Ben trovati al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) dove si prospetta una serata di assoluto divertimento, la HUB MUSIC FACTORY ha chiamato sul palco i travolgenti DROPKICK MURPHYS paladini del celtic punk, forti della pubblicazione del decimo disco Turn Up That Dial uscito l’anno scorso. Ma non è finita il piatto si arricchisce di due special guest italiani e uno straniero, i nostri sono i BULL BRIGADE con i LOS FASTIDIOS, mentre in apertura abbiamo l’artista l’americano JESSE AHERN. La gente comincia ad arrivare lentamente da metà pomeriggio, il posto offre la possibilità di rilassarsi in aree verdi con punti di ristoro, ma ovviamente non mancano mai gli assalitori della transenna.
Ad aprire le danze spetta alcantautore-chitarrista americano JESSE AHERN,proveniente dal Quincy che si è fatto stradasuonando nelle metropolitane, negli Open Mic Nights e nei bar di Boston. Quando entra in scena i presenti sono pochi e la maggior parte preferisce ascoltarlo dalla zona relax, JESSE per niente intimidito esordisce con Just A Moment, facendo alleggiare nell’aria ritmiche country con influenze blues molto orecchiabili, accompagnate da un cantato scorrevole dal timbro marcato e leggermente graffiato. Il repertorio è tratto dall’ultimo disco Heartache and Love e qualcuno del passato, il tempo a disposizione non molto e con Highway of Life conclude una breve performance che ha allietato i presenti, la cui risposta è certamente positiva. JESSE AHERN semplicemente con la sua voce e la chitarra acustica ha saputo riempire degnamente il palco, dando il via alla giornata e aprendo il sipario alla band successiva.
Setlist:
Just A Moment
Heartache and Love
The Older I Get
Broken Jaw
Honor Is All We Know
What’s Wrong With
Highway of Life
Ora è il momento dei torinesi BULL BRIGADE nati nel2006 dalle ceneri dei Banda Del Rione e Bad Dog Boogie, con loro si cambia registro passando al punk rock e con Ultima Città, iniziano a lanciare riff coinvolgenti con sferzate di assoli, marcate linee di basso e trascinanti parti di batteria, completato da una voce graffiante e il supporto di tutti nei cori. Nel pubblico discretamente aumentato si distinguono dei fans che cantano in coro, la gente comincia a scaldarsi con leggere pogate e l’atmosfera si fa allegra. Nel 2021 hanno pubblicato il terzo disco Il Fuoco Non Si è Spento, sul quale è maggiormente basato il repertorio e complessivamente ogni canzone è apprezzata sino alla conclusiva Mai Confonderla. Senza dubbio i BULL BRIGADE grazie alla dinamica presenza scenica e forza di coinvolgimento, hanno dato un’ulteriore spinta alla giornataguadagnandosi l’affetto e il rispetto del pubblico.
Setlist:
Ultima Città
Cuori Stanchi
Quaranta
Il Fuoco Non Si è Spento
Ansia
Way Of Life
Collina
Mai Confonderla
Ora direttamente da Verona passiamo la parola ai LOS FASTIDIOS sulla breccia dal 1997, che dopo la calorosa accoglienza del pubblico sempre più numeroso, partono in quarta sulle note di Monkeys risollevando gli animi a suon di streetska-punk. Con il procedere dei pezzi si notano nel sound influenze dal raggae al blues soprattutto negli assoli di chitarra, inoltre la ritmica dettata da Filippo “Bibol” presenta sia tempi lenti che brusche accelerazioni, ben amalgamate da Ciacio al basso e che viaggiano di pari passo con le volubili parti di batteria da parte di Nicolò “Bacchetta”. Questo sound variabile permette alla gente di passare dai balli spensierati a pogare animatamente, incitati dal fondatore Enrico che si rivela un frontman di alto livello, che inserisce nei testi anche delle parti in altre lingue come francese e inglese e tedesco. La gente canta con lui all’unisono sia per divertimento sia perché d’accordo con le tematiche sociali trattate, contro il razzismo, discriminazione, violenza, guerra, capitalismo e sempre a favore della pace e libertà. A ottobre uscirà il nuovo disco “XXX “The NUmber Of The Beat”, dal quale traggono qualche pezzo per poi dare spazio al glorioso passato, inoltre per gli ultimi pezzi Enrico chiama a cantare sul palco sua moglie Elisa Dixan, che oltre ad essere la loro tourmanager dal 2012 è pure sua moglie. Anche Elisa se la cava molto bene sia come presenza scenica sia come interazione, la sua voce soave ma decisa si sposa perfettamente al sound e ai duetti con Enrico. Infine con il loro inno per eccellenza Antifa Hooligans cantata da tutti a squarciagola, seguita da uno ska-medley salutano il pubblico raccogliendo meritati applausi, senza dubbio hanno dato alla serata una forte scossa spianando la strada ai tanto attesi headliner.
