Black Stone Cherry, Alcatraz, Mi 26/09/2022
Dopo la loro partecipazione da headliner al Pistoia Blues Festival nel 2019, il rinvio del tour nel 2021 a causa della pandemia da COVID-19, che comprendeva la data originaria del 14 novembre finalmente la Vertigo Hard Sounds ha riportato i mitici Black Stone Cherry all’Alcatraz di Milano, che promuovono l’ultimo settimo disco “The Human Condition” ormai datato 2020, Chris Robertson e compagni sono pronti a dare fuoco alle polveri, preceduti dai The Georgia Thunderbolts band emergente portatrice sana di southern rock.
Quando entro nel locale il pubblico occupa solo le prime file del palco piccolo, sicuramente sono i fans più devoti che saranno arrivati presto, ma durante l’attesa raggiungono un discreto numero e nel momento i cui salgono sul palco i The Georgia Thunderbolts, fanno sentire il loro calore e senza indugi lo show inizia sulle note di “Can I Get a Witness”, title track del loro debut album pubblicato nel 2021. Proponendo buona parte del disco sfoggiano il loro southern rock, dove i riff e assoli emessi dai chitarristi Riley Couzzourt e Logan Tolbert riprendono le basi dei maestri Lynyrd Skynyrd, aggiungendo influenze blues e hard rock tenute saldamente dalle corpose note di basso conferite da Zach Everett, mentre Bristol Perry dà carica alla ritmica con sostenute parti di batteria, infine il frontman TJ Lyle sfodera una voce graffiata e di buona estensione cimentandosi anche con l’armonica nella cover di Frankie Miller “Be Good to Yourself”.
Complessivamente i pezzi sono orecchiabili con più meno lo stesso tiro presentando qualche accelerata, la tenuta di palco e l’interazione lasciano un po’ a desiderare a parte ogni tanto qualche battuta di mani a tempo, l’unico veramente dinamico è Riley Couzzourt che detiene una distinta presenza scenica. In generale tutti i pezzi inclusi i due inediti “Boogie” e “Livin’ in Muddy Water” riscuotono buoni consensi, dopodiché i ragazzi della Georgia usando come intro l’attacco di “Cowboys From Hell” dei Pantera, con “It’s Alright” chiudono l’esibizione che per il pubblico è stata una sorta di stretching preparatorio per i tanto attesi headliner.
Setlist:
Can I Get a Witness
Be Good to Yourself (Frankie Miller cover)
Half Glass Woman
Boogie (inedito)
Take It Slow
Spirit of a Workin’ Man
Looking for an Old Friend
Livin’ in Muddy Water (inedito)
It’s Alright
Intro Cowboys From Hell (Pantera)
Lend a Hand
Dopo aver assaporato il southern rock il pubblico ora numeroso è impaziente di vedere i propri idoli, l’attesa durante il cambio palco sembra interminabile in contemplazione con il trittico di sfondo riportante l’acronimo BSC, ad un tratto le luci si spengono e finalmente i Black Stone Cherry s’impossessano del palco, le urla che si sollevano danno la giusta carica a Chris Robertson e compagni che irrompendo con il pezzo di grido “Me and Mary Jane” riscaldano immediatamente l’atmosfera. I fans escono dal torpore entrando nel vivo del concerto, impossibile non esaltarsi di fronte a una band di tale calibro che ha sempre dimostrato di avere un dirompente groove, sia dal punto di vista compositivo che scenico.
Ovviamente stasera non si risparmiano e carichi come molle si mangiano il palco scambiandosi di posizione, saltando e scapocciando, trasmettendo tanta energia da generare il mospit e qualche amante del crowd surfing, il loro sound è una potente miscela di southern rock, metal e post grunge, che schizza fuori dalle chitarre di Chris e Ben Wells sottoforma di riff abrasivi e assoli perforanti, dall’alto della pedana John Fred Young è una macchina da guerra che si abbatte su piatti e pelli senza sosta, verso metà concerto intrattiene l’audience imbattendosi in un assolo spacca bacchette, Chris è sempre un frontman di grande carisma che dà lustro alla sua voce dal timbro tagliente, procede diretto nonostante alcuni problemi sorti con le chitarre ma presto risolti. Mentre al basso abbiamo la new entry Steve Jevell entrato in formazione dopo che Jon Lawhon ha lasciato la band nel 2021 per motivi personali, le date precedenti del tour sono state un buon rodaggio infatti si dimostra perfettamente integrato nella band, come se le corde del suo basso avessero creato un forte legame interpersonale, ma anche musicale tenendo saldamente insieme la ritmica con poderose vibrazioni.
Dal nuovo disco “The Human Condition” traggono solo “Again” e “Ringin’ in My Head”, scavando poi nelle loro radici estraendo cavalli di battaglia come “Hell & High Water”, “Devil’s Queen”, fino ai più recenti “Burnin’” e “Cheaper to Drink Alone”, ogni canzone è cantata a gran voce dai fans sempre più in fermento e partecipi anche durante gli intermezzi strumentali dove Chris li fa interagire a suon di cori e battiti di mani. Verso la fine del live i ragazzi del Kentucky sparano la doppietta con le immancabili “White Trash Millionaire” e “Blame It On The Boom Boom”, raggiungendo l’apice dell’entusiasmo e infine con “Lonely Train” salutano i fans ritirandosi per una meritata pausa. Dopo pochi minuti Chris e Ben tornano in scena intonando “Peace Is Free” cantata assieme a TJ Lyle dei The Georgia Thunderbolts raccogliendo per l’ultima volta l’enfasi plateale, sommersi da una pioggia di applausi che sfocia in un coro da stadio, i Black Stone Cherry non possono fare a meno di filmare la folla e ringraziare di cuore i loro seguaci, congedandosi vittoriosi per aver ribaltato l’Alcatraz con una performance granitica sotto tutti gli aspetti, dando tutto se stessi per soddisfare ogni singolo spettatore riuscendoci alla grande; rimaniamo in attesa del nuovo disco al quale stanno attualmente lavorando, secondo Chris le canzoni composte finora sono davvero forti quindi aspettiamo fiduciosi.
L’Alcatraz è stato ancora una volta teatro di un evento di altissimo livello, l’accoppiata The Georgia Thunderbolts e Black Stone Cherry si è rivelata vincente, i primi hanno ben riscaldato il pubblico mentre i BSC ancora una volta hanno dimostrato di essere una ruggente macchina da palco, ringraziamo la Vertigo Hard Sounds per aver organizzato il grandioso evento e tutto lo staff dell’Alcatraz. Alla prossima!
Setlist:
Me and Mary Jane
Burnin’
Again
Blind Man
Like I Roll
Cheaper to Drink Alone
Hell & High Water
Soulcreek
Devil’s Queen
Drum Solo
Ringin’ in My Head
In My Blood
White Trash Millionaire
Blame It On The Boom Boom
Lonely Train
Encore:
Peace Is Free (con TJ Lyle from The Georgia Thunderbolts)
qui potete vedere anche il report dei Black Stone Cherry al Pistoia Blues Day 2019 www.relics-controsuoni.com/2019/07/pistoia-blues-day-1-black-stone-cherry-ana-popovic-and-more-foto-e-report-di-giovanni-cionci.html