Micah P Hinson – lie to you Recensione di Guido Maria Grillo
Immaginifico, suadente, ipnotico è il mondo di Micah P Hinson, classe 1981, al suo undicesimo album, prodotto da Alessandro “Asso” Stefana (già al fianco di Pj Harvey, Vinicio Capossela), talento italico di respiro internazionale. Il cantautore texano ha l’innata capacità di costruire mondi, spalancare orizzonti, intraprendere viaggi con la sola voce, perché espressione diretta delle profondità dei suoi abissi.

In ogni sfumatura di quel canto risiede il suo vissuto, la tossicodipendenza, la depressione, la solitudine. C’è la verità del vero, cruda e lirica, come solo essa sa essere, sulla bocca dei poeti. La produzione di “Asso” esalta la voce, rendendola padrona dello spazio sonoro, mentre gli archi tessono trame sognanti che offrono il contraltare a quella ruvidezza.
Un pianoforte dal suono caldo e profondo puntella le melodie che la voce accenna appena, mentre racconta storie di ordinaria afflizione. Certe crepe e sottili sfumature di quella voce evocano il ricordo del meraviglioso e compianto Mark Lanegan più intimista, accade in People e in Find your way out, in particolar modo, ma è solo un suggestione romantica.
Gli archi sono elemento pressoché costante nella costruzione degli arrangiamenti, perfetti per celebrare la solennità delle canzoni di questo disco, come accade in maniera lampante e struggente in What does it matter now? ballata di rara bellezza ed intensità, con un incedere che chiede di essere ascoltato ancora e ancora, altre cento volte. Sono canzoni brevi, accenni di Bellezza, in un disco minimale, dal punto di vista strumentale, come tradizione vuole, ma con ogni cosa al posto giusto ed una reverenza nei confronti della poesia e di melodie superbe.

The days of my youth ha quella solennità che rende immortali le canzoni, che promette di non mollare mai più la presa, dopo aver afferrato il cuore ed averlo stretto in una morsa di rare bellezza e commozione.
La chiusura è affidata alla delicatezza sublime di Wasted days and wasted nights e di 500 miles.
I lie to you è il risultato di cinque giorni e cinque notti di registrazione, in cui Micah è stato accompagnato dagli archi di Raffaele Tiseo, dalla batteria di Zeno De Rossi e dal contrabbasso di Greg Cohen, con la supervisione e l’apporto da polistrumentista di Alessandro “Asso” Stefana.
Per la prima volta, Hinson produce e pubblica un disco con un’etichetta italiana, Ponderosa Music Records, collaborazione e progetto nati a seguito della sua partecipazione allo Sponz Fest, il festival che Vinicio Capossela organizza in Irpinia, nel suo paese d’origine.
C’è da augurarsi, per il bene di noi tutti, che sia solo l’inizio di una lunga storia di passione.