LABYRINTH + IRON SAVIOR + DRAGONHAMMER + EREGION + live report @ Slaughter Club – 24-05-2025
Scritto da Cerutti Giacomo
Amanti del power metal ben ritrovati allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, dove la Rock On agency ha portato una vera e propria icona italiana, i mitici LABYRINTH capitanati da Olaf Thorsen che presenteranno la loro decima creazione In The Vanishing Echoes Of Googbye, pubblicata il 24 gennaio per Frontiers Records.
In origine l’evento doveva tenersi a Gennaio, ma è stato posticipato a causa di un grave problema personale ad un membro della band, l’importante è che sia stato recuperato e il bill è di alto livello, prima degli headliner avremo un tassello fondamentale del power metal tedesco, gli iconici IRON SAVIOR guidati da Piet Sielk, i nostri DRAGONHAMMER e gli EREGION, i quali sostituiscono gli HOLY SHIRE che purtroppo non hanno potuto partecipare.
Il sipario si apre con gli EREGION nati a Torino nel 2012, quando entrano in scena il pubblico non è numeroso ma non fa mancare il suo calore, che dà alla band la giusta spinta per iniziare lo show sulle note di Ride Forth, tratta dall’ultimo terzo disco Non Omnis Moriar pubblicato nel 2024.
Il repertorio si concentra su questo lavoro, pezzo dopo pezzo iniettano una prima dose di power metal, dove le chitarre di Gianluca De Lotto e Giorgio Colbacchini dettano legge, sprigionando riff ed assoli creando un’equilibrata miscela di potenza e melodia, arricchita dalle incalzanti note di violino a cura di Katjia Di Giulio.
La ritmica è consolidata dalle ben marcate linee di basso tracciate da Davide Gianforte, mentre Andrea “Blackhawk” Muscarello martella su piatti e pelli dando ad ogni pezzo una marcia in più, infine il frontman Dario Fontana fa spiccare la sua voce dal forte timbro ed estensione, affiancato da Giorgio nei cori e il supporto di basi corali che rendono il tutto più epico.
Grazie alla loro energia e forza di coinvolgimento, soprattutto da parte di Dario che oltre ad incitare cori ed applausi a tempo, sale sul gradino della transenna a stretto contatto con il pubblico, durante Hermod The Brave unico pezzo tratto dal secondi disco Age Of Heroes del 2019, per un finale entusiasmante come tutto il resto dell’esibizione.
Gli EREGION in soli trenta minuti hanno dato alla serata la giusta spinta, riscaldando il pubblico che li ripaga con meritate urla ed applausi.
Setlist:
Ride Forth
Kingdom of Heaven
Battle To Carry On
Badon Hill
Earendil Star
Hermod The Brave





La serata prosegue con i DRAGONHAMMER che quest’anno festeggiano i 25 anni di attività, questo evento è un’ottima occasione per celebrare la loro carriera, l’accoglienza del pubblico discretamente aumentato è calorosa, preceduti dall’intro partono con Kingdom of the Ghosts dando subito una scossa.
Dalla loro nascita hanno pubblicato cinque dischi, la maggior parte dei pezzi li traggono dal primo The Blood Of The Dragon del 2001 e dal quinto Second Life nel 2022, ma in generale riscuotono tutti buon successo, diffondendo un connubio di potenza e melodia che cattura l’intero audience.
La loro formazione ha subìto molti cambiamenti, essendo la prima volta che li vedo non posso fare paragoni, ma posso confermare che quella attuale funziona alla grande, con dinamicità e sinergia procedono diretti lungo il binario power-epic, esaltando i presenti che rispondono con entusiasmo.
Flavio Cicconi e Alessandro Mancini detengono una ritmica tagliente in un vortice di riff ed assoli, che s’intrecciano con le volubili ed intense melodie del tastierista Giulio Cattivera, Gaetano Amodio unico membro originale crea una solida base con corposi giri di basso, mentre dietro alle pelli Marco Berrettoni picchia dimostrando tutta la sua potenza.
Infine Mattia Fagiolo si rivela un frontman carismatico, impone la sua voce squillante con il supporto di basi corali registrate, coinvolgendo i presenti che rispondono attivamente per l’intera esibizione, che si conclude con Dragon Hammer.
I romani hanno celebrato al meglio il loro 25th anniversario, facendo salire di livello la serata ed aprendo degnamente la strada agli ospiti tedeschi, raccogliendo forti urla, applausi e cori possono lasciare il palco a testa alta.
Setlist:
Intro
Kingdom of the Ghosts
Legend
Sickness Divine
Blood in the sky
Into the Warrior’s Mind
The End of the World
Time for Expiation
Silver Feathers
Dragon Hammer






