IHSAHN – Ihsahn

Arrivato all’ottavo full-lenght, Ihsahn, frontman dei leggendari Emperor, ha dato alla luce il suo nuovo album omonimo.

Facciamo una rapida premessa che mai come in questo caso è d’obbligo; Ihsahn non è un disco
dall’ascolto facile, viaggia su binari diametralmente opposti a quanto ci si possa aspettare da una
leggenda vivente del black metal.

Nel suo progetto solista Ihsahn si lascia andare a melodie e trame introspettive e complesse,
intrecciate con nodi davvero stretti e serrati, che sicuramente faranno storcere il naso a chi si aspetta
tutt’altro leggendo solo il nome di questo straordinario compositore.

Il buon Vegard mette nel calderone un sacco di ingredienti, ma sempre con mani sapienti, mai banali. Dentro l’ascolto troverete un sacco di spunti sonori che difficilmente saprete accostare o paragonare.

Motivi dal sapere gitano passando per rapidi blast beat, passaggi progressive e melodie che sembrano uscite da una colonna sonora di Hans Zimmer.

La parte orchestrale è parte integrante del lavoro di Ihsahn, tanto è vero che esiste anche una versione completamente orchestrale di questo disco, proprio quest’ultima a volte, invece di essere il perfetto connubio alle linee di chitarra, finisce un po’ per disorientare e stordirci.

Vocalmente l’album rasenta la perfezione, sia nelle parti pulite che in quelle graffiate di scream, che ci riportano subito a viaggiare nei meandri di Anthems to the welkin at dusk o nel leggendario In the
nightside eclipse
.

Ci soffermiamo a descrivervi un po’ più nel dettaglio quelle che secondo noi sono la punte di diamante del disco.

Una su tutte Pilgrimage to oblivion, di cui esiste anche il video ufficiale, che si interseca tra cambi di tempo ed è di una fattura quasi setosa, raffinata.

E poi la splendida The distance between us, dal sapore “Opethiano”.

Sezionare in parti l’unicità di questo lavoro non è facile visto che ci troviamo davanti quasi ad una metal opera, questo non rende facile un ascolto disinvolto visto che la marcia uditiva ci impone dei bruschi stop e partenze improvvise quasi a volerci sconvolgere sul posto.

Ecco, questo è uno dei tanti pregi di Ihsahn, non essere scontato, non essere cadenzato, ma pronto a farci sobbalzare dal torpore che il disco stesso ha magicamente creato.

Le conclusioni finali sono quasi tutte positive, non è un disco da auto o da ascoltare mentre si fanno le pulizie: Ihsahn merita 48 minuti, durata complessiva, della vostra più totale attenzione, magari in poltrona con il vostro drink preferito.

Un concept che si ama o si odia e noi di Relics l’abbiamo amato alla follia.

Recensione di: Luca Battaglia

2024 Candlelight Records

Tracklist:

Cervus Venator

The Promethean Spark

Pilgrimage to obivion

Twice born

A taste of the Ambrosia

Anima Extraneae

Blood trails to love

Hubris and blue devils

The distance between us

At the heart of all things broken

Sonata profana

Arrivato all’ottavo full-lenght, Ihsahn, frontman dei leggendari Emperor, ha dato alla luce il suo nuovo album omonimo. Facciamo una rapida premessa che mai come in questo caso è d’obbligo; Ihsahn non è un discodall’ascolto facile, viaggia su binari diametralmente opposti a quanto ci si possa aspettare da unaleggenda vivente del black metal. Nel suo progetto solista Ihsahn si lascia andare a melodie e trame introspettive e complesse,intrecciate con nodi davvero stretti e serrati, che sicuramente faranno storcere il naso a chi si aspettatutt’altro leggendo solo il nome di questo straordinario compositore. Il buon Vegard mette nel calderone un sacco di…

Score

Concept
Artwork
Potenzialità

Voto Utenti : 4.65 ( 1 voti)


Commenti

Chiara Papi

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