Amon Amarth – The Great Heaten Army (di Luca Battaglia)

Gli Amon Amarth, storica band death metal a tinte norrene, hanno dato alla luce il loro dodicesimo full-lenght “The great heathen army“, album prodotto per Metal Blade Records.

La band di Stoccolma, fresca del live promozionale a sorpresa al Wacken 2022, cerca il riscatto con il suo nuovo disco, dopo lo smalto che si è andato a perdere con gli ultimi lavori, non certo brillanti e appaganti come gli album dell’era conclusa con “Twilight of the thunder god”.

Partiamo dal presupposto che i ribaltoni degli ultimi anni nella line-up non hanno giovato alla fase di costruzione di questo album, che risulta un po’ flaccido e senza mordente fin da subito.
Un vero peccato perché si sente che Hegg e compagni sono in forma e tecnica e precisione non mancano affatto mentre si snocciola la tracklist.

Manca completamente un’amalgama, si è andati verso una ricercatezza delle melodie che proprio non è minimamente riconducibile ai fasti di un tempo.
Questo si capisce subito nei primi 3 pezzi del disco “Get in the ring” “The great heathen army” e “Heidrun” una vera e propria miscellanea di stili, breakdown e persino pezzi narrati dallo stesso Johan Hegg.

Se siete fan degli Amon Amarth non ritroverete nulla di quei riff assassini di “Versus the world” o “With Oden on our side” e persino una delle migliori voci death metal sul mercato, quella di Hegg appunto, ne esce spesso e volentieri mortificata.

Gli sbadigli e un amaro in bocca non si placano nemmeno andando avanti con l’ascolto, un piccolo lume di speranza ce lo offre la track numero 6: “Dawn of norsemen”, dove finalmente i nostri amati vichinghi riescono almeno a farci ondeggiare la testa.

Purtroppo le occasioni di riscossa, e francamente le nostre speranze, vengono infrante anche negli ultimi 3 pezzi, ma anche nel rush finale l’album non è accattivante, mai schietto nelle ritmiche, fiacco sotto tutti i punti di vista.

Perfino la track numero 7: “Saxons sand vikings”, che si fregia della partecipazione di Biff Bylford, cantante e frontman dei Saxon, riesce a dare una strigliata alle redini del disco.

La sezione delle chitarre, vero punto di forza della band, si perde completamente in assoli mielosi e davvero troppo melodici che rendono tutto l’ascolto annacquato e insapore per le nostre orecchie.

Ecco “annacquato” è l’aggettivo più calzante per “The great heathen army”.
E’ vero che dopo 28 anni di onorata carriera è difficile rimanere sempre sulla cresta dell’onda, ma le aspettative da una band di questo calibro erano altissime e sono rimaste chiuse nei nostri cassetti, pesantemente deluse.

Non ci fraintendete, gli Amon Amarth nella sfera del loro genere, sono una band mastodontica e una stecca, in una carriera dove ci hanno regalato canzoni e album che ancora ci fanno sentire dolore alle spine dorsali, la si perdona, ma il trend è discendente in modo preoccupante.

Tre album in sei anni in cui il salvabile è davvero troppo poco per un nome così altisonante del metal odierno, forse sarebbe stato meglio lavorare sulla qualità piuttosto che sulla quantità.

Purtroppo questa tendenza, con le case discografiche che fanno pressione sui periodi compositivi delle band non giovano affatto sul prodotto finale e questo è tutt’altro che un problema confinato agli Amon Amarth.

Capiamo tutti che dopo due anni di arene e locali vuoti la pagnotta vada comunque portata a casa, ma così non si fà altro che distaccare la vecchia guardia della fanbase e si rende complicato l’avvicinamento di quella parte più giovane che si interfaccia alle prime armi col gruppo.

Un’occasione persa, che rischia davvero di mettere una macchia indelebile sulla carriera di questi mostri sacri del death metal melodico.

AMON AMARTH – THE GREAT HEATHEN ARMY

Release date: 05.08.2022

Via Metal Blade Records

Tracklist:
1 Get in the ring
2 The great Heathen army
3 Heidrun
4 Oden owns you all
5 Finds a way or make one
6 Dawn of norsemen
7 Saxons and vikings
8 Skagul rides with me
9 The serpent’s way


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Luca Battaglia

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