Pagan Fest 5°ed. day 2@ Gonzaga, Mn(testo Alessandro Masetto, foto Rose Profeta)

Pagan Fest Quinta Edizione: 26/27 Agosto 2022- Arci Laghi Margonara – Gonzaga (Mantova)

testo Alessandro Masettofoto Rose Profeta

La seconda giornata del Pagan Fest (per la prima volta in questa quinta edizione edizione al raddoppio e in doppia cifra,), non si apre nel miglior dei modi a livello meteorologico… un forte temporale con raffiche di vento intense (al limite del nubifragio), a poche ore prima dell’inizio della manifestazione (tra la tarda mattinata e l’ora di pranzo), si è abbattuto su Gonzaga e nelle aree limitrofe, creando preoccupazione per il suo regolare proseguo in questo sabato pomeriggio agli organizzatori del Pagan. Fortunatamente, la furia del tempo si è placata abbastanza velocemente e senza creare danni tangibili, ma nonostante ciò non si e’ riuscito ad evitare un ritardo sull’orario della tabella di marcia iniziale, facendo slittare notevolmente l’inizio dei live delle bands, per permettere al palco all’aperto piuttosto bagnato di asciugarsi il più possibile, in modo da tale da evitare pericolose cadute o accidentali scivoloni agli artisti. Operazione che si è conclusa poi nel migliore dei modi, anche grazie alla collaborazione di un sole inaspettato che ha fatto capolino dopo la tempesta, rivelandosi un valido alleato allo scopo! Risolti i problemi di natura tecnico logistica, si torna a macinare decibel a pieno ritmo, con gli AEXYLIUM già pronti sul palco, una promettente ed emergente folk metal band, quasi tutta al maschile, eccetto la presenza di una carina chitarrista con capelli ricci e folti come la lana, che mi ha ricondotto al ricordo di una Tina Turner ventenne! Siparietto simpatico a parte, gli Aexylium, non inventano nulla di nuovo, proponendo del folk metal canonico con violini e flauti che si mescolano agli strumenti tradizionali, passando dal cantato pulito al growl, in modo molto armonioso e curando molto i dettagli, anche scenografici. Una piacevole sorpresa, per un ottimo inizio di giornata!

AEXYLIUM

Una mezz’ora a disposizione per l’ennesima birra della giornata e quattro chiacchere al banchetto fornitissimo di dischi dell’amico Alberto Bini (presente solo oggi) con tante cose rare ed interessanti, preso subito d’assalto dai collezionisti come il sottoscritto, che i KANSEIL , sono in postazione e pronti per partire. I cinque ragazzi della marca trevigiana, più precisamente provenienti dall’Altopiano del Cansiglio (uno dei più belli del Veneto da cui proviene il loro nome), propongono un folk molto vario, che vira nel death, e sfocia nel black, risultando a tratti anche minaccioso, sia per il cantato in growl tipico, che per questo look molto medioevale e lugubre, con tanto di cappucci inquisitori in testa! Vantano dischi e molti tour in giro per l’Europa, dove hanno condiviso il palco con famosissime bands quali AT THE GATES,ENSLAVED, FOLKSTONE,KORPIKLAANI, ecc.., con oltre sessanta e passa concerti. La ricetta dei KANSEIL, e’ quindi bene o male quella canonica del genere folk, e valgono gli stessi discorsi fatti per gli altri colleghi che si sono esibiti le nella giornata di venerdì. Forse però, a questo punto, la questione “musica folk/Celtic” è più ampia come contesto e da ricercarsi in più ragionamenti, ma vedendo la questione più razionalmente e in modo diretto da esterno e non da cultore del genere, mi viene da dire che non è tanto un problema dei KANSEIL e di tutti coloro che seguono questo filone del metal, ma è che è proprio “colpa” del genere limitante se suonato in modo puro, ottenendo dei risultati più interessanti solo quando viene mescolato e combinato con altre influenze e generi del metal, come i ragazzi Veneti fanno fortunatamente. Detto ciò, i KANSEIL sono stati certamente all’altezza della situazione, dimostrandosi una band esperta e munita di parecchie frecce nel proprio arco da sparare , e con molti margini di miglioramento se come detto pocanzi, sapranno proporre ancora maggiori variazioni sul tema in futuro, proseguendo il percorso perfetto che già stanno tracciando.

KANSEIL

Siamo giunti quasi all’inbrunire, e piano piano l’aria si sta rinfrescando e l’orario di cena si sta avvicinando.. ed ecco che la cucina del Pagan Fest corre in soccorso degli affamati! Una bella grigliata di carne, un bel bicchiere di vino rosso per accompagnare il tutto e due birre di scorta …perché mai? Ovvio!!! Tra poco inizia lo show dei WHITE SKULL di Vicenza, storica power/epic metal band attiva dagli anni 80, che oggi ha letteralmente messo a ferro e fuoco il palco del Pagan Fest, risultando la bandvincitrice ASSOLUTA di questa quinta edizione (me ne assumo la responsabilità di giudizio) e alla quale dedico un paragrafo del report specifico, più che meritato e a se stante!