Ora diamo il benvenuto all’unica band straniera della giornata, direttamente dalla Germania ecco gli IRON SAVIOR prendere possesso del palco, accolti con grande enfasi attaccano con Way of the Blade, dando inizio ad un’esibizione che si rivelerà formidabile.
Dalla nascita nel 1996 il pilastro portante è l’inossidabile Piet Sielk, dalle sei corde scaglia una miriade di riff ed assoli roventi, sempre affiancato da musicisti di grande calibro a cominciare dal secondo chitarrista, il nuovo arrivato Patrick Opits che tiene saldamente la ritmica con massicce linee di basso, infine Patrick Klose che picchia tenacemente su piatti e pelli senza sosta.
Il loro sound speed-power è completato dalla voce graffiante di Piet, che guida questa macchina da concerto sparando cavalli di battaglia, tratti dalla vasta discografia che toccare interamente è impossibile, dall’ultimo disco Firestar del 2023 traggono In the Realm of Heavy Metal e Together as One, mentre dal passato eseguono hit come Starlight, Never Stop Believing, Coming Home e ovviamente l’immancabile Heavy Metal Never Dies, volutamente prolungata dal frontman che divide il pubblico a metà per far cantare il ritornello.
Grazie alla loro tenuta di palco e alla carisma di Piet, nel corso dello show guadagnano molteplici applausi e cori d’incitamento, sino ad Atlantis Falling dopodiché danno il colpo finale omaggiando i Judas Priest con Breaking The Law, cantata all’unisono dai fans che acclamano fortissimo la band di Amburgo, la quale si ritira vittoriosa per aver spianato la strada ai tanto attesi headliner.
Setlist:
Way of the Blade
Roaring Thunder
Starlight
Souleater
In the Realm of Heavy Metal
Hall of the Heroes
Never Stop Believing
Together as One
Heavy Metal Never Dies
Coming Home
Condition Red
Atlantis Falling
Breaking The Law (Judas Priest cover)




Signori e signore siamo giunti al piatto forte della serata, i fans sono in trepidante attesa dei loro idoli e durante il cambio palco la tensione cresce, finalmente parte l’intro ed ecco arrivare i LABYRINTH accolti con un ovazione, senza indugi attaccano con Welcome Twilight entrando subito nel vivo dello show.
Oltre a questo pezzo, dal nuovo disco In The Vanishing Echoes Of Googbye decimo della loro carriera, scelgono di proporre The Right Side of This World e Out of Place, dimostrando che la loro vena creativa è sempre fervida, mentre il resto del repertorio si basa principalmente sul secondo disco Return To Heaven Denied, mentre dai lavori più recenti traggono Still Alive e Die for Freedom.
Ovviamente ogni pezzo è acclamato con grande entusiasmo, un viaggio nella dimensione progressive-power dove Olaf Thörsen e compagni ci conducono dal 1994, carichi al massimo i nostri sparano un pezzo dopo l’altro, le agili mani di Olaf Thörsen e Andrea Cantarelli viaggiano da un capo all’altro delle chitarre, in una miriade di riff ed assoli scintillanti ben legati dalle spesse linee di basso curate da Nik Mazzucconi.
Nella ritmica s’incastrano perfettamente le melodie diffuse da Oleg Smirnoff alle tastiere, mentre alla batteria il cuore pulsante Mattia Peruzzi fa tremare il palco, infine il frontman Roberto Tiranti da lustro alla sua ugola d’oro, a seconda dei pezzi la sua voce varia di tonalità ed estensione fino a esplodere in impressionanti acuti.
Sul palco regna una forte coesione e spirito di divertimento, legame che s’instaura anche tra la band ed i fans che danno il massimo supporto, sino a Moonlight tenuta in serbo per il gran finale, peccato che è stata tagliata Touch The Rainbow, e, sinceramente pensavo che avrebbero suonato più pezzi del nuovo disco.
Senza dubbio i toscani hanno segnato un altro traguardo, lasciando un segno indelebile nel cuore dei fans che si sgolano tra urla, cori ed applausi, mentre i LABYRINTH ringraziano di cuore ritirandosi a testa alta.
Il power metal ha trionfato sullo Slaughter Club, congratulazioni agli IRON SAVIOR che ancora oggi dimostrano tutto il loro potenziale, sinceri complimenti agli EREGION, DRAGONHAMMER e LABYRINTH, i quali suonando con grinta e passione hanno tenuto alto l’onore del metallo italiano, ringraziamo la Rock On Agency e tutto lo staff del locale per aver organizzato questo fantastico evento. Alla prossima!
Setlist:
Intro
Welcome Twilight
Lady Lost in Time
New Horizons
The Right Side of This World
In the Shade
Out of Place
Thunder
Falling Rain
Still Alive
Die for Freedom
Moonlight




