Trivium @ Alcatraz, Milano

TRIVIUM + HEAVEN SHALL BURN + OBITUARY + MALEVOLENCE @ Alcatraz, Milano 19-02-2023
Di Cerutti Giacomo

Oggi gli amanti del metalcore fanno tappa obbligatoria all’Alcatraz di Milano, dove la Vertigo hard Sounds ha portato sul palco grande due icone del genere, ovvero i mitici TRIVIUM affiancati dai possenti HEAVEN SHALL BURN, che si esibiranno da co-headliner forti della pubblicazione dei rispettivi nuovi dischi In The Court Of The Dragon e Of Truth And Sacrifice.

Ma il piatto è più ricco del previsto infatti come special guest, abbiamo gli OBITUARY leggende del death metal americano, mentre in apertura i MALEVOLENCE pronti a scaldare i motori.

Un evento di tale portata ha richiamato tanta gente, sicuramente molti avevano comprato i biglietti per la data originaria che doveva tenersi a novembre 2021, posticipata a causa della pandemia da Covid-19 ma finalmente l’attesa è finita!

I fans più accaniti si piazzano in coda già dal mattino presto, mentre l’affluenza comincia ad aumentare nel pomeriggio, fino a raggiungere un discreto numero quando scatta l’ora dell’apertura cancelli, con conseguente corsa alla tanto sudata prima fila.

Direttamente dall’Inghilterra ecco entrare in scena i MALEVOLENCE nati nel 2010, il pubblico è ancora modesto rispetto alla capienza ma l’accoglienza è calorosa, che gli dà la giusta spinta per iniziare il live con Malicious Intent, title track del nuovo terzo disco pubblicato nel 2022.

Dato il poco tempo a disposizione concentrano il repertorio sui brani nuovi, e, sulle ultime produzioni inserendo Keep Your Distance tratta dall’EP The Other Side del 2020 e Self Supremacy title track del secondo disco.

Il loro groove-metalcore dà sicuramente una prima scossa ai presenti, i brani hanno un bel tiro grazie alle solide ritmiche graffiate da assoli sferrate da Josh Baines e Konan Hall, le cui tempistiche ad alta tensione sono addensate da Wilkie Robinson al basso mentre Charlie Thorpe picchia duramente su piatti e pelli dando a ogni pezzo una marcia in più.

Infine il frontman Alex Taylor impone il suo growl tagliente dal timbro sporco, incitando a saltare e creare circle pit ottenendo un buon riscontro, il pubblico dimostra entusiasmo alimentato dalla loro dinamica tenuta di palco e interazione, inoltre tra di loro c’è una forte intesa.

L’unico momento tranquillo è con la semi lenta Higher Place dove prevale la voce pulita e cupa di Konan Hall, mentre l’Alcatraz per richiesta di Alex si illumina dei LED degli smartphone, dopodiché tornano sui brani aggressivi concludendo con On Broken Glass, raccogliendo meritati applausi dal pubblico entusiasta per aver assolto il difficile compito di aprire la serata, rompendo il silenzio suonando con tenacia e aprendo degnamente la strada alla band successiva.

Setlist:
Malicious Intent
Life Sentence
Still Waters Run Deep
Self Supremacy
Higher Place
Keep Your Distance
On Broken Glass

Ora il livello della serata si alza drasticamente con l’arrivo dei mostri sacri del death metal statunitense, i massacranti OBITUARY prendono posizione sul palco sollevando urla dal pubblico aumentato, partendo sulle note del pezzo strumentale Redneck Stomp e quando sono raggiunti dal frontman John Tardy, attaccano con Sentence Day investendo la folla come una valanga.

Inutile dire che nella platea headbanging e moshpit non mancheranno mai, impossibile rimanere fermi di fronte ad una band di tale potenza che spara un brano dopo l’altro, tanto che pure un loro tecnico preso dall’euforia si lancia dal palco.

Sulla scena dal 1988 hanno pubblicato quest’anno l’undicesimo disco Dying Of Everything dal quale eseguono la title track, The Wrong Time e My Will to Live, dato il poco tempo a disposizione è impossibile toccare l’intera discografia e molto cavalli di battaglia sono stati sacrificati, ma i nostri procedendo come schiacciasassi concedendosi pochissime pause.

