Dream Theater @Tuscany Hall, Firenze

Secondo giro in Italia per i Dream Theater, i giganti statunitensi del Progressive Metal, dopo le date 2022 del Top of the World Tour, con tre nuovi appuntamenti imperdibili per tutti i fan di Petrucci & Co. Non è un caso, la band è sempre stata enormemente amata nel nostro Paese, e da sempre in ogni tour non mancano mai almeno 3 date nella penisola.

Noi di Relics Magazine abbiamo assistito allo show fiorentino tenutosi martedì 24 Gennaio presso il Tuscany Hall.

Arion
Ad aprire la serata, l’esibizione degli Arion, band finnica, giunti alla pubblicazione del loro terzo album in studio “Vultures Die Alone”, del 2021. Il loro muscoloso power metal e il carisma del frontman Lassi Vääränen scaldano il pubblico, preparando il terreno per il piatto forte della serata. Energici!

Dream Theater
La rullata di Mike Mangini e il riff aggressivo di John Petrucci sanciscono l’inizio dello show, affidato a The Alien, singolo tratto dall’ultimo album “A View from the Top of the World”.

Sul palco anche Jordan Rudess, mago delle tastiere, e l’inossidabile John Myung al basso. L’opera collettiva dà vita all’intro strumentale del brano, dapprima furiosa, poi interrotta da un arioso ed espressivo assolo di Petrucci.. al termine del quale giunge sul palco la storica voce della band, James LaBrie…e bastano un verso ed il ritornello per mandare il pubblico in brodo di giuggiole: tutti hanno capito che i Dream Theater sono in gran forma e che lo show sarà entusiasmante..del resto, da loro non ci si aspetta mai altro.

Terminato il brano, nemmeno il tempo di prendere fiato che, con un rapido salto indietro nel tempo, si torna a quello splendido e quasi trentennale “Awake” del 1994 (terzo album della band): è di nuovo Mangini a dare l’avvio a 6:00 (più tardi in scaletta ci sarà anche Caught in a Web).. e partono i riff del re dell’alternate picking, sua maestà Petrucci, accompagnato da Rudess e poi dal riff di basso di Myung. Voce impeccabile, assoli chirurgici.

Il pubblico continua a scaldarsi sempre di più..e siamo solo all’inizio. Si susseguono altri brani tratti dall’ultimo album, assieme a Bridges in the Sky, tratto da “A Dramatic Turn of Events“, primo album registrato con Mangini, dopo l’uscita di Mike Portnoy.

LaBrie prende il microfono e ringrazia il pubblico per la calda accoglienza..è una gioia per la band poter suonare nuovamente circondati dal calore dei fan (costantemente impegnati in air-drumming ed air guitar, cosa peraltro molto gradita)..e quale miglior momento per celebrare un compleanno?

Sulle note di Happy Birthday, cantata in coro dal pubblico, la band e Firenze fanno gli auguri allo schivo ed insostituibile John Myung, che proprio oggi spegne 55 anni. Auguri!!!

Dopo il festoso intermezzo, LaBrie annuncia che è giunto il momento di qualcosa tratta da un album che il pubblico dei Dream Theater ha sempre amato molto: “Six Degrees of Inner Turbolence”…e infatti il successivo quarto d’ora è dedicato alle ultime tre parti dell’omonima suite, per la gioia dei presenti.

Ma gli omaggi al passato non sono terminati..e si va ancora più indietro nel tempo, a quel magnifico e seminale Images and Words del 1992, primo album in studio con LaBrie alla voce..e la scelta di rappresentarlo cade su Pull Me Under. Neanche a dirlo, pubblico in visibilio..cori da stadio sul ritornello e standing ovation finale.

La discografia dei Dream Theater è infarcita di lunghissime suite..e non ne poteva mancare una anche nell’ultimo album, l’omonima A View from the Top of the World, brano successivo in scaletta..20 minuti e 23 secondi di classe purissima…e, neanche a dirlo, suonati a Firenze dalla prima all’ultima nota.

Doverosa standing ovation del pubblico, mentre la band esce tra applausi scroscianti.

Tanti chiedono Metropolis come bis..ma i Dream Theater hanno altri programmi che vanno decisamente oltre le aspettative: bastano poche note arpeggiate di Petrucci per far capire che la band omaggerà la città di Firenze eseguendo per intero The Count of Tuscany, lunghissima suite tratta da “Black Clouds and Silver Linings”. Davvero una ciliegina sulla torta, degna chiusura di uno show davvero splendido.

I Dream Theater live sono una certezza, oggi come ieri. Musicalmente sempre impeccabili, mai una sbavatura, mai un passo falso nonostante i continui cambi di tempo, gli assoli velocissimi riportati fedelmente nota per nota..e di note durante un loro show ce ne sono milioni.

Solo la voce di LaBrie ogni tanto va in affanno, ma c’è da dire che a quasi 60 primavere e dopo 30 anni di concerti della durata media di circa 3 ore, durante i quali non ha fatto che spingere continuamente al limite ciò che una voce umana può fare, nonostante le sue pur eccellenti capacità tecniche..beh, un lieve calo di prestazioni è fisiologico, e aggiunge solo un lato umano ad una band che per il resto, per precisione e continuità (ma certamente non per sensibilità e creatività), è sempre stata più simile ad un gruppo di macchine senzienti collegate in rete piuttosto che ad un ensemble di esseri umani. Chapeau!!!
Questa la setlist dello show:

  • The Alien
  • 6:00
  • Sleeping Giant
  • Bridges in the Sky
  • Caught in a Web
  • Answering the Call
  • Solitary Shell
  • About to Crash (Reprise)
  • Losing Time/Grand Finale
  • Pull Me Under
  • A View from the Top of the World
  • The Count of Tuscany

Vi lasciamo alla gallery fotografica del nostro Giovanni “Gian Rock” Cionci.


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