Luppolo In Rock day 1 @Parco Colonie Padane (CR) (testo di Alessandro Masetto, foto di Rose Profeta)

LUPPOLO IN ROCK

Parco Colonie Padane- Cremona

15/16/17 Luglio 2022

Dopo tre anni di assenza forzata a causa della pandemia mondiale da Covid 19,( in un contesto di quasi normalità tra vaccini, mascherine, e distanziamento sociale), ritorna prepotentemente è più agguerrita che mai questa nuova edizione del Luppolo In Rock, che oltre a portare sul palco cremonese le maggiori eccellenze straniere in ambito metal, rivolge un particolare occhio di riguardo da sempre anche al Metal italiano, particolarmente in evidenza in questo contesto, con ben tre giornate italiane dedicate, a cui sfortunatamente non ci è stato possibile presenziare. Di contro, possiamo affermare con orgoglio, che laddove abbiamo potuto assistere alle performance delle Metal bands nostrane (nei tre giorni più importanti, da venerdì alla domenica ),mescolate con i colossi e capostipiti internazionali, nessuna di queste ha sfigurato , ma anzi, al contrario direi, tenendo brillantemente testa! Prima di addentrarmi nel breve racconto musicale di queste tre giornate indimenticabili passate al Luppolo In Rock, mi preme sottolineare determinate cose: in primis l’organizzazione stupenda e perfetta del festival (al limite del maniacale), di ogni servizio offerto all’interno dell’area concerti della splendida location del parco delle Colonie Padane d Cremona! Parcheggio auto e camping gratuito, libero e adiacente all’area, scelta di cibo di ogni tipo, ottime birre in bottiglia a scelta con prezzi giusti (non “acqua sporca” a 8€ come in altri contesti), acqua in bottiglia a prezzi popolari (con fontana libera di acqua potabile), fornitissimi banchetti di ogni ben di dio,(dove ho fatto man bassa di Cd e vinili), e bagni puliti (nei limiti dell’educazione o maleducazione della gente).E inoltre tanta gentilezza, ospitalità ed educazione da parte di tutti. In questo senso, voglio fare i miei più sentiti complimenti a tutto lo staff del Luppolo In Rock, che grazie ad un lavoro di squadra impeccabile e capillare, sono riusciti in sole tre edizioni, fare diventare un qualcosa nato quasi “per scherzo” o per passione personale, in un vanto italiano di primo piano, diventando a oggi un punto di riferimento per ogni metallaro che si rispetti, e probabilmente uno dei più importanti ed influenti su scala nazionale! D’altra parte, quando riesci a mettere insieme Testament, Exodus, Moonspeel, Jorn Lande, tutti in una volta sola vuol dire che stai girando a pieno regime con il motore a palla! Un ringraziamento speciale lo dedico nelle persone di Massimo Pacifico (creatore, coordinatore e ideatore del Luppolo), all’amico Matteo”Thunder Head” Gobbi, coordinatore e organizzatore anch’egli dell’evento, che ha il potere magico di farmi sentire a ogni edizione a cui ho presenziato, in famiglia, e non ultimo al mitico Fabio Guerreschi, un giornalista da sempre in prima linea per quanto riguarda la causa Metal, e colonna promozionale portante dell’evento, fatta mediante i suoi preziosi articoli scritti per il quotidiano locale della città di Cremona. Ultima annotazione, e non di minore importanza, il palco professionale del Luppolo, che diventa sempre più imponente e maggiormente allestito di edizione in edizione, supportato da un lavoro certosino da parte dei mixeristi, tecnici del suono e addetti alle luci palco!