Trevor Peres e Kenny Andrews aggrediscono i presenti con riff insanguinati e assoli laceranti, viscerali linee di basso scagliate dal massiccio Terry Butler, Donald Tardy tormenta su piatti e pelli senza tregua infine il frontman John completa la pesantezza del sound, con il suo ineguagliabile growl corrosivo, girando per il palco mantenendo il contatto con il pubblico, il quale reagisce sollevando spesso cori d’incitamento, urla e applausi.

I suoi compagni rimanevano fermi in postazione puntando tutto sulla violenza del sound, maggiore interazione avrebbe sicuramente aumentato il casino generale, infatti è stato sufficiente un brindisi da parte di Trevor con tanto di bestemmia per ottenere la totale approvazione.

Macinando rapidamente il repertorio, con I’m in Pain terminano una performance granitica e senza sbavature in pieno stile OBITUARY, preparando al meglio il pubblico per le legnate che subiranno dai tanto attesi co-headliner, accompagnati da rumorosi applausi e cori i deathster americani lasciano il palco a testa alta.

Setlist:
Redneck Stomp
Sentence Day
A Lesson in Vengeance
Visions in My Head
The Wrong Time
Don’t Care
My Will to Live
Dying of Everything
I’m in Pain

Ora il pubblico sempre più numeroso aspetta impaziente i primi co-headliner, durante il cambio palco la tensione cresce e quando le luci si spengono la folla sobbalza urlando, uno alla volta ecco prendere posizione i temibili HEAVEN SHALL BURN che irrompendo con Hunters Will Be Hunted, spiazzano i fans con una bestiale onda sonora scatenando il delirio.

Carichi al massimo Marcus Bischoff e compagni s’impossessano della folla, tenendoli tra le spire delle loro spietate ritmiche tracciate dall’accoppiata Maik Weichert e Alexander Dietz, abbinate dalle linee di basso emesse da Eric Bischoff spesse come muri di mattoni, mentre Christian bass pesta sulla batteria come un martello pneumatico.

Infine Marcus si dimostra sempre un frontman carismatico dal growl incendiario, questa band è nota per l’attitudine a incitare il pubblico a fare casino, Marcus chiede continuamente di saltare, battere le mani a tempo e soprattutto di formare circle pit, che si aprono nella platea come mulinelli d’acqua, dove ovviamente saltano fuori gli amanti del crowd surfing, inoltre Marcus per aumentare il contatto diretto si piazza sul cassone centrale sotto palco.

Con il procedere dell’esibizione il loro sound che è una miscela melodic death metal e metalcore, si espande pericolosamente venendo assorbito dai fans sempre più entusiasti, la loro discografia è come una cassetta delle munizioni che vengono lanciate contro i fans, per citarne alcune Bring the War Home, Voice of the Voiceless e Behind a Wall of Silence, mentre del nono disco Of Truth And Sacrifice del 2020estraggono ad esempio Übermacht e Thoughts and Prayers, generalmente tutti accolti con grande entusiasmo.

Prendendosi poche pause nonostante la movimentata tenuta di palco, con continui cambi di posizione per affiancarsi tra loro e tenere vivo l’audience, anche l’esibizione dei tedeschi sta per finire e Marcus si rivolge personalmente all’addetto riprese sottopalco, ringraziandolo per il lavoro svolto ed essendo italiano gli fa tradurre i ringraziamenti verso il pubblico per il prezioso supporto.

Infine con Tirpitz chiudono un live distruttivo che non ha dato tregua ai fans, i quali hanno ancora le forze per acclamarli a gran voce mentre trionfalmente lasciano il palco alla band finale.

Setlist:
Hunters Will Be Hunted
Bring the War Home
Übermacht
Voice of the Voiceless
March of Retribution
Thoughts and Prayers
Behind a Wall of Silence
Profane Believers
Black Tears (Edge Of Sanity cover)
Intro / Endzeit
Corium
Tirpitz

Dopo le esibizioni dei MALEVOLENCE, OBITUARY e HEAVEN SHALL BURN che hanno fatto crescere proporzionalmente il livello della serata, siamo giunti al culmine con gli headliner tanto attesi dai fans, che finalmente saranno ripagati per la lunga attesa.

