FESTA DI RADIO ONDA D’URTO
Brescia- Lunedì 22 Agosto 2022
Claudio Simonetti’S Goblin +The Mugshots + Dark Ages
La Festa Di Radio Onda D’Urto di Brescia, e’ per il sottoscritto, un appuntamento fisso ed immancabile ogni estate, che nel mese di agosto la vede protagonista ed in prima linea da anni, grazie ad una rassegna musicale che abbraccia svariati generi, che per ben due settimane consecutive , offre il meglio dell’underground pop/rock italiano in circolazione, e con due o tre serate speciali in cui vengono invitati sul palco bresciano artisti di caratura internazionale, di alto pregio e rilevanza. Per questa edizione 2022, i ragazzi organizzatori della manifestazione ,(a cui vanno i nostri complimenti e ringraziamenti per averci gentilmente ospitati), hanno addirittura raddoppiato gli sforzi, con ben due serate a tema Rock internazionale, una specificatamente rivolta ai cultori dell’Heavy Metal più duro, estremo ed oltranzista, ospitando domenica 14 i famosi Speed -Thrashers spagnoli Angelus Apatrida, e mandando in scena oggi invece, una serata improntata più sul rock progressivo, ed in particolare rivolta agli amanti delle sonorità più dark ed oscure, posizionando i Goblin del Maestro Simonetti nel punto più alto dell’oscurità. I Goblin, non hanno certo bisogno di tante presentazioni per chi segue ed ama la musica di un certo livello, abbracciando molteplici generazioni di fans, grazie alle innumerevoli collaborazioni con il maestro dell’Horror Dario Argento, per il quale Simonetti ha curato numerosissime colonne sonore horrorifiche delle sue famose pellicole. Tuttavia, nonostante la fama dell’artista in questione ed un costo di ingresso pressoché simbolico, questa risposta di pubblico così massiccia, deve essere un punto di orgoglio in primis per chi ha investito tempo e denaro nel far sì che questo evento si materializzasse, ma più in generale deve essere da esempio per tutti, un punto fermo da cui ripartire più uniti e convinti che mai, per affrontare al meglio questi anni difficili post pandemia mondiale da Covid -19, che ha giocoforza influenzato e bloccato anche tutto l’introito musicale, dalla produzione di vinili e cd, alle vendite e ai concerti stessi. E se consideriamo anche l’obbiettivo e’ stato raggiunto in un lunedì lavorativo infrasettimanale ,con tanta gente che proprio oggi era rientrata nei propri posto di lavoro dopo la meritata pausa ferie, c’è di che rallegrarsi ed andare fieri per il futuro e proseguo della manifestazione! Tempo, temperatura (ancora elevata, ma non più segnata da quell’afa insopportabile dei giorni scorsi) , unito al grande clima di festa ed amicizia che si respira nell’aria , sono stati senza dubbio tutti punti a favore per la riuscita di questo concerto! Ad accompagnare i Goblin di Claudio Simonetti, in apertura vengono proposti i veronesi Dark Ages, dediti a un rock prog a tinte vagamente “metal”, seguiti dai padroni di casa, ovvero i bresciani The Mugshots, più inclini invece a sonorita’ tipicamente dark /rock. Palco imponente, maestoso, luci e suoni al limite della perfezione, sono state la cornice ideale di questo lunedì della festa di Radio Onda D’urto, che come per le edizioni passate, anche al termine di questa targata 2022, si porterà dietro nel tempo dei ricordi indelebili di serate memorabili.
