THE PINEAPPLE THIEF: Live a Milano
(Testo e foto di Giovanni “GianRock” Cionci)
Lo scorso 7 Marzo, presso l’Alcatraz di Milano, abbiamo assistito all’unica data italiana del It Leads to This Tour 2024 de The Pineapple Thief, la band progressive britannica che da qualche anno può vantare la stretta collaborazione con uno dei più grandi batteristi in circolazione, Gavin Harrison. Buona l’affluenza di pubblico, con un parterre di tutto rispetto, a tributare il giusto onore ad una delle band più interessanti degli ultimi due decenni.
Randy McStine
Ad aprire la serata, la straordinaria esibizione di Randy McStine, musicista eclettico e vocalist d’eccezione, nonché songwriter e produttore, con una carriera costellata da collaborazioni illustri, non ultimo il ruolo di chitarrista nell’ultimo tour dei Porcupine Tree.
Da solo sul palco, il musicista americano incanta il pubblico con uno show sì breve, ma davvero coinvolgente, in cui mostra appieno le proprie capacità vocali e chitarristiche, nonché il carisma per trascinare il pubblico tra le sue evoluzioni musicali, proponendo sia brani della sua carriera solista che tratti dai suoi due album assieme ad un altro gigante della batteria, Marco Minnemann. Chapeau!
The Pineapple Thief
Giunge finalmente il momento della band di punta della serata. Capitanati da Bruce Soord (chitarra e voce), affiancato da Beren Matthews (chitarra) e Steve Kitch (tastiere), con una sezione ritmica strepitosa, comprendente il già citato Gavin Harrison (batteria) e Jon Skyes (basso), i The Pineapple Thief aprono lo show con la bellissima The Frost, primo brano del nuovo album It Leads to This, di freschissima pubblicazione (9 Febbraio 2024 per Kscope music).
I suoni sono a dir poco perfetti, amalgamati magnificamente, come ci si aspetta da una band che ha sempre fatto una bandiera della propria cura maniacale per il dettaglio. E al pubblico, ovviamente, bastano solo poche note per andare in delirio.
L’ultimo album viene eseguito per intero, inframmezzato da brani tratti prevalentemente dalla produzione dell’ultimo decennio della band, ad eccezione di Dead in Water (tratta dall’album Little Man, del 2006).
L’esecuzione di ogni brano è, ovviamente, magistrale. I musicisti dialogano costantemente, creando attimo per attimo atmosfera ed emozione che si riversano sul pubblico sotto i colpi implacabili di Gavin Harrison, il cui stile unico e riconoscibilissimo rende ogni istante indimenticabile. Sono pochissimi infatti (almeno secondo l’opinione di chi scrive) i batteristi in grado di trarre davvero poesia dal proprio strumento, si contano forse sulle dita di una mano..e di questo sparuto manipolo, lui è sicuramente uno dei migliori (se non IL migliore) a riuscirci.
E gli spettatori non si fanno certo pregare per mostrare il proprio stupefatto apprezzamento, palpabile per tutta la durata dello show, tra applausi scroscianti ed urla di incitamento.
Lo show si chiude con un encore composto dalle bellissime In Exile e Alone at Sea, lasciando dietro di sé una risonante coda di emozioni, assieme alla speranza di poter assistere presto ad un nuovo passaggio in Italia di questa band straordinaria.
Questa la setlist dello show:
- The Frost
- Demons
- Put It Right
- Our Mire
- Versions of the Truth
- Every Trace of Us
- Dead in the Water
- All That’s Left
- Now It’s Yours
- Fend for Yourself
- Rubicon
- To Forget
- It Leads to This
- Give It Back
- The Final Thing on My Mind
- In Exile
- Alone AT Sea
Vi lasciamo alla gallery del nostro Giovanni “GianRock” Cionci.