Belphegor – The Devils (di Chiara Papi)

Dopo una lunga e agognata attesa, si riaprono le porte dell'inferno, e dalle oscurità più profonde, i Belphegor ci trascinano in un vortice musicale discendente attraverso "The Devils" il nuovo album della band austriaca rilasciato sotto etichetta Nuclear Blast Records, dalla pubblicazione un po' travagliata, ma che finalmente vede la luce in questo tumultuoso 2022. Un lavoro musicale stupefacente che riunisce al suo interno potenza, rabbia e cattiveria strumentale, ben studiata e strutturata, al fine di creare un vortice inarrestabile fatto di un death/black metal che vuole mostrarsi graffiante e diabolico senza però tralasciare la tecnica. Usare il tecnicismo…

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Dopo una lunga e agognata attesa, si riaprono le porte dell’inferno, e dalle oscurità più profonde, i Belphegor ci trascinano in un vortice musicale discendente attraverso “The Devils” il nuovo album della band austriaca rilasciato sotto etichetta Nuclear Blast Records, dalla pubblicazione un po’ travagliata, ma che finalmente vede la luce in questo tumultuoso 2022.

Un lavoro musicale stupefacente che riunisce al suo interno potenza, rabbia e cattiveria strumentale, ben studiata e strutturata, al fine di creare un vortice inarrestabile fatto di un death/black metal che vuole mostrarsi graffiante e diabolico senza però tralasciare la tecnica.

Usare il tecnicismo e sua volta distruggerlo, è questa la formula della band di Helmuth e soci, dando vita ad un impatto sonoro devastante, fatto di riff esagerati, blast beat, ed una voce che proviene direttamente dalle profondità infernali.

Un rituale sacro nel suo voler essere blasfemo, un’oscurità quasi barocca, che riconferma i Belphegor come notevoli maestri alchemici nel miscelare il tecnicismo proprio del death metal alle sonorità fredde, taglienti e dissacranti del black metal di stampo più classico.

La discesa nell’inferno dei Belphegor si apre con la title track “The Devils” che da subito catapulta l’ascolto in un universo sonoro malefico, dove la batteria fa da padrona su uno sfondo che, nella sua compattezza musicale, risulta essere quasi essere melodico (ovviamente non nel senso più classico del termine), attraverso il quale la voce di Helmuth risale come un demone impazzito.

Si continua con “Totentanz – Dance Macabre” seconda traccia dell’album e secondo singolo estratto, un tuffo nelle sonorità black metal più classiche, riff freddi e veloci come blast beats, uno scream tagliente che penetra direttamente nel substrato inconscio di un pattern musicale estremo che si fa mano a mano più veloce e violento.

Glorifizierung des Teufels“, è forse la traccia dell’album più ‘atipica’, ma non per questo meno interessante. Caratterizzata a tratti da note prettamente melodiche che ben si inseriscono nel contesto dell’intero brano. Un respiro se vogliamo, all’interno della sequenza dell’album, in cui anche il cantato in simil scream, si adagia perfettamente, creando una sorta di canto rituale, creando la perfetta visione demoniaca che racchiude l’intero concept della band.

Si procede rapidamente con “Damnation – Hollensturz“, brano che ci catapulta in toto in una dimensione death metal, in cui la tecnica fa da padrona soprattutto in chiusura dove, troviamo un accenno di coro melodico femminile dal sapore orientaleggiante, segno, ancora una volta, della volontà della band di stupire e spiazzare l’ascoltatore.

Virtus Asinaria Prayer“, ultimo singolo pubblicato è quinta traccia dell’album, ci accoglie con una melodia mid tempo che primeggia addirittura sul cantato, quasi a copertura, creando un brano che ci riporta in tutto e per tutto a certe sonorità black metal meno aggressive e più melodiche, con riff più morbidi e una batteria più cauta.

Si continua con “Kingdom Of Cold Flesh” e “Ritus Incendium Diabolus” dove tecnica e cattiveria musicale fanno da preludio a “Creature Of Fire” brano che, ancora una volta spezza il ritmo dell’album ma allo stesso tempo ribadisce la volontà dei Belphegor di creare un rituale sonoro utilizzando in sua funzione voci femminili e sonorità più melodiche, lente e cadenzate.

Il viaggio oscuro del Belphegor si chiude con “Blackest Sabbath 1997“, primo singolo estratto dell’album, che racchiude tutta l’essenza di questo lavoro; un death/black metal ben eseguito, dalle forti tinte esoteriche, con un occhio di riguardo ai canoni fondamentali di entrambi i generi.

Nonostante sia stata rimandata più volte la sua pubblicazione , “The Devils” è un album puntuale che finalmente ci riporta all’interno dell’anima più nera della band, con un death/black metal dissonante, capace di trasportare l’ascoltatore in un vortice sonoro musicalmente ben strutturato ma inafferrabile all’orecchio più inesperto del genere.

Un rituale distopico, maligno, ben cadenzato da ritmi mid tempo e arpeggi elaborati e furiosi, una marcia gloriosa e decadente verso gli inferi, che innalza la filosofia oscura tanto cara alla scena.

“The Devils” è senza dubbio un lavoro musicale molto ben eseguito e prodotto, che nulla lascia al caso, studiato in ogni singolo dettaglio, per essere armonico in ogni suo lato, a dispetto del caos sonoro che la band si ripromette di voler creare per disorientare l’ascoltatore e distruggere ogni possibile canone estetico e musicale del genere.

I Belphegor quindi, ci propongono un album che non si presta facilmente ad un’ascolto superficiale, tanto più se l’ascoltatore non è dedito al genere, ma che è senza alcun dubbio una delle uscite più interessanti del panorama musicale estremo di questo 2022.

In conclusione, cari amanti del black e del death metal, celebriamo insieme questo rituale oscuro e rendiamo onore ai Belphegor, dando più di un ascolto a questo album, che sicuramente vi lascerà a bocca aperta.

Amen.

BELPHEGOR – “THE DEVILS”

Release date: 29.07.2022

Via Nuclear Blast Records

Tracklist:

01. The Devils

02. Totentanz – Dance Macabre

03. Glorifizierung Des Teufels

04. Damnation – Höllensturz

05. Virtus Asinaria – Prayer

06. Kingdom Of Cold Flesh

07. Ritus Incendium Diabolus

08. Creature Of Fire

09. Blackest Sabbath 1997


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Chiara Papi

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