Durante la preparazione il palco viene coperto da un telone nero, il tempo è scandito dalle canzoni di sottofondo ma dopo la famigerata Run To The Hills, che già riscalda gli animi le luci si spengono e parte l’intro The End of Everything.

S’intravedono delle sagome prendere posizione, la platea riecheggia di urla che vengono spezzate dalle note di Rain, il telone viene calato e al cospetto dei mitici TRIVIUM la folla esplode in un boato e l’atmosfera si fa rovente.

Salta subito all’occhio la camicia di Matt Heafy con la stessa grafica del telone coreografico in tema con In The Court Of The Dragon, dal quale traggono solamente Feast of Fire verso metà concerto, per il resto danno poi spazio quasi all’intera discografia alternando brani del passato come Down From the Sky e To The Rats, ai più recenti come Until the World Goes Cold, The Heart From Your Hate e Catastrophist, inoltre con A Gunshot to the Head of Trepidation chiamano sul palco a suonare Josh Baines dei MALEVOLENCE.

In generale si rivelano della bastonate sui denti che esaltano i fans in delirio, che assaporano ogni singola nota cantando a squarciagola in un turbine di moshpit, circle pit e crowd surfing, costantemente spronati da Matt che dimostra le sue ottime doti frontman concentrando l’attenzione del pubblico sul live, spesso si posiziona sul cassone centrale attirando a se la folla che si ammassa schiacciando in transenna i più irriducibili, mentre suona è visibilmente compiaciuto dall’euforica reazione dei fans che hanno riempito l’Alcatraz.

Anche i suoi compagni tirano fuori tutta la loro energia riempiendo il palco, Matt e Corey Beaulieu sprigionano riff affilati come spade e assoli perforanti, il nostro Paolo Gregoletto fa rimbombare il basso nelle casse toraciche, ovviamente tra i tanti cori spontanei verso la band ne parte uno in suo onore, la ritmica è sostenuta dal poderoso Alex Bent che si rivela una macchina da guerra facendo tremare il palco, infine Matt con la sua versatile voce raschia i nostri timpani con un growl ruvido e spigoloso, alternando linee vocali pulite creando un contrasto di pesantezza e armonia, affiancato da Corey che dà il suo apporto vocale in growl e da Paolo in pulito.

L’entusiasmo dei fans aumenta esponenzialmente con il procedere inarrestabile della performance, scandita da brevissime pause per riprendere fiato tornando poi alla carica più forti di prima, dopo l’intro Capsizing the Seafanno sedere la folla e al segnale di Matt saltano come forsennati con l’inizio di In Waves.

Infine danno il colpo di grazia con Pull Harder On The Strings Of Your Martyr ponendo fine ad uno show che non ha fatto prigionieri, potenti e tenaci hanno tenuto in pugno ogni singola persona dall’inizio alla fine, garantendo uno show assolutamente devastante per il quale vengono sommersi da urla e applausi, mentre lasciano il palco trionfalmente per il grande successo.

Posso confermare di aver assistito ad un evento che la gente si ricorderà per molto tempo, sinceri complimenti ai MALEVOLENCE che si sono guadagnati il rispetto del pubblico, agli OBITUARY checome sempre si sono rivelati una garanzia onorando il death metal old school, infine HEAVEN SHALL BURN e TRIVIUM sono stati una micidiale accoppiata che ha letteralmente raso al suolo il locale, ringraziamo la Vertigo hard sounds per aver organizzato questo fantastico evento sperando in altrettanti futuri. Alla prossima!

Setlist:
Intro – The End of Everything
Rain
Shattering the Skies Above
Strife
Amongst the Shadows & the Stones
A Gunshot to the Head of Trepidation (con Josh Baines dei Malevolence)
Feast of Fire
Like Callisto to a Star in Heaven
Down From the Sky
Catastrophist
Until the World Goes Cold
To The Rats
The Heart From Your Hate
Intro – Capsizing the Sea
In Waves
Pull Harder On The Strings Of Your Martyr


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Giacomo Cerutti

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