Score
Artwork
Cencept
Potenzialità
Completo

Prosegue il viaggio musicale di Paolo Nutini, il nuovo album uscito ad inizio mese accompagna il tour dell’artista che toccherà le maggiori capitali Europee concludendosi a dicembre 2022. Cosa dire?
Incredibile talento musicale fin dagli albori, sostenuto da sempre da suo padre (toscano Doc) che ha creduto nelle sue doti fin da quando era bambino, Nutini cresce con la musica tutt’intorno, ed appena diciannovenne finisce già terzo in classifica con il suo These Streets, album del 2006 che lo consacrerà alla storia della Musica con la M maiuscola. DI li in poi solo conferme, a suon di Rock sperimentale, Blues e Soul, si apre una strada pregna di successi e soddisfazioni. La libertà con cui si prende cura delle sue scritture lo porta in alto, lontano dagli stereotipi ed assolutamente riconoscibile. Last Night in the Bittersweet segna probabilmente il momento di maggior maturità per l’Italo-Britannico, a tratti graffiante e spigoloso, lascia spazio a lunghe cavalcate soul, come in Afterneath, brano di apertura in cui spiccano le doti canore e compositive di Nutini, in cui non si risparmia mai.
Tutto il disco fila più o meno senza grossi intoppi, perfettamente rappresentato nello scatto di copertina che ritrae il solo Nutini nella sua sala prove, immerso nel suo perfetto disordine. Tra le sedici tracce spiccano sicuramente Acid Eyes, e la splendida Everywhere, esempi di pirotecnica vocale mista a poesia.
Ovviamente non si può sperare di tenere lo stesso livello per tutti e sedici i brani, ed un po’ l’attenzione va scemando nella parte centrale del disco tra cui Shine a Light e Petrified in Love, un po’ meno di livello, non il fulcro creativo dell’album direi, anche se personalmente, il brano più caldo resta forse Desperation, in perfetto stile Nutiniano, crescendo di atmosfere e chitarre che si sposano perfettamente alle metriche vocali.
Tirando le somme, posso dire che Paolo Nutini è un vero talento musicale, e che ancora una volta si conferma di un livello al di sopra della media, qualità, creatività ed idee moderne che strizzano l’occhio a suoni collaudati ed intramontabili.
In conclusione, pur rimanendo all’interno dei propri confini musicali, Last night in the Bittersweet appare come un disco ordinato, non banale ed artisticamente al posto giusto nel momento giusto, in un periodo in cui le “nuove proposte” stentano a decollare.
Per gli amanti di Nutini: forse il disco più completo mai scritto, non manca nulla.
Per chi non lo conosce: una buona occasione per provare ad ascoltare qualcosa di “nuovo”.