YNGWIE MALMSTEEN: Live a Firenze

YNGWIE MALMSTEEN: Live a Firenze (Testo e Foto di Giovanni “GianRock” Cionci)

Secondo dei quattro appuntamenti italiani del tour di Yngwie Malmsteen. Lo scorso 10 Novembre noi di Relics Magazine, dopo averlo fotografato a Roma (clicca QUI per il report), ci siamo gustati anche il live fiorentino, presso il Viper Theatre. Lo show è sold out, ed una lunga fila di fan attende l’apertura dei cancelli al nostro arrivo.

Limberlost
Ad aprire la serata, gli statunitensi Limberlost, band di Seattle con doppia voce femminile: si presentano al pubblico distribuendo caramelle e ne catturano subito l’attenzione, con una proposta musicale davvero accattivante: una base di hard rock con molteplici contaminazioni, armonizzazioni vocali e parti vocali che alternano timbriche rock a digressioni soul. A questo si unisce una indubbia capacità di tenere il palco e di interagire con gli spettatori. Davvero convincenti: bravi!!!

Yngwie Malmsteen
Pressochè tutto il fondo del palco, come di consueto, è occupato dall’iconica parete di testate e casse Marshall, tastiera, basso e batteria sono arroccate sul lato sinistro, e tutto il resto dello spazio è dedicato al Re del metal neoclassico.

Sale sul palco, accompagnato dal boato della folla, con la sua fedele Fender Stratocaster con tastiera scalloped (caratteristica invariabilmente associata al chitarrista svedese), stivaloni e pantaloni in pelle, come da copione trentennale: bastano 20 secondi della leggendaria Rising Force (eh già, si parte davvero col botto!) per mettere a tacere tutti quelli che da decenni lo danno per “bollito”. Malmsteen è sempre Malmsteen, con la sua velocità supersonica, le sue storiche pose da palcoscenico, il suo splendido eccesso barocco. Il suono della chitarra è un rasoio, pronto a tagliare la faccia a tutte le prime file, l’espressività di esecuzione quasi commovente.

Sono passati più di 30 anni dal Live in Leningrad, e 60 primavere per un chitarrista ipertecnico come lui non sono certo poche..ma le sue mani sono tutt’altro che arrugginite, volano sulla chitarra facendone sgorgare un fiume in piena di note per oltre 1 ora e mezza di show..e gli si perdona facilmente qualche piccola sbavatura (voglio proprio vedere quanti sarebbero in grado di suonare tutti i suoi pezzi anche con 30 anni in meno senza errori).

Piovono plettri sugli spettatori adoranti delle prime file, e tutto il locale trabocca di applausi, occhi pieni di ammirazione, volti rapiti. La cavalcata trionfale del chitarrista svedese (accompagnato da Nick Z Marino alle tastiere, Emilio Martinez al basso e Brian Wilson alla batteria) non prevede pause, un treno in corsa che ripercorre tutte le tappe storiche della sua lunga carriera, a cavallo tra i suoi brani e le sue trasposizioni metal dei pezzi di musica classica; non manca neanche una cover di Smoke on the Water, oltre ad un lunghissimo momento solista. La chiusura è affidata alla storica Black Star.

Malmsteen è sempre stato un personaggio divisivo, moltissimo lo amano, i detrattori non perdono occasione per criticarlo, ma sta di fatto che è stato, ed è tuttora, un chitarrista iconico: bastano una manciata di note per riconoscerlo al primo ascolto e, non a caso, da oltre trent’anni è assunto a modello da una miriade di chitarristi. Sarebbe auspicabile che il concerto di Firenze fosse più che sufficiente per mettere a tacere le malelingue: uno show splendido, divertente, commovente, una vera festa per tutti i fan che attendevano questo concerto da tanto, troppo tempo.
Il Re è tornato. Evviva il Re.

Questa la setlist:

  • Rising Force
  • Top Down / No Rest for the Wicked
  • Soldier
  • Into Valhalla / Baroque & Roll
  • Like an Angel (for April)
  • Relentless Fury
  • Now Your Ships Are Burned
  • Wolves at the Door
  • (Si Vis Pacem) Parabellum
  • Badiniere
  • Paganini’s 4th / Adagio
  • Far Beyond the Sun
  • Seventh Sign
  • Overture / Arpeggios from Hell
  • Evil Eye
  • Smoke on the Water
  • Trilogy (Vengeance)
  • Brothers
  • Fugue
  • You Don’t Remember, I’ll Never Forget
  • Black Star

Vi lasciamo alla gallery del nostro Giovanni “GianRock” Cionci.


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Giovanni Cionci

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