Uriah Heep – Testo e foto di Giovanni Cionci
I leggendari Uriah Heep in Italia per un’unica data presso il Teatro dal Verme di Milano, lo scorso 18 Ottobre, per il tour celebrativo dei 50 anni di carriera.
E’ una vera festa quella che la band ha organizzato per i tanti fan presenti, giunti anche da molto lontano: sono infatti davvero poche le band che possono vantare di aver raggiunto un traguardo del genere, seppur con una storia costellata da tanti cambi di formazione e, purtroppo, perdite illustri.
Già all’ingresso del Teatro è stata allestita una piccola mostra di memorabilia, cosa già di per se davvero speciale..ma è solo l’inizio.
I Set
L’emozione è tanta quando in sala si spengono le luci e sullo schermo, uno dopo l’altro, si susseguono i videomessaggi di auguri tributati alla band dai grandi nomi del rock: Deep Purple, Judas Priest, Alice Cooper, Ian Anderson, Brian May, Blue Öyster Cult, Joe Lynn Turner, Seteve Harris.. solo per citarne alcuni. E dopo l’ultimo video, tra gli applausi, finalmente la band sale sul palco. I musicisti prendono posto davanti ad un fondale bianco, e regalano un bellissimo set acustico.
Il viaggio unplugged inizia con Circus, e bastano una manciata di note ed un cenno del mattatore Bernie Shaw, per far sì che tutti si ritrovino in piedi ad applaudire. L’atmosfera è intima, i musicisti sono davvero vicini alle prime file e Shaw raccoglie quasi fisicamente l’affetto del pubblico per poi distribuirlo ai compagni. Il set termina col medley “The Wizard/Paradise/Circle of Hands“, seguito da “Lady In Black“, cantata in coro dal pubblico.
La band esce tra gli applausi e, dopo un rapido cambio palco, sulle note di Blood Red Roses, sullo schermo scorrono le immagini della grande famiglia “Uriah Heep“. E’ una storia lunga mezzo secolo (più 2 anni di pandemia), una storia di gioie e successi, ma anche di addii e, purtroppo, perdite. Tutti possono così commuoversi davanti alle foto dei compianti David Byron, Kevin Hensley, Trevor Bolder, Lee Kerslake, John Lawton, John Wetton…
II set
Questa è pur sempre una festa, e la commozione deve ora lasciar posto all’entusiasmo: il drappo bianco che faceva da fondale viene calato all’improvviso..ed ecco il monumentale e variopinto palco dei 50 anni, impreziosito da luci multicolori, con la batteria di Gilbrook e le tastiere di Phil Lanzon arroccate in alto e ampio spazio per l’inossidabile Mick Box (chitarra) a sinistra, Davey Rimmer (basso) a destra e per la punta di diamante Shaw al centro. Si parte subito forte con Against the Odds, ed è subito chiaro a tutti che sarà impossibile restare seduti: la band è veramente in forma smagliante, la voce di Shaw è piena e graffiante, così come la chitarra del sornione Mick Box; Lanzon costruisce muri di suono con le sue tastiere e le ritmiche di Gilbrook e Rimmer rendono il tutto
perfetto. 50 anni e non sentirli affatto.
La band snocciola perle del suo repertorio, da Traveller in Time a Too Scared to Run, da Sunrise a Free ‘n Easy. Mick Box fa il funambolo con la sua bellissima Carparelli, mentre Shaw per tutto il set non fa che muoversi da un lato all’altro del palco, giocando col pubblico ed incitandolo. Il set si chiude con la bellissima July Morning, ma tutti sanno che non è finita: l’uscita di scena è fittizia, come previsto. Gli applausi sono tanti, tantissimi, gli Uriah Heep non possono esimersi dal pasasare per le “forche caudine” del bis.
E lo concedono con gioia, col sorriso di chi è felice che il tempo non sia passato invano, vedendo che dopo tutti questi anni i fan storici sono ora affiancati da fan giovani, e che l’amore per il loro rock è ancora grande. E così regalano ai fan le due bandiere della band, i brani forse più attesi, Gipsy e Easy Livin’.. e con loro, una promessa: nuovo album e nuovo tour nel 2023. E nessuno dei presenti, dopo uno show del genere, potrà permettersi di mancare.
Vi lasciamo alla gallery fotografica del nostro Giovanni “Gian Rock” Cionci.