RIVERSIDE: live a Trezzo sull’Adda (Testo e Foto di Giovanni “Gian Rock” Cionci)
Lo scorso 6 Ottobre, noi di Relics Magazine abbiamo avuto la possibilità di assistere al live dei Riverside presso il Live Music Club di Trezzo sull’Adda (MI), una delle due date italiane dell’ID.Entity European Tour 2023.
Il parterre non è gremito, ma c’è comunque una buona affluenza di pubblico.
Lesoir
Ad aprire la serata, gli olandesi Lesoir. Guidati dalla carismatica cantante, chitarrista, tastierista e flautista Maartje Meessen e dal chitarrista Ingo Dassen, cui si affiancano Eleen Bartholomeus alla seconda chitarra, synth e voce, Bob van Heumen alla batteria e Ingo Jetten al basso, i musicisti catturano subito l’attenzione degli spettatori: sound moderno, brani di ampio respiro, atmosferici ma non privi di mordente, in cui sezioni eteree si alternano a elementi prog, a tracce di rock psichedelico e a venature pop. L’insieme è davvero ben riuscito, i suoni molto curati e ottimo l’affiatamento. Non a caso, lasciano il palco tra gli applausi. Una realtà da approfondire (consigliato l’ultimo album Mosaic): bravi!
Riverside
Rapido cambo palco e giunge l’atteso momento della prog band polacca, che va in scena sulle note di #Addicted, tratta dall’album Fear, Love and the Time Machine (2015). La scenografia è minimal, niente fondali, niente effetti speciali, se non bellissime luci, programmate con cura per enfatizzare i brani: il loro obiettivo è quello di non distrarre gli spettatori, ma di mantenere l’attenzione focalizzata sulla musica, dichiara il frontman e bassista Mariusz Duda.
Ed è infatti la musica a farla da padrona durante tutto il bellissimo show: buona parte di essi provengono dall’ultimo album ID.Entity, ma non mancano “rappresentanti” di buona parte della discografia dei Riverside, compreso Shrine of New Generation Slaves (2013), album di cui ricorre il il decennale. “Per celebrare questa ricorrenza, non abbiamo fatto uscire un boxset faraonico con 12 dvd come fanno tante band” scherza Duda “ma abbiamo deciso di suonarvi UN brano”. E parte We Got Used to Us.
Il quartetto polacco si diverte un mondo sul palco, e si vede. Michal Lapaj fa volare le mani sulle tastiere, Maciej Meller semina riff e regala assoli con la sua chitarra, Piotr Kozieradzki, gigante dietro le pelli, fornisce con maestria il necessario supporto ritmico e Duda, tiene le fila di tutta la band, completando con voce e basso la magia della musica dei Riverside.
II pubblico, all’inizio un po’ timido, viene via via coinvolto sempre più: gli applausi e le urla di incitamento non mancano, e gli spettatori si lascian dirigere gioiosamente da Duda, sia nei cori che nel “silent scream”.
I quattro musicisti non amano attenersi pedissequamente ai brani registrati in studio: danno così sfogo alla creatività proponendo versioni estese, e, in un paio di occasioni, contenenti anche “prove di fedeltà” per il pubblico, andando a celare all’interno di un brano eseguito, brevi estratti di un altro. “Quando verrà il momento dovrete farci capire che avete capito..ma siamo pur sempre una prog band”, scherza Duda “e pertanto la parte nascosta sarà tra circa..5 minuti”.
Sono due i brani che compongono l’encore, con la chiusura affidata a Conceiving You, tratto dal secondo album della band “Second Life Syndrome”. Meritatissimi applausi scroscianti e cori da stadio accompagnano la band che torna nel backstage. Davvero un bellissimo show per uno dei gruppi prog più significativi degli ultimi 20 anni e che, promette Duda, tornerà presto in Italia.
Questa la setlist dello show:
- #Addicted
- 02 Panic Room
- Landmine Blast
- Big Tech Brother
- Left Out
- Post-Truth
- The Place Where I Belong
- We Got Used to Us
- Egoist Hedonist
- Friend or Foe?
- Self-Aware
- Conceiving You
Vi lasciamo alla gallery del nostro Giovanni “Gian Rock” Cionci.