Setlist:
Monkeys
Torneremo ancora
Clandestino (Manu Chao cover)
Where Are You Now?
S.H.A.R.P.
Radio Babylon
Blue Bit Boy
Skankin’ Town
Take A Stand
Ellos Dicen Mierda
Antifa Hooligans
Ska Medley
Siamo giunti al culmine della serata e il carroponte è pieno di fans in trepidante attesa di loro idoli, quando parte l’intro Cadence to Arms la tensione cresce e mentre i DROPKICK MURPHYS s’impossessano del palco dalla platea si sollevano urla, purtroppo il frontman Al Barr è assente per motivi familiari e il microfono passa nelle mani di Ken Casey, che si piazza subito sulla pedana sistemata appositamente davanti alla transenna incitando la folla. Dopodiché irrompono con The Boys Are Back scatenando il delirio, la folla esplode saltando e cantando soprattutto nella parte centrale dove si concentra il pogo, impossibile non esaltarsi grazie alla loro energia che dilaga a macchia d’olio, creando un’atmosfera festosa che contagia ogni singolo spettatore. In questo tour stanno promuovendo il nuovo decimo disco Turn Up That Dial, dal quale nel corso del concerto eseguono pezzi come Mick Jones Nicked My Pudding, Queen of Suffolk County e Smash Shit Up, miscelati con cavalli di battaglia come The State of Massachusetts, Worker’s Song, Rose Tattoo e molti altri. Pezzo dopo pezzo l’entusiasmo è costante, fomentato dalle travolgenti ritmiche di chitarra da parte del tris di assi James Lynch, Tim Brennan e Jeff Darosa,arricchite dalle allegre melodie date dalla fisarmonica sempre ad opera di Tim, le dolci sonorità dilaganti dal mandolino, tin whistle, banjo, bouzouki e tastiere con i quali Jeff si destreggia abilmente a seconda dei pezzi, infine l’immancabile zampogna suonata da Lee Forshner. Fondamentale l’apporto Kevin Rheault al basso che amalgama tutti i suoni,e, ovviamente l’ulteriore spinta data dallo scalmanato Kevin Rheault dietro alle pelli.L’insieme di questi strumenti tipici crea un’atmosfera da festa celtica dove regna il divertimento, la gente balla, salta e canta senza sosta ma il padrone della scena è senza dubbio Ken Casey, che si rivela un ottimo frontman oltre che un ben dotato cantante, il suo potere di coinvolgimento catalizza l’intera folla inoltre posizionarsi per la maggior parte del concerto sull’apposita pedana, fa concentrare centralmente il pogo, incita al circle pit, wall of death e soprattutto il crowd surfing, decine e decine di fans si fanno trasportare verso di lui, senza batter ciglio Ken li aiuta ad alzarsi tra saluti, abbracci e a volte li spinge di nuovo nel casino. Nel repertorio aggiungono pure un paio di cover We Shall Overcome di Pete Seeger e You’ll Never Walk Alone di Rodgers & Hammerstein, inoltre per mettere tutti d’accordo Kevin canta parzialmente T.N.T. degli AC/DC e come ciliegina sulla torta verso la fine JESSE AHERN li raggiunge sul palco per cantare un pezzo assieme. Insomma la band di Boston non fa mancare niente ai propri fans, con I’m Shipping Up To Boston concludono la prima parte dello show ritirandosi per una meritata pausa, dopodiché tornano alla carica per la mazzata finale Good As Gold e Kiss Me, I’m Shitfaced. Non c’è altro da dire i DROPKICK MURPHYS hanno totalmente ribaltato il Carroponte, catturando ogni singolo spettatore grazie alla loro invidiabile energia e allegria, accompagnati da copiosi applausi e dal tradizionale coro “Let’s go Murphys, Let’s go Murphys,…”, lasciano trionfalmente il palco.
Il livello di questo evento è andato oltre le aspettative su tutti gli aspetti, organizzazione, preparazione dello staff e soprattutto della sicurezza sottopalco che non ha avuto un attimo di tregua, sinceri complimenti a tutti e in particolare alla HUB MUSIC FACTORY per aver organizzato l’evento. Immensi elogi a tutte le band che sul palco hanno dato anima e corpo, divertendosi e facendo divertire con grinta e passione. Alla prossima!
Setlist:
Cadence to Arms (intro)
The Boys Are Back
The State of Massachusetts
Mick Jones Nicked My Pudding
Johnny, I Hardly Knew Ya
Queen of Suffolk County
Middle Finger
We Shall Overcome (Pete Seeger cover)
Smash Shit Up
In The Streets Of Boston
You’ll Never Walk Alone (Rodgers & Hammerstein cover)
Worker’s Song
Skinhead on the MBTA
Two 6’s Upside Down
Acoustic
Ten Times More
Barrom Hero
T.N.T. (AC/DC cover)
Rose Tattoo
I’m Shipping Up To Boston
Setlist:
Good As Gold
Kiss Me, I’m Shitfaced