WHITE SKULL

Quando dal mio amico di vecchia data Tony “Mad” Fonto’ (fondatore , chitarrista e leader storico dei Teschi Bianchi), ho appreso la news su fb della loro partecipazione al Pagan Fest, sono rimasto contemporaneamente sia sorpreso che eccitato dalla cosa. Sorpreso perché non vedevo una loro collocazione ideale in questo contesto (anche se effettivamente hanno tematiche e sonorita’ riconducibili al Celtic, tipo le storie dei vichinghi), ed eccitato perché nonostante abbia letteralmente perso il conto di quante volte abbia visto in azione i miei concittadini (li seguo con costanza dal tour di “Embittered”, abbandonati solo nella fase più “oscura” con il vocalist argentino Gus che non mi è mai piaciuto), e vederli posizionati quasi nel punto più alto di questo prestigioso festival e’ per me motivo di orgoglio, e di meritato successo di conseguenza per loro, perché so quanto sono seguiti, amati dal popolo metal e famosi attualmente in Italia , e soprattutto quanti sacrifici hanno fatto per raggiungere quest’obiettivo (leggere la nuova biografia appena uscita per credere)! Ma la lunga gavetta, alla fine, ha dato i suoi frutti, e ora eccoli qua stasera, più in forma che mai, e pronti a prenderci a colpi d’ascia in faccia e spararci addosso tonnellate di metallo Old School! Dopo un sound check apparso un po’ troppo lungo e laborioso, i White Skull sono ora finalmente in postazione d’attacco e pronti ad iniziare la battaglia! La formazione e’ quella tipo, consolidata da anni, con la sola defezione forzata del bassista JO (per motivi personali, e che ironia della sorte, era forse il più centrato di tutti con il suo look da vichingo in questo contesto), sostituito per l’occasione dal chitarrista degli Anthenora Stefano Pomero, detto Pooma, oggi eccezionalmente in veste di bassista! Anche se lo stile e’ ovviamente diverso in tutto e per tutto da Jo, si è dimostrato un sostituto eccellente, molto dinamico sul palco e tecnicamente ineccepibile. Degli altri membri dei White Skull c’è poco aggiungere e dire ancora: se dovessimo valutare la prestazione singola di ognuno di stasera, la media andrebbe dal 9 al 10, senza esagerare, e sfido chiunque affermare il contrario … Federica Sister e’ la DORO italiana per eccellenza, voce acuta, pulita, cristallina, precisa, incapace di steccare o andare fuori tempo …in sintesi una Fuoriclasse pura! Tony Mad, il Capitano, e’ la bussola, il coordinatore su cui ruota tutto perfettamente attorno alla macchina White Skull da lui creata, affiancato dall’inseparabile amico di mille avventure e membro storico, il batterista – metronomo Alex Mantiero, infallibile drum-machine, uno dei migliori in assoluto nel metal !Poi che dire di Alexsandros Muscio alle tastiere e del nuovo arrivato, il talentuoso chitarrista trevigiano Valentino Francavilla? Che hanno dato (se mai fosse possibile) una marcia in più alla band, portando nuove energie ed entusiasmo, grazie alla loro straordinaria abnegazione, tecnica e classe nei rispettivi ruoli! Una scaletta speciale e quasi tutta incentrata sui grandi successi del passato, ma con spazio anche a brani memo datati e più recenti. Si parte con un “classico” , la trascinante “Embittered”, per passare al trittico micidiale estratto da “Tales From The North” (il loro capolavoro massimo) , composto da “The Killing Queen”, “Tales From The North” e “Cleopathra “ , e dal quale (a grande sorpresa) nel finale troverà spazio anche una stupenda “Kriemhild Story”! Da “Public Glory Secret Agony”, (altro album cavallo di battaglia dell’epoca), trovano spazio invece “High Treason” e “The Roman Empire”. Solo due brani dai più recenti “Will Of The Strong” e “Under This Flag”, la splendida “ I Am Your Queen” (che potrebbe essere calzate come autodedica per Federica), e “Red Devil”, che ha infiammato e mandato in delirio il popolo pagano, accorso in massa sottopalco a questo punto del concerto, rapito, incuriosito, e fatto prigioniero dal Capitano Tony e dalla sua ciurma ! “ Asgard” onnipresente in qualsiasi occasione i White Skull suonino ufficialmente un live, pone fine al delirio, e a questo ennesimo concerto perfetto e sontuoso dei vicentini, con tutti con i defenders a corni alti e birra in mano, abbracciati a cantare a squarciagola il ritornello …” “ASGARD protect the Warriors” come in una sorte di RITO! Odino protegga i White Skull e i suoi guerrieri eternamente …ne abbiamo bisogno tutti! MONUMENTALI!

WHITE SKULL

Naturalmente, i White Skull non erano gli Headlinear (lo ricordiamo), e la kermesse non termina qua… ci sono i secondi special guest di questa seconda giornata del Pagan Fest pronti ad esibirsi e dare battaglia ai vicentini per la leadership …dall’Argentina gli SKILTRON! Naturalmente stiamo parlando anche qua di celebrità mondiali, di gente che ha inciso una marea di dischi nel corso della loro carriera, con la peculiarità di suonare tutti in kilt scozzese e di mettere le cornamusa in prima piano nella loro musica, rendendo certamente godibile, efficace ed originale il loro celtic/folk metal! Gli Skiltron vantano presenze nei più prestigiosi festival metal europei, quali il Wacken Open Air in Germania, il Bloodstock e il Cernunnos. Un ora e mezza di ottima musica, che ha messo a dura prova le ultime energie dei partecipanti del Pagan Fest, a questo punto stanchi e provati anche dalla quantità di alcol ingurgitata, ma che non ha scoraggiato gli ultimi irriducibili ancora intenti a saltare e ballare a petto nudo, nonostante la temperatura e l’umidità notturna rendesse la cosa tutt’altro che gradevole.

SKILTRON

E come tradizione vuole, c’è un inizio e c’è una fine sempre su tutte le cose, ed anche questa quinta edizione del Pagan Fest e’ giunta al termine, lasciandosi alle spalle il ricordo di due giornate memorabili e di grande intensità! Grazie a tutti e ci vede alla prossima edizione 2023!

Qui trovate anche il report del day 1:

Pagan Fest 5°ed.@ Gonzaga, Mn(testo Alessandro Masetto, foto Rose Profeta)


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