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A distanza di poco più di un anno da “Eternal Hails…” , i rappresentanti del Norwegian Black Metal Darkthrone, padrini della scena norvegese ed incorruttibili puristi del sound originale e scarno degli inizi, tornano con la loro nuova creatura musicale; “Astral Fortress” in uscita il 28.10.2022 per Peaceville Records.
Ancora una volta Fenriz e Nocturno Culto ci fanno entrare nella loro dimensione musicale e onirica.
Un viaggio a ritroso nelle fredde sonorità nordiche che contempla in maniera sistematica nostalgia e sperimentazione, uno sguardo al passato che mai tralascia la voglia di sperimentare e rendere personale un sound che appartiene in tutto e per tutto alla scena black metal nordica delle origini, ma che viene impreziosito dal tocco personale della band, che lo fa suo, lo manipola e lo ripropone attraverso un filtro del tutto personale che porta alla luce le emozioni più profonde della band, e che incarna, anche a distanza di anni, lo spirito originario della scena black metal norvegese.
“Caravan of Broken Ghost” apre questo nuovo viaggio musicale nell’abisso musicale e percettivo dei Darkthrone, introducendo un arpeggio di chitarra acustica di bathoriana memoria, che accompagna l’apertura della prima traccia dell’album, fin da subito si nota una cadenza doom ben amalgamata con una sonorità che si propone di essere la rappresentazione di quel sound impertinente degli anni ’90 che non appartiene a nessuno schema imposto.
Si continua con “Impeccable Caverns Of Satan” dove i riff, secchi e asciutti, che sovrastano la batteria di Fenriz fanno viaggiare la mente e strizzano l’occhio ad un sound crust punk che subito si trasforma in funzione del cantato, tornando sull’impronta raw black metal, per fare da preludio a “Stalagmite Necklace” terza traccia dell’album, in cui la voce di Nocturno Culto inizialmente viene sovrastata da un riff semi ripetitivo che trova poi naturale sbocco in un una melodia fredda e altalenante: due fili conduttori che viaggiando paralleli si ricongiungono per fondersi e ri-formarsi
l’un l’altro.
“The Sea Beneath The Seas Of The Seas” introduce inizialmente un sound puramente sperimentale ma che si riallaccia in maniera perfetta e armonica con una musicalità fredda e costante, una marcia scandita da Fenriz e la sua batteria, che in maniera precisa, inquadrata e sistematica accompagna l’ascolto verso dei riff metodici nella loro freddezza, ma che lasciano spazio ad un virtuosismo assolutamente congeniale al cantato e all’atmosfera.
“Kevorkian Times” continua e riprende la stessa scia: freddezza, virtuosismo volutamente distrutto in funzione di una rabbia espressa con metodo e manipolata al punto giusto con un cantato evocativo e profondo, quasi ancestrale che mantiene sempre lo stesso livello nonostante le variazioni armoniche del brano, da fredde a veloci, senza mai stabilizzarsi del tutto.
“Kolbotn, West Of The Vast Forest” penultima traccia dell’album è di per sé un omaggio al luogo di appartenenza di Fenriz, una traccia breve, ma puramente strumentale che richiama un’atmosfera surreale, di pura sperimentazione sonora ed evoca la visione oscura ed inquieta del luogo attraverso la lente creativa di Fenriz stesso.
Chiude questo straordinaro viaggio musicale “Eon 2” in cui i Darkthrone fondono insieme sperimentazione, sonorità originali ed il proprio timbro, dimostrando si, di essere fedeli alla linea musicale originale, ma anche di saper manipolare con maestria un sound che porta dentro di sé il peso di un’eredità importante senza snaturarlo ma anzi, facendolo rivivere attraverso un filtro del tutto personale, sempre attento a preservarne l’originaria autenticità.
Anni di militanza nella scena black metal nordica norvegese, non hanno scalfito quell’attitudine velatamente punk che da sempre contraddistingue i Darkthrone, con quella voglia inesauribile di espressione personale e sperimentazione, ma anche il voler spingersi sempre oltre durante il processo creativo della loro produzione musicale,.
Fregandosene altamente dei giudizi di pubblico e critica, e rilasciando ogni volta alle stampe un prodotto creativo e musicale di eccellenza sotto ogni aspetto, nonostante la loro proverbiale volontà di uscire da ogni canone, continuano da anni ad essere portatori sani dell’unico vero Norwegian Black Metal, insieme ad una manciata di poche ma significative band, sia per le sonorità che per l’attitudine che contraddistingue la band stessa ed il suo sound, nonchè lo stesso genere, caratteristiche che, nel panorama black metal odierno si sono andate pian piano sfumando.
Ancora una volta i Darkthrone ci presentano un lavoro di scrittura impeccabile, così come la produzione dello stesso album, dal sound volutamente raw, lo stesso che contraddistingue da sempre la loro verace produzione musicale.
La voglia instancabile di far vivere la scena mantenendo un profilo quanto più possibile ‘underground’ e allo stesso tempo la volontà di fare espressione artistica e creare, e anche sperimentare, in barba a tutti i giudizi e le critiche, è questa l’attitudine dei Darkthrone, che continua da anni a costruire lavori musicali solidi e indelebili, con la stessa passione degli inizi, senza scendere a compromessi, portando allo scoperto il cuore pulsante del vero black metal norvegese.
Notiamo non a caso la citazione “No metronome since 1987” un reminder, uno ‘state of mind’ che Fenriz ci tiene a ricordare sul retro dell’artwork del disco, ma che è anche uno stile di vita che dura nel tempo, fin dagli inizi.
“Astral Fortress” è un sublime viaggio onirico all’interno del sound black metal delle origini, un pezzo originale e puro di black metal norvegese ben prodotto, scritto ed eseguito dai Darkthrone, che nella loro originale purezza non sbagliano mai un colpo. Sempre con l’inossidabile voglia di distruggere gli schemi, anche quelli tradizionali, quel tanto che basta per favorire la creazione e allo stesso tempo la rinascita di un sound che porta alla luce passioni ed emozioni degli esordi, sotto la lente di ingrandimento delle proprie emozioni, dei propri ricordi, una vita vissuta all’insegna della libertà, anche espressiva, senza compromesso, senza schemi pre costruiti, abbattendo muri, ‘senza metronomo’ nel senso più vero del termine.
Un album assolutamente consigliato, che riporta indietro nel tempo e a quell’attitudine libera ed espressiva alle origini della scena black metal.
Immancabile per ogni blackster, sicuramente amato dai vecchi fan, ed un viaggio nel tempo per chi si approccia al genere.
Un assaggio di ciò che è stato… e che potrebbe ancora essere.
Hail Darkthrone!
DARKTHRONE – ASTRAL FORTRESS
Release Date: 28.10.2022
Via Peaceville Records
Tracklist:
- Caravan Of Broken Ghosts
- Impeccable Caverns Of Satan
- Stalagmite Necklace
- The Sea Beneath The Seas Of The Sea
- Kevorkian Times
- Kolbotn. West Of The Vast Forests
- Eon 2
Line up:
Fenriz (Gylve ‘Fenriz’ Nagell) – batteria (chitarra, basso,tastiere, voce,testi)
Nocturno Culto (Ted Skjellum) – voce, chitarra (basso, produzione,testi)