Venerdì 15 – Giorno 1

JORN/Moonsorrow/Jesper Binzer Band/Furor Gallico/ Silenzio Profondo

SILENZIO PROFONDO

Tocca ai cinque giovani Mantovani del Silenzio Profondo, aprire la kermesse internazionale del Luppolo In Rock 2022, in rappresentanza dell’Italia in compagnia dei Furor Gallico (che si esibiranno subito dopo di loro). Il sole e’ alto e cocente, la temperatura sfiora i 40 gradi all’ombra (con umidità oltre il 90%), giorno infrasettimanale lavorativo e orario proibitivo, 16:45! Diciamo che, sulla carta, erano tutte situazioni sfavorevoli, rese ancor più ardue dal compito non semplice di sostituire all’ultimo minuto i deficitari marchigiani Scala Mercalli (causa Covid del cantante), quindi senza aver avuto tempi di preparare a dovere la scaletta a dovere. Ma i nostri giovani eroi, non tradiscono le aspettative, e nonostante tutte queste situazioni sfavorevoli elencate, riescono piacevolmente intrattenere il pubblico presente (non ancora troppo numeroso in verità), grazie alla loro proposta molto valida ed intensa, che attinge dal doom anni 70 dei Sabbath sconfinando nel Prog rock d’annata, spaziando tra PFM, Le Orme e sconfinando nella psichedelia. Scaletta breve giocoforza a causa del poco tempo a loro disposizione, che pesca pezzi da entrambi i due album finora pubblicati e cantati completamente in italiano (“Silenzio Profondo” e “Ritornato Dall’incubo”), che non ha tuttavia impedito loro di farsi notare dai presenti come dei validissimi musicisti, che sapranno dire la loro anche in un futuro prossimo. Questa nuova edizione del Luppolo In Rock non poteva partire nel modo migliore quindi, e proseguire attraverso i migliori auspici!

FUROR GALLICO

Restiamo sempre in Lombardia, (più precisamente a Milano) per palarne della seconda band pronta ad esibirsi dopo un rapido cambio palco, ovvero i celtici Furor Gallico. Scenario completamente diverso, e genere opposto e totalmente diverso dai loro predecessori colleghi, con testi incentrati sulla propria terra, sui riti Pagani e per l’appunto sulle tradizioni celtiche da cui deriva il genere proposto. I brianzoli attingono dal loro repertorio passato e più recente, composto da brani in italiano e di altri in inglese, dimostrandosi musicisti consumati e leader nazionali di un genere, il Metal celtico, che negli ultimi anni sembra aver perso un po’ di nuovi seguaci, anche per colpa di una certa staticità che il celtic metal impone. In evidenza, oltre all’ottimo chitarrista (e fondatore) Stefano Centineo affascinante Elisabetta Rossi all’arpa celtica, che riesce a conferire un tocco di maggior originalità rispetto agli standard usuali del celtic metal. Questa era la seconda volta (o terza), che li vedevo in azione sul palco, e devo dire che nonostante il celtic Metal non rientri nei miei gusti preferenziali, i Furor Gallico hanno messo in atto uno spettacolo gradevole e convincente, con una scaletta equamente suddivisa tra presente e passato. “Nebbia nelle mia terra”, “Aquane”, e “Canto D’Inverno”, restano i loro insuperabili cavalli di battaglia, quasi immancabili in ogni loro concerto, e che si ascoltano sempre con piacere. Promossi!

