ROGER WATERS Live @ Milano

ROGER WATERS Live @ Milano 01-04-2023
Scritto da Paolo Guidone

Abbiamo assistito per voi all’ultimo concerto di Roger Waters presso il Mediolanum Forum di Milano, sabato 01 aprile 2023, e siam qui a raccontarvelo.

E’ difficile evitare l’uso di aggettivi assoluti ed iperboli, come troppo spesso siamo abituati a vedere anche per le più banali delle circostanze, ma davvero non potremo farne a meno stavolta, perché ciò a cui abbiamo assistito è davvero qualcosa che va oltre l’ordinario.

Roger Waters, Il leader storico dei Pink Floyd, è riuscito a stupire tutti, ancora una volta, con la sua inarrivabile capacità di coniugare musica, spettacolo e politica tutto ai massimi livelli, senza alcuna sbavatura.

Per il suo tour This Is Not A Drill Tour – His First Farewell Tour , infatti, Waters ha puntato tutto sul dinamismo dei contrasti: tra simbologia e denuncia, tra semplicità e sfarzo, tra poesia e urla di rabbia.

Tra passato e futuro.

Al centro dell’arena appare una enorme costruzione nera, altissima, dalla strana forma a croce e sui cui tutti ci interroghiamo: “ Ma dove si metteranno a suonare …  c’è spazio a malapena per due persone lissu!”

Inevitabile il simbolico richiamo al monolite iniziale del celebre film “Il pianeta delle scimmie”.

Allo spegnersi delle luci, proprio come in quel film, il forum si gonfia di colpo delle grida eccitate dei circa 10.000 spettatori.

Una scritta bianca attraversa la superficie del megalite nero che si dimostra essere dunque un immenso screenwall di svariate centinaia di mq che segue l’intera forma cruiforme del palco

Anche il messaggio appena apparso suscita stupore. E grida.

Una calda, calma voce maschile, accompagna in inglese quella scritta, invitando tutti coloro amano i Pink Floyd ma che non condividono le posizioni politiche di Waters ad andare… “ Fuck off  to the bar!

Il primo scroscio di applausi diluvia le scalinate e le grida divertite, assordano.

Ecco il tanto atteso buio, l’aria si elettrizza immediatamente.

Gli schermi si illuminano di uno scenario etereo, come di un cielo velato da nebbie, in un indefinito colore ceruleo e ancora nessuna traccia della band.

Ma dove sono finiti? Dove cavolo si metteranno a suonare?

Gli spettatori si agitano sempre piu. Come le scimmie di Kubrick.

Ed ecco il primo colpo di scena, che spezza il respiro: quell’immenso megalite nero sia apre in due, e la metà superiore si solleva improvvisamente grazie a potenti argani agganciati al soffitto, trasformandosi in un gigantesco palco a 360°: come in un cofanetto di velluto scuro che si apre per mostrare il prezioso brillante che custodisce,  ecco che da li dentro spuntano Waters & Co.

Boato. Brividi.

Le prime note son quelle di Confortably Numb.

Il leggendario Waters non tradisce le attese: presenza scenica, carisma, voce forte e senza sbavature.

Alla faccia dei suoi 79 anni, il tempo per lui si è fermato.

L’intero concerto è un capolavoro di musica e spettacolo, con le immagini che danzano con la musica e che l’amplificano ulteriormente. Una regia perfetta, visionaria.

Lungo l’immenso perimetro video scorrono parti dei testi delle canzoni, altre volte semplici messaggi, altre volte solo immagini evocative di atmosfere lontane.

Ci sono anche le traduzioni simultanee in italiano, affinché tutti seguano il messaggio del “messia” Waters.

Scene di guerra, di reali vittime innocenti, immagini di leaders politici mondiali con la scritta “war criminal”… Regan, Bush, Biden, Assad, etc.

La band resta statica al centro del grande palco a croce mentre Waters si alterna sui quattro bracci della stessa, fino quasi a lambire le tribune ogni volta.

La scaletta è un geniale battito cardiaco musicale: pompa e si sgonfia, pompa e si sgonfia di nuovo, pompa e ritorna a posto, senza alcuna aritmia.

Anche i fans piu sfegatati di Waters non possono far a meno di concentrarsi spesso sulle mirabilia che appaiono sugli schermi, perdendo di vista momentaneamente la Leggenda che canta, ma è tutto voluto.

Waters vestito di nero su di un parlo completamente nero, tra l’altro davvero minimal nello stile, ma sovrastato da luci e immagini sfavillanti.

Un modo forse per rimarcare la sua diversa visione dello show, rispetto al collega David Gilmour notoriamente più minimal e introspettivo.

La scaletta scorre via come un fiume: The Happiest Days of Our Lives, Another Brick in the Wall, The Powers That Be, The Bravery of Being Out of Range, The Bar, Have a Cigar,Wish You Were Here.

Al piano il nuovo pezzo “The Bar”, è la nuova perla di Waters,  con cui ci ricorda che il bar rappresenta il luogo a noi amico, solito, sicuro, dove sappiamo di esser circondati da persone fidate evicine.

 Solo fin qui sarebbe bastato a chiunque per dire che uno dei pezzi di storia più importanti del rock era stato degnamente celebrato.

Ma Waters non conosce mezze misure, e quel sogno continua, “le scimmie” continueranno ad agitarsi ancor di più sulle alte tribune.

Sul brano Sheep ecco sbucare una percora –drone che sorvola l’intero stadio, anticipando di qualche minuto il piu celebre collega “suino” quest’ultimo addobbato come un gerarca fascista sulle celebri note di Run Like Hell.

Dopo alcuni minutoi di pausa, l’evento riprende sulle note di In the Flesh e poi Run Like Hell, dove Waters vestito da pseudo gerarca nazista arringa la folla e poi le “spata” con una mitragliatrice a salve, mentre all’improvviso immensi drappi calano dal soffitto, a scimmiottare quelli nazisti, e in cui la svastica è sostituita dai celebri due martelli incrociati.

Il ritmo cala, si torna a respirare e a sognare con Déjà Vu, Is This the Life We Really Want? E Money, quest’ultima amgistralmente cantata dal chitarrista Jonathan Wilson.

Si continua con Money, Us and Them, Any Colour You Like, Brain Damage, Eclipse, Two Suns in the Sunset, The Bar (Reprise), Outside the Wall.

Water & Co. scompaiono cosi come sono venuti, nuovamente inghiottiti dal megalite nero, e come prestigiatori salutano il pubblico estasiato dai sotteranei del Forum di Assago.

Le luci si riaccendono.

Ma sono assai meno brillanti del magico buio che abbiamo appena salutato.


Commenti

Paolo Guidone

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Click here to connect!