testo e foto di Giovanni Cionci
Torna il festival progressive che tutto il mondo ci invidia. Torna il 2Days Prog+1 Festival, tre giorni di grande musica live, rigorosamente progressive. Dopo la sospensione del 2020 (causa pandemia) e un’edizione 2021 dedicata esclusivamente al progressive italiano, il campo sportivo di Revislate – Veruno (NO) torna nel 2022 ad ospitare una pletora di grandi artisti internazionali.
Come al solito, impeccabile l’organizzazione da parte di Alberto Temporelli, Octavia Brown e di tutto lo staff dell’Associazione Ver1 Musica, che ogni anno compiono un lavoro straordinario, non lasciando nulla al caso, e permettendo alle centinaia di fan che accorrono da tutta Europa (e in alcuni casi anche da oltreoceano) di trascorrere senza preoccupazione alcuna tre giorni indimenticabili, in compagnia dei propri beniamini. E nonostante le previsioni meteorologiche questa volta non facciano ben sperare per la riuscita della manifestazione, fortunatamente il Dio del Prog interviene con mano ferma, e per tutti e tre i giorni non cade una sola goccia d’acqua sugli spettatori durante lo svolgimento del festival. Ma partiamo subito con la cronaca del primo giorno.
The Fierce And The Dead
Purtroppo a causa del traffico, arriviamo al Festival quando è già terminata l’esibizione della prima band, i polacchi Retrospective, e sul palco si stanno già dando da fare i britannici The Fierce And The Dead, che catturano subito l’attenzione del pubblico con i loro riff grintosi, servendo un gustoso antipasto per la serata.
Atomic Rooster
E’ il momento di una band attesissima, che ha fatto la storia del progressive, fondata da Carl Palmer e Vincent Crane nel lontano 1969: signore e signori, gli Atomic Rooster! Capitanati dalla storica voce di In Hearing of Atomic Rooster Peter French e dall’inossidabile chitarrista Steve Bolton, a cui si accodano Shug Millidge al basso, Adrian Gautrey alle tastiere e Paul Everett alla batteria, i rocker britannici sfoderano una setlist che attinge a piene mani dal già citato In Hearing of e dal magnifico secondo album Death Walks Behind You, per poi terminare in grande stile con la cover di Fire dei The Crazy World of Arthur Brown, chiaro omaggio al compianto Vincent Crane. Lasciano il palco tra meritati e scroscianti applausi, per cedere il passo agli headline della serata.
Hawkwind
Il vascello (ovviamente spaziale) dei signori dello space rock è pronto a salpare. Al timone l’unico, possibile, capitano: l’incrollabile Dave Brock, fondatore ed unico superstite della formazione originale della band inglese, che nell’ultima incarnazione è composta da Richard Chadwick alla batteria, Magnus Martin alla chitarra, Doug MacKinnon al basso e Thighpaulsandra (alias Timothy Lewis) alle tastiere. Laser, luci e fumo a profusione…tutti elementi che non possono assolutamente mancare nello show lisergico messo in piedi dagli Hawkwind. Il resto lo fa la musica, con una setlist che ripercorre i momenti salienti di 50 anni di storia della band, da Brainstorm a The Fantasy of Faldum, e che termina con Silver Machine, sentito ed immancabile omaggio al mitico ex Lemmy Kilmister (e non è certo un caso che anche Doug MacKinnon imbracci un basso Rickenbacker).
Si chiude così la prima giornata di festival. Il pubblico lascia alla spicciolata l’area concerti, dopo l’immancabile birra, con la gioia di chi sa di aver assistito ad uno show grandioso e con la consapevolezza di avere ancora due giorni di emozioni musicali da vivere..e nell’attesa del secondo capitolo, vi lasciamo alla gallery fotografica del nostro Giovanni “GianRock” Cionci.