JESPER BINZER BAND

Ora inizia il bello del festival e si comincia a fare sul serio …ecco pronta in pedana la prima vera rockstar di questa edizione 2022 del Luppolo In Rock! Signori e Signore, dalla Danimarca con furore, sua maestà Jesper Binzer! Per quanti non ne fossero a conoscenza di questo monicker, Jesper Binzer altri non è che il vocalist della famosa e celebre hard rock’n’roll band danese D-A-D, con la quale ebbe l’onore di incendiare questo palco nel 2018 (presente in prima fila e con tanto di foto ricordo),nell’unica data italiana in programma in quell’occasione più unica che rara. E, anche in questa nuova veste da solista, il lungocrinito biondo singer, decide di ritornare sul “luogo del delitto”, pronto a bissare quel successo clamoroso ottenuto con i compagni di ventura. L’impresa sembra stavolta più ardua però, in primis per una situazione climatica al limite dell’umano, che certo non aiuta un artista nel compito, e in secondo luogo perché ai più, (incluso il sottoscritto ), i suoi due album solisti sinora pubblicati, risultano essere pressoché sconosciuti, così come la band che lo accompagna in quest’avventura..Ma se sei un cavallo di razza come Binzer, bastano pochi minuti per prendere in mano la situazione e mettere tutti d’accordo, fans vecchi, nuovi e snob!Camicia aperta in jeans a maniche lunghe con frangione bianche (eroico), stivaletti e capelli sciolti al vento, il danese inizia a menare di brutto e a prenderci a calci in culo con il suo “sporco” e rabbioso rock’n’roll, condensandolo in un mix esplosivo di energia,sudore, rabbia, ma anche intriso di riflessioni introspettive personali, come e’ giusto che ciò avvenga in una fase di piena maturità artistica. Dei brani proposti ed estrapolati dai suoi dischi solisti “Dying Is Easy” e “Save Your Soul”, sarebbe riduttivo fare una selezione o una scelta specifica, perché non vi e prevaricazione di uno rispetto l’altro, ma semmai una sinergia di oltre un’ora di grande, grandissimo Hard n’F****n Roll! Jesper Binzer del resto, con i D-A-D ha alle sue spalle una carriera pluridecorata e costellata di successi e un talento innato che messo in mostra anche stasera, caratteristica tipica solo dei grandi rocker consumati! Certamente, in questa veste da solista, diciamo “meno pregiata”, la sua presenza oggi ha fatto meno risalto di quella prestigiosa con i D-A-D del 2018, ma ragionando per logica, in una giornata che vedeva posizionato nel punto più alto del cartellone JORN, ci stava alla grande Jesper Binzer come co-Headlinear e non relegato in questo infelice limbo tra il gia’ citato norvegese e i finlandesi Moonsorrow, che propongono un genere completamente opposto al loro. Ma al di là di questo mio personalissimo parere, quello che conta è la sostanza: sono riusciti a far saltare tutti i presenti con 40 gradi di caldo, indistintamente,coinvolgendo ed interagendo con il pubblico, che li ha ricompensati con scroscianti applausi e ovazioni! In una sola parola … JESPER BINZER IMMENSO!

MOONSORROW

Con i Moonsorrow, storica band finlandese fondata nel lontano 1995 e dedita ad un Viking/Black Metal con chiari richiami folk, si passa a sonorita’ decisamente più estreme e tirate, dove la tradizione nordica popolare la fa da padrona nelle liriche dei cinque scandinavi, scritti e cantati esclusivamente in lingua madre. Premetto che non conoscevo questa band prima di oggi, e che in generale non seguo la scena black Metal europea, ma a costo di essere ripetitivo e banale, torno a quanto affermato coi Furor Gallico in precedenza, e cioè che sono tutti ottimi musicisti e preparati, ma che questo tipo di proposta e’ statica ed inflazionata da una miriade di sottogeneri e di bands simili, che fanno a gara un po’ a chi è più brutto, Satanico e cattivo. Sicuramente i Moonsorrow con ben nove studio album all’attivo (anche se l’ultimo risale al 2016), non appartengono al carrozzone degli ultimi arrivati, ma tuttavia non sono riuscito a trarre emozioni particolari o scossoni dalla loro musica, e tantomeno da questo cantato tiratissimo e sforzato in growl. Ma evidentemente, visto il grado di apprezzamento ricevuto dai molti fans giunti appositamente per loro, e che indossavano la t-Shirt d’ordinanza, i risultati, a conti fatti, danno pienamente ragione ai Moonsorrow. Da un punto di vista squisitamente spettacolare e scenografico invece, nulla da dire, con un immagine molto curata nei dettagli (trucco macabro in primis), e anche da un punto di vista tecnico,tutti ineccepibili strumentisti. Il rito satanico, dopo oltre un ora di blasfemie si è magicamente concluso.

