Pagan Fest Quinta Edizione: 26/27 Agosto 2022- Arci Laghi Margonara – Gonzaga (Mantova)
testo Alessandro Masetto, foto Rose Profeta
Per questa quinta edizione del Pagan Fest, (evento che dalla scorsa edizione trova spazio nella splendida cornice naturale dei Laghi di Margonara di Gonzaga), il patron del festival Massimo Mazzola (a cui vanno i nostri più calorosi ringraziamenti e saluti per averci gentilmente ospitati), in collaborazione con la splendida e fedelissima presentatrice Elisabetta Simonetti e lo staff dell’Arci Tom di Mantova, raddoppia!! Perciò, non più una singola giornata come nelle passate edizioni, ma ben due, posizionate in un caldo week -end di fine agosto, articolate dal consueto e ricco programma musicale, oltre che da spettacoli acrobatici con costumi medioevali e danze del fuoco a tema pagano (dove la stessa Elisabetta Simonetti sarà un’ artista protagonista in tutte le esibizioni proposte)! Il tutto racchiuso dall’immancabile e ricco mercato celtico, che con le sue opere d’arte artigianali esposte nei numerosi banchetti diramati nell’area apposita riservata, è sempre un fiore all’occhiello per cultori e collezionisti di oggettistica pagana, celtica ed esoterica. Ovviamente, il Pagan Fest, e’ anche e soprattutto tanta festa, ragion per cui non potevano certo mancare appositi stands con birre artigianali, vini tipici, ed il classico idromele (immancabile bevanda degli Dei), tutto rigorosamente da bersi nei corni appositi personalizzati, come tradizione vuole! Per chi invece preferiva ristorarsi, la cucina offriva specialità della casa, come il famoso gnocco fritto con il culatello, o il risotto alla mantovana (con salsiccia). Unica nota stonata di questa due giorni del Pagan Fest, qualche problema di natura tecnica dovuto al maltempo di sabato (forte temporale a ora di pranzo), che ha giocoforza condizionato l’orario degli eventi, portando di conseguenza un notevole ritardo delle esibizioni musicali nella tabella di marcia iniziale, ma che non ci sentiamo in alcun modo di imputare all’organizzazione , che anzi, ha lavorato duro e sodo per far sì che andasse tutto in porto come da programma, e alla fine gli sforzi sono stati più che ricompensati! Nonostante la concomitanza di molti eventi analoghi, l’affluenza di pubblico e’ stata più che buona, premiato da esibizioni live notevoli, sulle quali hanno spiccato quelle dei degli irlandesi Cruachan (headlinear nella giornata di venerdì) , degli italiani White Skull (vincitori assoluti di questa edizione a parere di chi scrive) , seguita da quella degli headlinear della giornata di sabato, gli argentini Skiltron
Pagan Fest – Giorno 1
A causa di un intenso traffico autostradale (coinciso con l’ultimo grande esodo partenze/rientri vacanze estive), nella prima giornata di venerdì non ci è stato possibile presenziarvi dall’inizio della manifestazione, ma questa defezione non ci ha impedito di gustarci i succulenti gruppi che si sono avvicendati sul palco del Pagan Fest, tutti ovviamente dediti a sonorita’ folk/celtic, epic e death metal melodic, sconfinanti nel black metal, come nel caso degli headlinear Cruachan. Ovviamente le tematiche sono tutte più o meno le stesse, tratte da riti pagani, storie di vichinghi, maghi e magia, elfi e popoli antichi delle montagne, tradizione e culto, natura e tematiche popolari antiche. Aprono le danze gli Adgarios, che propongono un classico e standard folk metal, tra violini e cornamusa, dove spicca la bella presenza della singer, brava è dotata di un ottima voce, molto curata nello stile, cosa che va a contrapporsi con quello a petto nudo spartano e selvaggio scelto dai componenti maschili, peraltro tutti molto preparati tecnicamente. Anche se non inventano nulla, risultano piacevoli visivamente e gradevoli all’ascolto .
Rapido cambio di palco, ed e’ la volta degli Hell’S Guardian, un combo tutto al maschile proveniente dalla Val Camonica, votato ad un genere più duro dei colleghi precedenti, una sorta di epic mescolato con il death metal melodico, riscontrabile e tangibile nella voce potente e rabbiosa del singer. Ottima anche la sezione ritmica, coesa e roboante, ma più in generale mi è piaciuta molto la loro proposta, che a conti fatti e’ risultata essere la più originale e fantasiosa di tutta questa prima giornata, assieme a quella dei Cruachan. Davvero una prestazione ottima e sorprendente di questi ragazzi delle vallate, che spero di rivedere anche il prossimo anno su questo palco!
Tocca ai Furor Gallico, esperta, e navigata folk metal babd italiana scaldare le acque prima del piatto forte finale. Il loro e’ un ritorno al Pagan Fest , essendoci già stati ospitati nella terza edizione, e dal nutrito numero di fans e seguaci appostati sotto palco per la loro esibizione, non è difficile intuire che tra gli amanti del genere siano molto famosi e amati. Tuttavia, anche stasera, come in tutte le altre occasioni in cui li ho visti in azione i Furor Gallico (recentemente anche al Luppolo In Rock), mi hanno lasciato piuttosto impassibile, trovandoli a tratti impalpabili e ripetitivi, specie nei pezzi cantati in italiano, che non trovo la giusta chiave di lettura al genere proposto. Senza dubbio interessante invece la preparazione strumentale e vocale da un punto di vista squisitamente tecnico, con questo insieme sul palco di più strumenti, dalla chitarre elettiva ai violini , dall’arpa celtica ai flauti, passando per quelli antichi a percussione .Stasera hanno proposto una scaletta incentrata sul loro nuovo lavoro “Dusk Of The Ages” (più altri brani storici di successo).
Il tempo scorre velocemente tra una birra e l’altra, tra un idromele e un acquisto sulle bancherelle, e si arriva così all’esibizione degli irlandesi Cruachan , headlinear e veri special guest di questa prima tornata della quinta edizione del Pagan. La storica band di Dublino, fondata nei primi anni novanta e con ben sei album all’attivo, sono da considerarsi tra i pionieri e maggiori esponenti del celtic metal, essendo stati tra i primissimi a combinare l’aggressività del Metal estremo (Black Metal), con ritmi celtici e ritmi tradizionali folk, alternando voci scream maschili a dolci voci femminili, con tanto di onnipresenti flauti e violini, dimostrandosi capaci di variazioni sul tema, cosa non consona e scontata per la stragrande maggioranza di chi suona folk/celtic metal ed affini. Per quest’occasione speciale, e per festeggiare il loro trentesimo anniversario, hanno incentrato un set apposito e mirato sui loro maggiori successi del passato, rendendo così di fatto lo show di stasera qualcosa di esclusivo e memorabile. I Cruachan di Keith Fay, hanno convinto e dato saggio della loro bravura anche a chi (come il sottoscritto), non li aveva mai sentiti nominare ed ascoltato un solo brano, dimostrando concretamente sul palco anche a un inesperto in materia, la differenza tra una buona ed onesta band, con una esperta e navigata, coinvolgente e capace di trasmettere emozioni, anche a chi non ha un solo disco a casa di Celtic/folk metal! Grandiosi!
Pagan People