DARK AGES
Ad un orario quasi proibitivo, (sono poco più che le 20:30 e non fa ancora buio), i cinque musicisti veronesi che compongono la band dei Dark Ages, prendono possesso del palco bresciano e danno vita alla loro (breve) ma intensa performance. Nonostante la scarsa affluenza di pubblico a quest’ora (prevedibile), nell’area concerti della festa, i nostri amici non si scoraggiano, né tanto meno si risparmiano, e nella mezz’ora a loro disposizione danno dimostrazione di grande professionalità , concentrati e determinati nel dare il meglio di loro stessi anche ai pochi presenti, come se suonassero difronte al triplo degli spettatori effettivi …questo gesto esemplare merita da parte di tutti solo tanti applausi a scena aperta! Tre soli brani proposti, tutti tratti dal nuovo album “Between Us”, uscito recentemente per l’Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa, che da consumato pioniere del rock, ha saputo ben portare nella sua scuderia i rinomati musicisti concittadini. E, se come si suol dire, il buongiorno si vede dal mattino, mi sento di affermare con piena certezza che il connubio ha portato grandi frutti ad ambo le parti. Atmosfere Prog godibilissime, che si intrecciano con linee melodiche sontuose, dove la bravissima tastierista Angela Busato (che a sorpresa ritroveremo poi subito dopo anche coi The Mugshots), trova più di un motivo per essere elogiata ed apprezzata da tempo, vero punto cardine dove si erge la struttura musicale dei Dark Ages! Senza nulla togliere agli altri musicisti sia chiaro, iniziando dal vocalist Roberto Roverselli, che anche oggi lo ritrovo in splendida forma vocale, così come perfetto lo e’ stato il sommo fondatore dei Dark Ages Simone Calciolari, un vero guru della sei corde, supportati da una sezione ritmica perfetta composta da Gaetano al basso e del fratello di Angela, il talentuoso batterista Carlo. Del resto, se dal lontano 1986 i Dark Ages sono ancora qua nel 2022 a produrre musica nuova e di alta qualità, (nonostante gli innumerevoli cambi di line -Up che si sono susseguiti nel tempo), un motivo ci dovrà pur essere, ma certamente finché riusciranno a comporre ancora perle del calibro di “Pristine Eyes”, “Our Lonely Shelter” e”The Villan King”, ne sentiremo parlare ancora molto a lungo…Del resto, i Dark Ages sono come il buon vino … più invecchia e più diventa pregiato!
THE MUGSHOTS
Dopo un rapido cambio palco, con i The Mugshots di Mickey E. Evil gia’ pronti ad iniziare, cambiamo genere completamente rispetto a quanto proposto dai Dark Ages, addentrandoci in una musica più darkeggiante, oscura, e malsana, con tematiche più inclini e vicine alle colonne sonore dei Goblin! Questa giovane ed italianissima dark rock band, prende spunto da tutto ciò che è lo shock rock, i film e fumetti a tema e sfondo horror per quanto riguarda i testi, e invece da un punto di vista squisitamente musicale, direi che la loro massima fonte di ispirazione e’ senz’altro attribuibile al primordiale AliCe Cooper di inizi anni 80 (era DaDa), ma con un sound anche infarcito da molto synth/eletric dark moderno , dove i rimandi agli ultimi Death SS o ai Freddy Delirio Phantoms si sprecano, specie ascoltando l’ultimo album “Something Wird”(del 2016, ), dove proprio gli artefici maggiori delle bands ispiratrici dei The Mugshots citate figurano tra gli special guests, ovvero Steve Sylvester e Freddy Delirio (anche produttore del disco medesimo). Anche il look dei The Mugshots trae linfa dagli ambienti horror, dove spicca quello del leader Mickey E. Evil, (voce e synth) con il suo look tenebroso marcato da un vistoso make-up , al quale fa da capolino quello del chitarrista Priest, con tanti di cilindro vampiresco. Ma i The Mugshots non sono solo immagine, ma anche tanta sostanza, testimoniata nelle note incise nei tre studio album (+un paio di EP), e dalle prestigiose collaborazioni di cui si sono avvalsi nel tempo, su tutte quella con il famoso produttore americano Dick Wagner, che ha fruttato la realizzazione di un paio di fortunati EP (dove lui ha suonato pure la chitarra principale). Dello show di stasera dei The Mugshots (anch’essi con poco tempo a disposizione), si è rilevato determinante il supporto tecnico alle tastiere apportato da Angela Busato (in prestito dai Dark Ages), e anche direi quello da protagonista del pubblico, che è andato via via facendosi sempre più nutrito, con tanti fans dei The Mugshots accorsi sottopalco a supportare i loro beniamini in questa speciale occasione …Dei solo sette brani posizionati in scaletta, estratti dal loro capolavoro massimo “Something Weir”, hanno trovato curiosamente spazio solo due , ovvero “The Circus” e “Rain”, mentre il resto e’ stato tutto incentrato sul passato, con altri cinque brani estrapolati da “Weird Theather” del 2007,( le due iniziali “Children Of The Night” e “The Call”), e ben tre dal primissimo album “House Of The Weirdos”, ovvero “Polizia 70”, “The Mirror”’e la conclusiva “Deliria”, con la quale hanno chiuso in modo trionfante un’ esibizione maiuscola ed impeccabile, ineccepibile sotto ogni punto di vista. E’ quasi notte e le “Tenebre” stanno per calare …Il primo delitto e’ stato consumato e portato perfettamente a termine dai The Mugshots…ora tocca al mastro Simonetti completare “l’Opera!”