JORN LANDE

Danimarca quindi con Jesper Binzer…Finlandia poi con i Moonsorrow …. E per finire .. la Norvegia, paese natale di JORN Lande, Headlinear di questa prima giornata del Luppolo In Rock! Quello che balza inevitabilmente agli occhi appena Jorn appare e’ un invidiabile forma fisica, longilinea e asciutta, lontanissima parente da quella imbolsita ed appesantita di qualche anno fa! Se da un lato questa ritrovata forma fisica del vichingo e’ una lieta ed inaspettata sorpresa, non si può notare di contro però, un aspetto generale di invecchiamento sul viso, complice anche la pessima scelta di aver accorciato troppo la vecchia lunga chioma bionda, a favore di un grigio naturale quello che non e’ cambiato per niente nel tempo, e’ la sua potente e melodica ugola, unita ad un estensione vocale e pulizia di cantato pazzesca , ora come allora! Naturalmente, la stragrande maggioranza dei presenti oggi erano qui per lui, e questo lo si nota da come non si riusciva più accedere alle prime file se ci si spostava per andare a bere una dissetante birra fresca! E il norvegese ha ripagato tutti con uno show incredibile , al limite della perfezione, dove coesistono meravigliosamente i suoi brani estratti dai suoi dischi, con le cover dei grandi del Metal, eseguite magistralmente. Se proprio si deve cercare il classico pelo sull’uovo, probabilmente qualche cover di meno e qualche pezzo in più dei suoi album non sarebbe male, considerando la vasta scelta da cui Lande potrebbe attingere (inclusi gli innumerevoli progetti-collaborazioni varie). Si parte con la nuova e scialba “Dead London”, che lascia del tutto indifferenti, seguita da una più convincente “Over The Horizon Radar”. Ma e’ nel suo glorioso passato a cavallo di fine anni ‘90 e primi 2000, dove Lande ha costruito il suo successo, ed infatti “Lonely Are Brave”, “Blacksong”, “Stormcrow”, e “Out To Every Mation”, sono di tutt’altro pasta e spessore, sempreverdi e che riscuotono un maggior gradimento tra i fans. Ottime pure “Life On The Death Road”, e “Traveller” tra le più proposte più recenti. Apriamo ora per un attimo il dibattito sul capitolo cover, dove di fatto si concentra da sempre più della metà della scaletta di un live di Jorn, e sulla cui scelta possiamo disquisire o approvare. Personalmente, come già detto, non approvo questa scelta, però a suo scagionamento va pure sottolineato il fatto che c’è modo e modo di proporle! Un fuoriclasse come lui riesce a trasmettere adrenalina pura anche attraverso i pezzi degli altri e non è da tutti…”747 (Strangers In The Night) dei Saxon, “Are You Ready” dei grandi Thin Lizzy da V brividi, “Mob Rules” dei Sabbath e “Rainbow In The Dark”, entrambe con Ronnie James DIO, mi hanno fatto venire la pelle d’oca letteralmente, e non solo per il pezzo famoso e straconoscito,ma per come Jorn e’ riuscito ad interpretarlo con trasporto emotivo e con un carisma unico , consono solo ai cavalli di razza come lui! JORN o si ama o si odia.. non esistono vie di mezzo! Per me sono state quasi due ore di estasi totale e di ricordi adolescenziali del tempo che fu… anni sicuramente migliori e più spensierati di questi … Thank You – THE DUKE JORN, e’ stato supportato da due eccellenze italiane del panorama Hard’N’Heavy internazionale, ovvero da Francesco Iovino (ex Primal Fear tra gli altri) alla batteria e da Alessandro Del Vecchio, cantante, tastierista, compositore, arrangiatore e produttore. La performance perfetta e memorabile di Jorn del Luppolo In Rock 2022, passa anche attraverso le loro prestazioni impeccabili ed e’ un successo clamoroso di gioco di squadra Frontiers Records!

Report a cura di:

Alessandro Masetto


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Rita Rose Profeta

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