BRYAN ADAMAS – So Happy It Hurts live @ Milano

A soli due anni dal grande successo dell’ultimo album “ So Happy It Hurts ”  la stella del pop-rock  internazionale, Bryan Adams, è tornata a brillare in Italia per due date dell’omonimo tour.

Dopo l’esordio a Bolzano, il 6 novembre, sabato 9 novembre è stata la volta di Milano e noi di Relics Controsuoni, come sempre, eravamo li per voi.

L’Unipol Forum di Assago era gremito in ogni suo ordine, con la sua capienza di 10.000 spettatori portata al limite.

La scenografia era composta da un unico grande mega schermo alle spalle del palco e, soprattutto, dall’inimitabile presenza scenica di Adams che, alla faccia dei suoi 65 anni, spacca ancora di brutto.

L’interazione con pubblico è stata costante e coinvolgente,  con lo show che include  sia i brani dell’ultimo album omonimo, sia le sue classiche hits con cui ha occupato le classifiche di tutto il mondo negli ultimi 40 anni.

Una chevrolet decapottata gonfiabile appare dalle quinte e comincia a lievitare sulla folla, andando a spasso per l’intera Arena: una bellissimo effetto scenico, ma senz’altro un dejavu per i fans dei Pink Floyd.

La scaletta è davvero ricca e di livello, con oltre 2 h di show che attraversano tutti i suoi 40 e passa anni di carriera e oltre 65 milioni di dischi venduti.

La performance musicale stupisce tutti, anche coloro che erano giunti con le più alte aspettative.

Adams è ancora quel giovane e fresco rocker dei mitici 80’s, con voce chiara e sicura, e con quella timbrica inconfondibile che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo distrattamente canticchiato ascoltando la radio.

La formazione è composta dal quartetto consolidato ormai dal 2017: Bryan Adams  (voce, chitarra ritmica e basso), Keith Scott ( chitarra solista, contro canto), Mickey Curry   (batteria e controcanto) e infine Gary Breit (tastiere e contro canto).

L’esecuzione dei brani è perfetta, i quattro s’intendono a meraviglia e si percepisce forte chimica sul palco.

Si va dai brani più celebri ad altri di chiaro sapore country-blues e rock-blues, passando anche per il classic rock degli esordi, di quei ruggenti 50’s.

Come sempre, non sono mancati i tributi ad altre legende del Rock, come Rock and Roll Hell (KISS cover) e When the Night Comes (Joe Cocker cover)

Il pubblico canta quasi ininterrottamente, a dimostrazione di una grande conoscenza del repertorio della superstar canadese, ma anche di un effettivo coinvolgimento emotivo: d’altronde è impossibile non chiudere gli occhi per un momento, con brani come Summer 69 o Forgive Me, e non sentirsi di nuovo ragazzini o bambini per un istante.

Particolarmente d’impatto la coreografia spontanea dei 10.000 del Forum che, con le torce dei loro telefoni accesi, hanno letteralmente replicato un cielo stellato sulle note di Tanta energia ma anche tanto amarcord, senza mai scadere, però, nella banale nostalgia.

Un grande concerto, di un grandissimo artista che spacca ancora di brutto

Scaletta:

  • Kick Ass
  • Can’t Stop This Thing We Started
  • Somebody
  • 18 til I Die
  • Please Forgive Me
  • One Night Love Affair
  • Shine a Light
  • Take Me Back
  • Kids Wanna Rock
  • Heaven
  • Go Down Rockin’
  • It’s Only Love
  • You Belong to Me
  • Cloud Number Nine
  • Rock and Roll Hell (KISS cover)
  • The Only Thing That Looks Good on Me Is You
  • Here I Am
  • When the Night Comes (Joe Cocker cover)
  • When You’re Gone
  • Always Have, Always Will
  • (Everything I Do) I Do It for You
  • Back to You
  • So Happy It Hurts
  • Run to You
  • Summer of ’69
  • Have You Ever Really Loved a Woman?
  • Cuts Like a Knife
  • Straight From the Heart (Acoustic)
  • Hey Baby
  • All for Love (Bryan Adams, Rod Stewart & Sting cover)


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Paolo Guidone

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