Claudio Simonetti’S GOBLIN
Alzi la mano chi ha più di quarant’anni e non ha mai sentito parlare dei film horror di Dario Argento e non ha mai visto una volta il suo film più celebre “Profondo Rosso”, e sentito la colonna sonora che lo accompagna di sottofondo in modo inquietante? Forse nessuno direi … o almeno nessuno appartenente a questo mondo, o come preferite a questo incubo… dato che il tema proposto dai Goblin e’ l’Horror music! I pezzi che il Maestro Claudio Simonetti ha proposto stasera a Brescia, sono tutti famosi e straconosciuti, provenienti quasi tutti dalla vasta cinematografia a cui ha prestato i suoi servigi musicali per anni, suddivisi in quasi due ore di musica di altissimo profilo tecnico, in cui ha deliziato la numerosissima platea di cultori ed appassionati, che ora sta gremendo l’area del festival. D’altra parte, brani come “Il Cartaio”, “Non Ho Sonno”, “Opera”, “Demons”, “Night Of The Living Dead”, non possono certo lasciare indifferenti, catturando l’attenzione totale di un pubblico in estasi, ed in religioso silenzio fino al termine del brano proposto, dopo il quale si lascia andare a scroscianti applausi. Il Maestro Simonetti non è solo un grande compositore, arrangiatore, musicista, ma anche e soprattutto un piacevole e simpatico intrattenitore, che non perde mai occasione di interagire e regalare simpatici e gustosi siparietti al suo pubblico. Su tutti, quello riguardante il brano “Gamma”, composto proprio dal padre di Claudio, anch’egli famoso compositore dell’orchestra della RAI, che dopo ben quindici settimane in cui primeggiava in tutte le hit-parade italiane con la colonna sonora di “Profondo Rosso”, gli scippo’ il prestigioso record del primato! Ma ha ricordato il fatto con grande affetto e senza invidia o rancore verso il padre , ma anzi, elogiandone la capacità artistica e ringraziandolo per averne ereditato la sua arte. I Goblin, non sono però solo Claudio Simonetti , e’ bene ricordarlo e sottolinearlo …certamente, lui è la mente organizzativa, il fulcro e la grande star su cui ruota tutta l’intelaiatura dei Goblin, dove si incastrano tutti gli ingranaggi in un meccanismo perfetto e consolidato, ma questo anche per i meriti individuali dei talentuosi musicisti che lo affiancano , iniziando da Cecilia Nappo al basso, cazzutissima ed ipertecnica bassista, regina del palco con il suo maestoso Rickenbacker suonato rigorosamente a dita, sorretta da un immenso Federico Marangoni alla batteria, funambolico e preciso come un metronomo, e finendo con Daniele Amador alla chitarra solista, che spara in faccia riff continui ed assoli da “ammazza cavalli”. Le tastiere, i synth, le vibrazioni, le mani, e il genio del Maestro fanno poi tutto il resto. “Phenomena”, “Tenebre”, “Suspiria” si alternano in rapida sequenza, lasciando la platea al classico “Profondo Rosso” per il gran finale, con palco e protagonisti letteralmente e completamente illuminati di rosso sangue, immortale capolavoro dei Goblin, seguita in modo magistrale! Claudio & Co. si congedano e chiudono di fatto così il loro spettacolo, fatto di quasi due ore di musica d’altri tempi e per palati fini, tra acclamazioni e scroscianti applausi a scena aperta. La classe non è acqua … lunga vita ai Goblin.. lunga vita al Maestro Simonetti! Alla prossima!
Testo di:
Masetto Alessandro