Abbiamo incontrato e intervistato per voi Matteo Gabbianelli, leader della band emergente romana kuTso.
I kuTso sono una band originaria di Roma, formatasi nel 2006 grazie all’intraprendenza e la determinazione di Matteo Gabbianelli, attuale voce del gruppo. Dopo aver mosso i primi passi nei locali della Capitale, nel 2011 arriva il primo EP “Aiutatemi”. Nel 2013 il gruppo romano dà alla luce il primo album “Decadendo (su un materasso sporco)” e da lì in poi si susseguono una serie di traguardi che li porta prima sul palco dell’Ariston, nel 2015, in occasione della 65esima edizione del Festival della canzone italiana, poi a pubblicare, lo stesso anno, un secondo album, “Musica per persone sensibili”. Nonostante frequenti cambiamenti di formazione della band, Gabbianelli e soci continuano a lavorare sodo, esternando la loro più grande passione per la musica e, reduci dal Warm up tour nel 2017, annunciano l’imminente uscita di un terzo album che verrà per l’appunto pubblicato nel 2018 con il titolo “Che effetto fa?”.
Grazie al loro stile alternative rock, complice anche l’arguta creatività di Matteo Gabbianelli, i kuTso riescono con i loro testi ad affrontare tematiche attuale e, talvolta, irrivererenti mantenendo una linea che sia a passo con i tempi attuali e cercando non ricadere mai nella banalità.
Proprio il giovane cantante ci ha raccontato le sue sensazioni e progetti in vista del prossimo festival Primavera Sound, in programma dal 29 maggio al 4 giugno a Barcellona e tante altre curiosità sul suo gruppo in continua ascesa.
Dopo una serie di innumerevoli date in Italia, vi ritroverete a maggio sul palco del “Primavera Sound”, uno dei festival canterani più importanti di sempre. Che sensazioni e che aspettative avete?
“Più che aspettative, vogliamo fare un concerto che rimanga nella testa delle persone. Sappiamo che è una bellissima opportunità. Vogliamo in un certo senso lasciare il segno: non sappiamo cosa ci aspetta. Sì, siamo stati all’estero, so che sicuramente stiamo di fronte un pubblico diverso, più incuriosito e quindi credo che faremo un bel casino”.
Da 1 a 10 quanto siete soddisfatti dei traguardi raggiunti fino ad ora?
“Mi definisco un rompip**** per cui la vedo più come un “mettere tasselli utili per ricreare una cosa forte”. Il Primavera Sound a Barcellona è sicuramente uno di quei tasselli e voglio che sia utile per ricreare questa cosa forte per il futuro”.
Ci sono altri progetti in cantiere?
“Il nuovo album è pronto, l’unica cosa che ci spinge ancora a non pubblicarlo è la necessità di avere quanti più riflettori puntati su di noi. Farlo uscire adesso sarebbe sprecato, preferiamo aspettare”.
Se potessi tornare indietro nel tempo, cosa diresti al Matteo di 18 anni fa?
“Sicuramente direi “hai fatto tutto quello che potevi e dovevi fare, quindi bene”. Ho sempre pensato che alla fine ho sfruttato le opportunità che la vita mi ha dato. Non ho mai avuto vie di mezzo nelle mie scelte. Ho sempre avuto un’opportunità: o scelgo o non scelgo”.
In futuro farete tappa in Europa e, perché no, anche in Sicilia?
“Abbiamo molte date in Europa, tra cui Bruxelles il giorno prima del Primavera Sound. Saremo a Sofia il 13 luglio e probabilmente in Kosovo. In Sicilia ancora nulla in programma, ma speriamo di venire presto”.
Se dovessi descrivere i kuTso con tre aggettivi, quali useresti? E quanto la vostra musica ha influenzato il panorama musicale italiano underground in termini di cambiamenti?
“Sicuramente definirei la nostra musica eclettica, inopportuna ed esplosiva. Tendo sempre a fare quello che non si fa. Con il tempo ho capito che molte realtà artistiche sono state ispirate più dalla nostra attitudine che dal percorso. Da come mi approccio a questa passione. Sicuramente la scena musicale principale è andata da tutt’altra parte, ma siamo comunque soddisfatti del lavoro che stiamo facendo”.