un ottimo special guest scaldando il pubblico a dovere e preparandolo al meglio per il tanto atteso headliner, accompagnati da urla e applausi possono lasciare degnamente il palco.
Setlist:
One Man Gang
I Live Too Fast To Die Young
Last Train To Tokyo
Murder The Summer Of Love
Trick Of The Wrist
’78
Ballad Of The Lover East Side
Nothin’s Alright (Demolition 23 cover)
Malibu Beach Nightmare (Hanoi Rocks cover)
Motorvatin’ (Hanoi Rocks cover)
Up Around The Bend (Creedence Clearwater Revival cover)
Dead, Jail Or Rock’n’Roll
Signore e signori siamo giunti al momento tanto atteso, dall’alto del palco la calata del telone con gli occhi giganti di ALICE COOPER fa riecheggiare il numeroso pubblico, l’attesa durante il cambio palco sembra infinita fino a quando le luci si spengono e parte l’intro Nightmare Castle dove una voce tetra dà il benvenuto al “Alice Cooper’s Nightmare Castle”, la tensione è alle stelle e viene spezzata da Feed My Frankenstein, il telone cade ed ecco apparire i musicisti sul mastodontico castello, il cui portone si spalanca e Mr. ALICE COOPER fa il suo ingresso ad effetto armato di cilindro e bastone. Inutile dire che l’audience va subito in delirio incantato dalla maestosa e spettrale coreografia, Mr. COOPER e la sua band che si stagliano a fronte palco, a loro volta sovrastati dal gigantesco Frankenstein robot, in seguito l’entusiasmo cresce con perle del passato come No More Mr. Nice Guy, Bed Of Nails, Hey Stoopid, I’m Eighteen e Poison cantate a squarciagola dai fans in visibilio, da un mito del rock ci si può aspettare solo grandi canzoni che attinge qua e la dalla vasta discografia, sino ad arrivare al nuovo disco Detroit Stories pubblicato nel 2021 dal quale esegue solo Go Man Go. I suoi fedeli musicisti detengono una notevole tenuta di palco, sono quattro personalità distinte che nell’insieme generano un sound travolgente senza mai perdere l’interazione con il pubblico: Ryan Roxie, Nita Strauss e Tommy Henriksen alle chitarre sono un’invincibile tripletta, pezzo dopo pezzo le loro corde s’intrecciano creando una ragnatela di riff taglienti e sfreccianti assoli che intrappolano la folla, il fisicato Chuck Garric amalgama la ritmica con possenti linee di basso, mentre alla base del castello il potente Glen Sobel funge da motore pestando su piatti e pelli dando una marcia in più a ogni pezzo. Inoltre avranno l’occasione di dimostrare rispettivamente la loro bravura, quando Mr. COOPER gli cede il palco per eseguire strumentalmente Devil’s Food, mentre nella successiva Black Widow Jam ognuno esprimerà il proprio talento nelle parti soliste, a metà concerto il palco sarà tutto dell’affascinante Nita Strauss che partendo dalla torre del castello, suonerà un favoloso assolo fino a centro palco ammaliando il pubblico. Ovviamente il direttore dell’orchestra è il l’inossidabile Mr. COOPER che indossi la camicia di forza o la camicia bianca insanguinata, che sia armato di bastone, coltello, sciabola o frustino, con i suoi ineguagliabili occhi e la sua inconfondibile voce a tratti marcata, graffiata, tetra e malinconica. Sempre lui cura la parte coreografica e teatrale, come in He’s Back (The Man Behind The Mask) dove due ragazze entrano in scena per farsi dei selfie inconsapevoli che saranno uccise da Jason Woorhees, un macabro bambino gigante camminerà sul palco durante Billion Dollar Babies, struggente ed emozionante l’esecuzione di Steven dove fa la sua performance anche sua moglie Sheryl Cooper con tanto di culla e neonato, la canzone/recita fa parte di un trittico ben costruito infatti si aggancia a Dead Babies dove COOPER cerca di uccidere il neonatoma viene fermato da due sinistre figure, che lo portano alla famigerata ghigliottina dove lo aspetta il boia, questo è il momento più atteso dello show e Sheryl incita l’audience al massimo e…. decapitato! Sheryl raccoglie la testa mostrandola con fierezza e nel momento in cui la bacia parte I Love The Dead assolutamente fenomenale; Sheryl la vediamo comparire anche sul pezzo Roses On White Lace in veste di sposa cadavere, in entrambi in casi il suo make-up e outfit è perfettamente curato. Mr. COOPER alla veneranda età di 74 anni ha ancora energia da vendere, tiene il palco per l’intero show con una grande carisma e un potere magnetico sul pubblico da far invidia alle nuove generazioni, il tutto è studiato nei minimi dettagli senza lasciare niente al caso dalle tempistiche, ai costumi, alle coreografie e scenografie, un vero e proprio spettacolo a tutto tondo che solo Mr. COOPER riesce a realizzare. Il tutto culmina con il suono della campanella! Segnale inconfondibile del pezzo di chiusura School’s Out abilmente mixata con la celebre Another Brick In The Wall Pt.2 dei Pink Floyd, durante la quale Mr. COOPER viene raggiunto anche da MICHAEL MONROE ed è un piacere vederli duettare come due amici d’infanzia, inoltre lanciano palloni giganti che il pubblico si diverte a far rimbalzare e quando scoppiano per mano della spada di Mr. COOPER,è una pioggia di coriandoli, stelle filanti e dollari marchiati con il suo viso, per un finale spettacolare dopodiché sommersi da infiniti applausi e urla lasciano trionfalmente il palco ritirandosi nel “Alice Cooper’s Nightmare Castle”.
Non c’è altro da dire MICHAEL MONROE e Mr. COOPER con le rispettive band, hanno trasformato l’Alcatraz in un tempio del rock’n’roll, esaltando i fans all’inverosimile come solo artisti di grande passione ed esperienza sanno fare. Ringraziamo Vertigo per aver organizzato questa fantastico evento, sperando in tanti altri futuri. Alla prossima!
CONCLUSIONE
Setlist:
Feed My Frankenstein
No More Mr. Nice Guy
Bed Of Nails
Hey Stoopid
Fallen In Love
Be My Lover
Go Man Go
Under My Wheels
He’s Back (The Man Behind The Mask)
Go To Hell
I’m Eighteen
Poison
Billion Dollar Babies
Guitar Solo (Nita Strauss)
Roses On White Lace
My Stars
Devil’s Food (band only)
Black Widow Jam (band only)
Steven
Dead Babies
I Love The Dead
Escape
Teenage Frankenstein
School’s Out / Another Brick In The Wall Pt.2 (con Michael Monroe)